Capitolo -11-

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Ritorno in cucina , Annette mi guarda con aria interrogativa: forse è il mio viso a dirle che qualcosa non va bene, che non può più andare avanti così.

_Quel viso, ha per caso bisogno di altro caffè? - domanda spiritosa.

_Oh , si Annette, grazie! Dove possiamo metterci comode? Dovrei anche fumare... - dico guardandomi intorno.

Apre una piccola porta, situata in cucina e mi fa segno di seguirla.

Usciamo e ci ritroviamo nella parte del giardino dove c'è il gazebo .

Ci sediamo sui divanetti e mi allungo per prendere il posacenere.

Ci sono delle sigarette con del rossetto sopra, le indico ad Annette e le chiedo di chi siano .

_Io... io qualche volta fumo- dice imbarazzata. _Ma non quando sono in servizio. puntualizza.

_E quando capita che tu non sia in servizio? - dico sarcastica _ non preoccuparti, terrò anche questo per me.- le porgo il pacchetto_ devi assolutamente farmi compagnia! il mio tono è persuasivo.

Afferra una sigaretta , frettolosamente, come una ragazzina che sta fumando per la prima volta , porta gli occhi al cielo e sussurra "ci metteremo nei guai".

_Non corro il rischio, ci sono già!- puntualizzo.

_Piccola, noto la tua sofferenza, questo mi addolora. Non fare in modo che il passato si frapponga tra te e Mattia, non ne vale la pena, hai subito già tanto... - sussurra dispiaciuta e quelle parole sono tutte , dettagliatamente, uscite già dalla bocca di Mattia.

Mi metto dritta , mi avvicino ai suoi occhi e le chiedo:

_Mattia te ne ha parlato, giusto?

_Oh, no... - si affretta a dire.

_Annette..- dico a mo' di rimprovero- Come fai a sapere che si tratta del mio passato? Come hai intuito che tutto questo si frappone tra me e Mattia? E della mia sofferenza?

_Solo perché io ho insistito... dice con il capo basso.

_Ma a me non dispiace, anzi... Mattia rivede, probabilmente, molto la figura della madre in te e questo non può che farmi piacere.

Annette continua a tenere il capo basso, e guarda la sigaretta che ha tra le mani. Dei grandi goccioloni le scivolano dal viso fino ad inumidire il grembiule di colore bianco che porta in vita.

_Annette, ho detto qualcosa che non va? - dico sconvolta: non ho mai visto una signora grande piangere e vederla mi stringe il cuore, così tenera, così dolce...

_Avrei tanto voluto avere un figlio... - dice puntando gli occhi al cielo e cercando di trattenere le lacrime.

_Mi spiace... sussurro impietrita. Forse non poteva averne, forse non ha avuto l'occasione, forse non era nella condizione economica giusta, so solo che sarebbe stata una madre eccezionale, se solo ne avesse avuto l'opportunità.

_Allora, cosa vuoi preparare per il grande evento?- abbozza un sorriso, evidentemente non ha voglia di toccare ancora quell'argomento.

_Non ne ho idea.... cosa piace a Mattia?

_Mi dai campo libero?- dice con lo sguardo da stratega .

_Certo che si! Solo che ho bisogno di sapere quando lui esce di casa per poterti raggiungere qui...

_Prendo il numero dall'agenda di Mattia e ti mando un messaggio appena esce.Ok?

_Se non ci uccide, sì...- dico sarcastica. Poi riprendo: _Annette, non ti ringrazierò mai abbastanza... Ti sono debitrice di un favore...

_Falla finita e vai a farti bella!- mi sprona con dei piccoli colpetti sulla schiena.

Mattia è chiuso in bagno con l'asciugacapelli acceso.

Busso una sola volta ed immediatamente la porta si apre. Una nube di vapore invade la stanza, ricoprendo anche me, sento il suo profumo ancora più forte, Mattia è di fronte a me con l'asciugamano in vita e il petto nudo, mi guarda con aria intrigante e seducente .

_Esco, così puoi farti la doccia.-

_Ho un problema- esordisco.

_Mi stupirei se non fosse così... - è sarcastico- dimmi... - si fa serio.

_Potresti .... - tentenno imbarazzata...- è che...

_Lù, che hai?

_Ho bisogno di uno dei tuoi boxer,non ho considerato di non avere slip.

Sbuffa un po' per i miei giri di parole poi aggiunge:

_Al primo cassetto, ci sono tutte le mutande che vuoi, se scavi bene trovi sicuramente qualcuna femminile. - dice scherzoso.

_Mattia, quanto puoi essere stronzo?- ringhio chiudendo la porta alle mie spalle , poggio l'accappatoio sul letto, e inizio a spogliarmi.

Levo le scarpe e la felpa, sfilo le calze e la collana.

_Wow! - Mattia entra in camera. Mi copro velocemente con l'accappatoio, diventando blu per la vergogna.

Mi prende da dietro, avvicinandosi, e mi sussurra:

_Hai un corpo bellissimo.

Dopo quattro chiamate di Serena e due di Marco siamo, finalmente, riusciti a metterci in macchina con solo venti minuti di ritardo. Serena sarà arrabbiatissima per averla lasciata sola con Marco tutto questo tempo.

Chissà cosa avrà detto a Samuele, chissà come starà male al solo pensiero di uscire con un uomo che non sia lui, chissà se anche lei si stancherà di me per gli innumerevoli favori che di volta in volta le chiedo.

Mattia mi osserva attentamente : è pensieroso. Mi guardo una volta ed ancora un'altra per capire cosa c'è che non vada nel mio abbigliamento: sì, ho dei boxer sotto un mini abito ma ho cercato di nasconderli al meglio.

_Ho qualcosa che non va? - chiedo preoccupata.

_Quel vestito...

_Non ti piace?- domando indispettita.

_No, non è questo... è che ripenso ... Non dovresti indossarlo più, mi da brutte sensazioni.

_Trova il lato positivo.- dico con dolcezza. _ Non avremmo avuto quella chiacchierata in bagno e forse oggi a stento ci salutavamo.

Sorride. Volge il viso dall'altra parte nascondendomi l'espressioni del suo volto.

_Ho detto qualcosa che non va?

Annuisce.

_Sarebbe...?

_Ti avrei conosciuta comunque... Quella mattina in quel parcheggio sentivo un'attrazione così forte che non mi permetteva di allontanarmi da te. Non è per quel vestito che io e te siamo qui. Sei qui perché ti ho voluta a tutti i costi..

Arrossisco e guardo dall'altra parte del finestrino per evitare il suo sguardo.

_Non devi essere imbarazzata. - dice delicatamente. _Siamo una coppia, ricordi?

Arriviamo in pizzeria e Marco e Serena sono all'entrata ad aspettarci. Serena indossa un abito prugna che le sta divinamente con dei tacchi che quasi la innalzano all'altezza di Marco : avrà sfoggiato un super tacco di quindici centimetri per arrivare a quei livelli.
Marco indossa una camicia blu con un pantalone beige ed un maglione in tinta con il pantalone. Si staranno punzecchiando , perché Serena ha il volto irritato e Marco sfoggia uno dei suoi sorrisi , che esprimono tutta la sicurezza che ha : farebbero innervosire anche un santo.
Li raggiungiamo appena in tempo, riesco a sentire le ultime parole di Serena:
_Potrei distruggerti...
_Ecco... Noto la forte sintonia che c'è tra voi! - esordisce Mattia.
_Amico, l'ultima cosa che avrei voluto fare nella vita è passare del tempo con una freudiana . - dice sarcastico Marco.
Immagino quanto abbia sofferto Serena: se Marco è ancora vivo , nonostante abbia offeso Freud, deve essersi trattenuta molto.
_Ahi, davvero ti affascina Freud?- Mattia digrigna i denti e finge di essere sconvolto.
_Mattia- lo richiama Serena _Hai salvato il tuo amico appena in tempo, ma se vuoi sacrificarti per lui, prego- dice facendo un cenno di benvenuto con la mano- distruggerò te.
_Non vale la pena, purtroppo ognuno di noi ha dei difetti, il tuo è ben evidente.- dice sarcastico Marco.
_Non vali le calorie che ho bruciato per parlarti, carissimo Dottore. - Serena è determinata e come sempre resto ammaliata ed incantata da quel carattere così imponente da lasciar senza parole anche Marco.
Entriamo in pizzeria ed il tavolo ordinato da Marco è già apparecchiato: vista sul mare con due rose sul tavolo. "Che galanteria sti due" penso tra me e me.
Mattia si accomoda accanto a me , Serena lo fulmina con lo sguardo, ma poi in silenzio si accomoda di fronte: attacco il viso al menù per evitare di esplodere in una enorme risata.
_Ha venti minuti di ritardo, Dottore. - puntualizza il metro, rivolgendosi a Marco.
_Ammiro la sua gentilezza, ma non occorre, ho l'orologio da taschino con me- sottolinea Marco inaridito.
Digrigno i denti per la tanta durezza, Mattia sorride e mi sussurra: "ogni suo atteggiamento è anche il mio: è solo seccato per l'inopportuna precisazione, non è arrabbiato . " - quasi vuole tranquillizzarmi .

_Scusate il ritardo!- esclama Mattia
_ La mia ragazza pensava che dovessimo sposarci.- puntualizza.
_Il mio ragazzo invece, stava cercando i testimoni! - rispondo a tono.
_Già coi ritardi? Iniziamo bene!- ovviamente a parlare è Marco. Come Mattia è impossibile stargli dietro: era incazzato appena un secondo fa.
Ordiniamo le pizze e Mattia non si spiega perché io e Serena litighiamo per decidere l'una la pizza dell'altra:
_Ehm.. in realtà noi scegliamo due gusti per poi poterle dividere e scambiarne una metà- spiega Serena.
_Da molto fate questa cosa?- sogghigna Marco.
_Serena, il tuo amico non ha rimedi per questo tipo di disturbi?- domanda Mattia , riferendosi a Freud.
_Si, in realtà si. - interviene Marco, prima che Serena possa rispondere. _C'ha fatto un libro : l'interpretazione dei gusti, si chiama... dice serio. Dopo appena due secondi sia Mattia che Marco scoppiano in un' enorme e contagiosa risata, afferro la coscia di Mattia tirando la pelle. La stessa cosa fa Serena con il braccio di Marco.
Ma nulla! Continuano a ridere ininterrottamente, sono entrambi rossi in viso e quasi scoppiano in lacrime.
Qualche minuto più tardi riescono a bloccare gli starnazzi: a Marco arriva una chiamata, mostra il cellulare a Mattia che diventa subito serio.
_Se non paga quanto pattuito non andiamo in appello- dice duro.
_Lo sa bene, vorrà elemosinare qualche parere- Marco è più rilassato.
_Anche tu sei avvocato? - chiedo a Marco.
_Ahimè , purtroppo si... La cosa peggiore è avere lo studio in comune con l'uomo al tuo fianco.
Ecco perchè sono inseparabili! Vivono, praticamente , insieme.
_Wow... vorrei vedere una vostra arringa, sarebbe straordinario. - dico entusiasta.
Mattia mi guarda abbozzando un sorriso.
_Quando ti va vieni ad assistere a qualche processo. Ah , senza psicologa ! - puntualizza Marco.
_Come mai questa simpatia tra voi? Freud a parte...- chiede Mattia.
_Sai...- Serena parla lentamente scandendo ogni parola_ Non vado d'accordo con i maschilisti, altalenanti , mentalmente instabili!
_Aia ! - sogghigna ,Mattia stringendo gli occhi e arricciando il naso.
_ Tanto non pensi veramente questo di me: è che non hai mai avuto un rapporto stabile ma il novanta percento della popolazione maschile ti dirà quello che ho detto io, l'altro dieci percento ti sta prendendo in giro.
_Cosa hai detto di così scandaloso?- domando a Marco.
_Non è opportuno, secondo me- guarda Mattia con complicità- che una donna vada a ballare da sola, in discoteca. Ma non è maschilismo il mio, ma tra ubriachi e pseudo maniaci , difficilmente ne uscirebbe integra.
_Mi ricorda qualcuno... - dico fissando Mattia.
_Approvo completamente la tua tesi , Marco.
Ah a tal proposito noi tre- fa segno anche a me e Serena- sabato saremo ad una festa al Molo, ti va di venire?-
Serena mi guarda sbigottita ed io sono sconvolta quanto lei. Mattia non sapeva che sarebbe venuto anche Samuele e adesso per ritrattare è troppo tardi. Continuo a guardarla negli occhi, alzando le spalle, a mo' di scuse, lei mi rassicura sorridendo e piegando il capo a sinistra.
_Se al resto del gruppo non dispiace- dice sarcastico Marco.
Arrivano le pizze. Inutile dire che sia io che Serena ci macchiamo i vestiti per passare una metà della pizza nel piatto dell'altra. Risultato? Il mio vestito rosso è al gusto di patatine e margherita.
_Che buona la pizza!- osserva Serena _ Non ci ero mai stata qui.
_Questo perché non sei mai uscita con gente come me...obietta spiritoso Marco.
_Per quanto io possa amare la pizza, a queste condizioni rinuncerò ad assaggiarla nuovamente- - puntualizza Serena.
Mattia sembra divertito da quella scena tant'è che cerca sempre di metterli contro per assistere ad un nuovo scontro ed ogni volta lo richiamo, inutilmente. Serena, che ormai non ne può più dei continui battibecchi con Marco discosta un po' la sedia da quest'ultimo per mangiare in santa pace.
_Cristo! - sbotta Serena. Tutti e tre la guardiamo stupiti, si irrigidisce e diviene rossa in viso poi aggiunge con un filo di voce_Scusatemi... Ludo, ho bisogno di andare in bagno. Mi accompagneresti?
Annuisco, accigliata, avvicinandomi a lei e sorreggendola. Sgattaiola , velocemente, in bagno, e a stento riesco a starle dietro.
_Che hai?- chiedo , preoccupata.
_Lù, giurami che se te lo dico non fai cazzate!
Sono realmente preoccupata, mi sta impaurendo, mi porto la mano al petto e annuisco.
_Di là, in sala, c'è... Ettore. Con la moglie...
_Cosa? - urlo pietrificata- Sere, dimmi che stai scherzando. Per favore ...- Divento rossa per l'agitazione, mi tremano le gambe , mi sento avvampata sento le vene pulsare forte, quasi svengo.Cerco di trattenere le lacrime ma è quasi impossibile. Serena mi bagna i polsi con dell'acqua , mi tiene stretta e mi accarezza le spalle e dice:
_Sentimi bene, lo so che vorresti solo piangere adesso, ma se starai calma, riusciremo a non farci vedere e a tornarcene a casa in santa pace . Adesso entriamo in sala, fingerai di essere tranquilla, dirò di non sentirmi bene : è l'unico modo per uscire da qui senza far casini. Dice categorica , poi continua: Se Ettore ti vede con Mattia... Fortunatamente, con lui c'è la moglie, possiamo sperare in quello...
_Dove è seduto?
_ Sta dietro di te, quindi se camminerai alla mia destra non ti vedrà, un po' più difficile è per l'uscita, ma cerco di coprirti io . Ludo, mi raccomando stai calma. Ettore non ci sta con la testa, se non vuoi farlo per te , farlo per Mattia.
Annuisco e le tengo stretta la mano. Penso di non poter riuscire a camminare , ma devo farcela.
Mi appoggio completamente a Serena. Entriamo in sala e lui è lì, di spalle, lo riconosco perchè quella è la sua testa, il suo collo la sua giacca, è il mio uomo da sempre, e da adesso non più..
Vedo la moglie, molto cambiata da quando la vidi tra le sue braccia, più magra e più invecchiata. Arrivo, in prossimità del suo tavolo, chiudo gli occhi, li stringo forte, per non vedere quello che succede.
Li riapro e sono accanto alla mia sedia, guardo Mattia negli occhi e quello sguardo sa di rassicurazione, di conforto, di sicurezza di protezione... sa di tutto quello che non ho mai visto negli occhi di Ettore.
_Hai bisogno di aiuto? Sei sconvolta, ed hai il viso rosso.- dice in modo apprensivo Mattia.
_Serena non si sente bene! Dovremmo ritornare...- dico in segno di scuse.
_Ma è grave? Possiamo accompagnarla in ospedale...- interviene Marco.
_No. Dobbiamo solo andarcene da questo locale. - dico brusca, Mattia tira indietro il capo e mi guarda stranito.
_Scusatemi...- ansima Serena.
Marco annuisce raccoglie le sue cose e prende sotto il braccio Serena, che impaurita mi guarda, sapendo che non può più farmi da spalla per uscire.
Mattia fa lo stesso, mi tende la mano mi alzo e non riesco a voltarmi. Sento di poter svenire qui , adesso, ma peggiorerei solo le cose. Devo farlo per Mattia.
_Ehi, ti sei impietrita?
_Scusami! -gli dico.
Mi giro, alzo lo sguardo ed Ettore è seduto con il viso fisso verso di me. Sorpreso e paralizzato, con gli occhi spalancati, sposta il suo sguardo da me a Mattia. Mi dice tutto con quegli occhi che sanno di pazzia, di furia , di rabbia. "Poco di buono" mi direbbe se non ci fosse la moglie, perchè Ettore è così, da sempre. Non cerca mai di vedere il motivo di un comportamento: spara sentenze. Sono sempre stata una piccola , insignificante, sbiadita macchia nella sua vita. Non parla , ma mi ferisce, non batte ciglio ma mi sento già in accusa avvicina il suo capo a quello della moglie le sussurra qualcosa, sposta la sua sedia: sta per alzarsi.
Corro velocemente, per evitare qualsiasi colpo di scena. Mi reggo a malapena sui tacchi, ma trovo la forza di correre, corro a tal punto che Mattia difficilmente riesce a tenere il passo. Sbatto contro le ante dell'uscita che si aprono solo in un secondo momento, in preda al panico raggiungo velocemente la macchina, tento di aprire la portiera ma è ancora chiusa:
_Apri Mattia, veloce! Cazzo! - grido tentando ancora di aprire la porta.
_Ehi, ma vuoi calmarti? - chiede sbigottito Mattia.
_Apri questa cazzo di macchina! - dico sull'orlo di una crisi di nervi.
Salgo in macchina e Mattia fa lo stesso, guardo il locale, e sulla porta c'è Ettore: non è accompagnato dalla moglie, si guarda intorno per vedere dove siamo, sembra indemoniato ed incazzato più che mai, con gli occhi che ardono ed il corpo irrigidito.
Proprio adesso, che non ci sentivamo, che stava imparando a non entrare nella mia vita e a non seguirmi ovunque il destino ha voluto farci ritrovare. Perchè a me, perchè stasera, perchè adesso? Adesso che andava tutto bene, che stavo rivivendo, che stavo rinascendo adesso che era tutto diverso, adesso, che ancora una volta, mi stavo illudendo...
Allora è proprio vero: io questa cazzo di felicità non me la merito. Pensavo di poter stare bene , finalmente; di poter ridere, finalmente: di poter fare l'amore per davvero, finalmente; e sinceramente,io ci speravo di poter amare.
_Posso sapere cosa sta succedendo?- mi dice Mattia con un tono di voce alto, irritato e nervoso. Si ferma con l'auto attendendo spiegazioni.
_Te lo dirò solo se ce ne andiamo da qui. - impreco.
_Ludovica, stasera non andrà a finire bene tra di noi , se non mi darai delle spiegazioni.
Sbuffo, tutto quello che mi dice Mattia mi sembra irrilevante.
Ho paura, ho fottutamente paura. Adesso Ettore conosce il viso di Mattia, farà il possibile per incontrarlo e Dio solo sa cosa sia capace di fare.
Sa dove abito io e potrebbe raggiungermi da un momento all'altro, distruggere la mia anima ancora una volta, mi umilierà, mi farà sentire in colpa e poi... poi ritornerò ancora da lui? Non penso sia importante il volere , e neanche il potere, non sempre tutto dipende dalla volontà e dalla possibilità... c'è un verbo che mette a tacere tutto, che ha l'ultima parola, che vince ogni cosa: il dovere. Non voglio e non posso... ma devo: tutto qui!
Non metterei mai a rischio la vita di Mattia, se per salvare lui mi toccherà stare con Ettore lo farò, tengo a Mattia più di ogni altra cosa... non potrei permettere che gli accada qualcosa.
Mi arriva un messaggio. È Serena:
<Sono passata avanti casa tua. C'è Ettore. Ludo non tornare a casa. Sono sicura che adesso verrà da me>
Dannazione !
_Posso chiederti un favore?- dico in preda al panico.
Annuisce.
Annette mi ha detto che Mattia non amava quando Carla restava a dormire da lui, ma anche da Serena non sono al sicuro... Faccio un lungo respiro e tutto d'un fiato dico:
_Posso stare a casa tua? Giuro che non do fastidio, posso mettermi ovunque, sul divano, in bagno in cucina, ovunque...
_Ehi, respira. Certo che puoi...Ludovica, io devo sapere cosa cazzo sta succedendo.
_Te lo dirò solo tornati a casa.
Mattia cambia strada, svolta a destra, e guida velocemente, un po' ansioso, un po' stanco,è frenetico.
Rischia di tamponare due auto dimenandosi con destrezza negli stretti spazi , rallenta solo quando imbocchiamo il lungo viale che porta alla sua villa vetrata.
Apre il cancello ed entra la macchina, Annette è sulla porta, pronta ad accoglierlo, nota la mia presenza ed è visibilmente scossa, mi guarda in viso ed accenna ad un sorriso. Prende le nostre giacche e Mattia la "congeda" dandole la buonanotte.
_Annette, puoi lasciarci soli?...
Annette annuisce sgattaiolando, velocemente, nella sua camera.
Mattia versa il Brandy in due bicchieri, me ne porge uno e si siede sul divano, facendomi segno di mettermi accanto a lui.
Mi seggo e bevo il mio Brandy , entrambi prendiamo le sigarette e ne accendiamo una.
_Aspetto solo te, dimmi!- esclama sdraiandosi un po' sul lato, fumando con il suo brandy in mano.
_Mattia, non è così semplice....
_Non deve essere semplice, solo chiaro!- dice categorico.
_Io, cioè Serena... noi... in realtà prima Serena e poi io.
_Appunto questo dicevo, non è chiaro, stai calma... - e nei suoi occhi così severi ed austeri mi sembra rivedere il professor Dorsa che tutti temono. Mattia, anche io ti temo... non mettermi paura, non fare in modo che con te non sia a mio agio... e soprattutto, soprattutto promettimi di non arrabbiarti.
_Nel locale , c'era Ettore. -Dico tutto d'un getto. Veloce ma non indolore. Anzi, di dolore ce n'è fin troppo. E di paura ancor di più.
I suoi occhi si aprono e con loro, anche le labbra, si alza di scatto e si porta la mano alla fronte stringendo le tempie.
_Cosa? Dove?- ed urla, urla tanto.
_Era dietro di noi, scusa se...
_Scusa un bel cazzo , Ludovica. Dannazione! Perchè hai deciso di andartene invece di restare?
_Mattia, Ettore è inumano, avrebbe fatto qualche scenata... io non voglio...
_A me interessa sapere tu cosa vuoi, non quello che non vuoi. Non volevi che ti vedesse , giusto? Questo perché vuoi tornare con lui?
Sento che sta per scoppiarmi la testa.
_Dimmelo, Ludovica, vuoi tornare con lui? - la sua voce è così alta che mi viene da chiudere gli occhi.
_Rispondimi, Cristo! È lui che vuoi Ludovica? Se è così non vedo il motivo della tua presenza qui.- mi ruggisce contro come un leone in gabbia.
Ettore sembra essere il minore dei mali, non avrei mai voluto vedere Mattia così, negli occhi aveva veleno, potrei morirne , rivedendo la scena.. Mi alzo di scatto e apro la porta, corro lontano da Mattia, lontano dal mostro che è in lui ; i tacchi mi fanno male: il prato è irregolare, il piede destro affonda nel terreno e mi ritrovo un attimo dopo distesa per terra col sangue alle ginocchia ed alla bocca.
Dannazione!
Controllo che non mi sia fatta nulla di grave e cerco di rialzarmi , ma il tacco è incastrato nel terriccio . Mattia mi raggiunge, urlando il mio nome. Mi afferra le cosce e mi prende tra le sue braccia. Sono quasi in lacrime ma tu Mattia, tu non devi vedermi così.
_Lasciami andare. - grido.
_Guardami.- dice , prendendomi il viso tra le mani e alzandolo.
_Vuoi tornare da Ettore? - ed appare disorientato e confuso.
_No. No . Voglio te. - dico tutto d'un fiato, scoppio in lacrime.
I suoi lineamenti diventano più morbidi...
_Perchè piangi? - mi sussurra all'orecchio tenendomi stretta .
_Ho paura, Mattia. Ho paura per quello che farà, ho paura della sua reazione, ho paura per me , ma soprattutto ho paura per te. Non volevo che mi vedesse perché temevo per te , per una sua reazione. Non posso permettere che...
_Non mi accadrà nulla.- mi azzittisce portando le sue mani avanti alle mie labbra- E ti giuro che non accadrà nulla neanche a te. - mi bacia sulla fronte e tra le sue braccia mi riporta in casa, come un padre prenderebbe la figlia addormentata. E mi consola, e mi accarezza, e mi bacia, e mi porta sul letto, e mi stende, e mi toglie i tacchi, e mi abbraccia, e mi tiene su di lui in modo che il mio corpo combaci con il suo, e non mi permette di muovermi, e mi tiene stretta e mi fa innamorare di lui...
Spegne la luce. Siamo solo in due in questa stanza, eppure sembra così piena: piena di respiri, di movimenti, di battiti, così piena di noi. Io lui, il buio nient'altro che noi.

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