capitolo -19-

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La sveglia suona.
Me ne starei tutto il giorno a poltrire nel letto.
Mi giro , insofferente, tra le lenzuola calde.
Allungo la mano per toccare Mattia, tasto un po' , mi accorgo che lui non c'è.
Sgrano gli occhi , ma non lo vedo vagare nella stanza raccolgo le forze e tento di alzarmi dal letto.
"Amore!" - lo chiamo.
"Amore, ci sei?" - chiedo ancora.
Mi metto dritta con fatica e chiamando ancora il suo nome lo cerco in cucina e poi nel cortile, ma lui non c'è.
Ritorno in camera da letto e trovo un post-it sul guanciale : "Ho una causa importante sarò di ritorno per le 12.00" .
Alle 12.00? Oggi ho l'esame di diritto Medievale, nonostante abbia ripetuto fino alla nausea mi sento in colpa per aver trascurato i libri nelle ultime settimane.
Farò una ripetizione veloce in mattinata : l'ansia per l'esame mi stringe sempre di più il cuore. Mattia non sa che oggi sosterrò questa prova, quindi, dovrò inventarmi una scusa. Afferro un pennarello nero e scrivo sotto al suo messaggio:
"esco con Serena, il pranzo è nel frigo!"
Accendo l'i-pod , mi infilo nella doccia che dovrebbe servire a rilassarmi ed invece non riesco a non essere nervosa.
L'acqua mi fa venire i brividi , ma con un po' di coraggio mi bagno tutta senza prestare attenzione al freddo.
Dalla posizione in cui sono continuo a fissare l'accappatoio di Mattia : è blu scuro con il colletto beige: mio padre ne aveva una simile... sorrido.
Ripenso a lui, all'uomo della mia vita e farnetico su quanto sarebbe stato geloso di Mattia. Probabilmente per la differenza di età che c'è tra noi, e per la posizione che ricopre Mattia, non mi avrebbe permesso di frequentarlo, poi col tempo, con molti pianti e una serie abbastanza lunga di discussioni avrebbe accettato di conoscerlo.
Lo avrebbe accettato per non farmi soffrire.
M'immagino scendere dalle scale di casa mia, il sabato sera: Mattia è seduto nel salotto a bere un brandy con papà " il suo preferito" . Mi vedo lì, che cammino lentamente per sentirli parlare, ma i miei tacchi fanno troppo rumore per non attirare l'attenzione, allora, si voltano entrambi verso di me , innamorati per diversi motivi, Mattia si alza, porgendomi la mano e papà ,a quel punto , avrebbe detto:
_Mi raccomando, stai attento alla mia piccola! - avremmo litigato per l'ora del rientro , avrei fatto gli occhi dolci per convincerlo a ritrattare per mezz'ora in più, lui mi avrebbe guardata e avrebbe detto: "solo per questa volta" , ed invece me lo avrebbe sempre concesso, perchè lui era così... Lo diceva sempre : "ho un'unica debolezza nella mia vita, e sei tu..."
Mi asciugo le lacrime pensando a quello che non è e che non sarà, a quello che non può esserci, a quello che non si può comprare, a quello che non si avvera, a quello che non si può toccare, penso a te , papà e mi casca il mondo.
Squilla il cellulare. Mi asciugo velocemente le gambe e la pancia e con i piedi ancora bagnati corro nella camera da letto: "Sconosciuto".
"Ettore". Ed è proprio adesso che questo nome ti dona, questa volta sembra che io lo abbia scelto apposta per te, per segnarti in rubrica.
Il problema, Ettore, è che nonostante tu continui a mostrare la tua presenza ,a farti sentire, a bussare alla porta della mia vita: per me resti uno sconosciuto.
Quei momenti con te sembrano non essere mai esistiti, ed i tuoi baci non erano baci, e le tue carezze erano solo contatto con una superficie, e quello che facevamo insieme non era nemmeno sesso, e le tue scenate erano solo parole urlate al vento, e tu Ettore, non sei che un piccolo puntino nell'universo.
Stavolta non ti dico addio, negli addii c'è rancore che cela la delusione, c'è l'odio che tiene stretto l'amore, c'è la rabbia che protegge il rimpianto e c'è il pianto in memoria dei vecchi sorrisi. Con te non c'è nulla di tutto questo.
A dirti addio è stato il mio cuore, senza far cerimonie... e la mia mente, Dio, lei ha fatto il grande passo, sai perchè? Non ti ha detto addio, non ha voluto lasciare qualcosa che aveva, né abbandonare quello che possedeva , lei ti ha rinnegato e ti ha scordato , anche il tuo viso non mi sembra poi così familiare, adesso sei il niente del mio tutto.
Ripongo il cellulare in borsa non prestando più attenzione a quell'ombra invadente che man mano si perde nel buio...
Mi vesto velocemente e metto a scaldare il riso, per poi farlo all'insalata, in modo che quando torni Mattia è tutto già pronto. Entro oggi, è previsto il ritorno di Annette: non mi permetterà di fare neanche queste piccolezze per Mattia e questo un po' mi rattrista . Preparare il pranzo, stirare le sue camicie e mettere a posto le cose sue più intime mi fa sentire più vicino a lui. È un modo buffo che ho di commisurare l'amore: non sono questi piccoli gesti che mi permettono di amarlo di più, ma prendermi cura di lui, come lui fa con me , mi fa sentire più viva.
"Posta!" - sento la voce del postino risuonare dal citofono. Mi guarda annoiato e spazientito , è alto un metro e trenta forse quaranta, magro e con il naso aquilino. Mi porge la penna per firmare alcune notifiche di Mattia e mi da un gruppo di cinque o sei lettere tra le mani. La prima lettera è tutta bianca, c'è scritto solo l'indirizzo al quale spedirla, senza il mittente, mi ricorda quella ricevuta da Ettore giorni fa. Richiudo velocemente la porta alle mie spalle senza salutare il postino, il cuore mi arriva alla gola, mi accomodo sul divano e tentenno un po' prima di aprire. Non voglio ricevere nessun duro colpo; strappo senza leggerla? Per un attimo mi sfiora il pensiero di lasciarla sulla scrivania di Mattia, saprebbe tutto senza che io gliene parlassi. Ma abbandono immediatamente quest'idea: Mattia non deve sapere nulla, lui fa parte del mio presente, ed il mio passato non deve in alcun modo intaccare con me, con lui, con noi.
Accendo una sigaretta, mi riempio un bicchiere di Sambuca e guardo attentamente la busta che mi sta di fronte. "Aprila, senza tante storie " mi dico. La mano tremolante tentenna , ancora una volta. Mando giù il bicchiere di Sambuca e raccolgo il coraggio e la pazienza necessaria per l'ennesimo duello con Ettore, in cui il perdente è già designato: io.
Apro la busta e spiego un foglio bianco, con una lunga lettera, la scrittura non mi sembra quella di Ettore, e per un po' i miei nervi si stendono. La lettera è scritta in modo disordinato, con molte cancellature e correzioni. Sospiro lentamente e inizio la lettura.

"Cara Angela, spero che sia andato tutto per il meglio.
Abbiamo parlato molto e per la prima volta ti ho vista convinta del da farsi.
I miei erano solo consigli, ma desidero davvero che quando leggerai la lettera avrai già messo le cose a posto.
Non puoi giocare con i sentimenti degli altri, e non puoi programmare la vita altrui, non vivi con delle marionette ma con degli esseri umani : e gli esseri umani hanno un cuore.
Ti sono vicina con tutta me stessa e vorrei essere lì con te a darti forza e coraggio, queste non sono notizie che si ricevono con serenità e forse sarai offesa , umiliata rinnegata, ma sono certa che le cose si sistemeranno.
Il Signore sa quanto sia grande il tuo cuore e se non potrò esserci io, fisicamente accanto a te, stanne certa , che Lui ti terrà sempre per mano.
Fatti forza e affronta la questione. Si dice che con l'età aumenti anche la saggezza e sono certa, che l'unica cosa che non vuoi , è avvicinarti alla fine del viaggio della vita, portando con te questo segreto.
Le cose non andranno bene all'inizio, ma con il tempo, anche le delusioni più grandi si marginano , e tu di tempo ne hai, per goderti quello che che ti è stato sottratto , con forza, tempo fa.
Sono sicura che non ci vedremo più, sono arrivata, ormai, alla fine del mio viaggio, e solo a questo punto, a pochi giorni dalla morte, si ha la vera consapevolezza di quanto sia breve la vita e di quanto l'odio, l'orgoglio, la paura ed il rancore siano sentimenti inutili. Hai già sofferto abbastanza ed è arrivato il momento di mettere fine a tutto questo dolore e goderti quello che la vita ha di buono da offrirti.
Come puoi ben notare, non ho scritto il destinatario della lettera, so che per questo ce l'avrai con me , ma non voglio che sia tu a leggerla per prima, la strapperesti senza mettere fine all'angoscia che da ventisei anni non ti fa vivere più.
Ho sentito dire che quando ci si avvicina alla morte si hanno un miliardo di desideri inespressi , io ne ho solo uno: è quello di liberarti dalla convinzione che per te non c'è felicità, che non meriti serenità e che l'unico amore che puoi avere è quello sottratto con l'inganno.
Cara Angela,
Mattia deve sapere che la donna che da quattro anni lavora in casa sua, Annette : è sua madre.
Deve sapere che lo hai amato più della tua vita ed hai pianto ogni giorno di più per la sua lontananza. Deve sapere che per un matrimonio combinato sei stata strappata dai tuoi tesori più grandi: un marito ed un figlio, e per quel marito e per quel figlio hai lavorato anni, per metterti da parte i soldi e ritornare in patria, la tua patria: il cuore degli unici due uomini che hai amato.
Mattia deve sapere che quando lo hai avuto avanti ai tuoi occhi non piangevi per bisogno di un lavoro, non morivi di fame e non è vero che non avevi un posto in cui andare si era solo avverato il tuo desiderio più grande e per paura di perderlo ti fingesti domestica...
Mattia deve sapere, che per lui hai rischiato la vita, facendoti asportare l'utero, in una clinica lurida e arretrata del sud America, stringevi i denti per il dolore e gridavi: "solo per te, dovrai essere solo tu mio figlio, perchè nessun altro potrà ricevere l'amore che serbo per te .... "
Deve sapere che sei stata violentata e percorsa da un uomo che ogni giorno ti faceva scontare il prezzo che aveva pagato alla tua famiglia per averti e ad ogni livido, ad ogni osso rotto , e ad ogni goccia di sangue mi guardavi e dicevi:
"un giorno, incontrerò i suoi occhi :solo allora la mia sofferenza avrà un senso".
Deve sapere che immaginavi il suo viso da adulto e la sua carriera di successo, deve sapere che ad ogni giorno del suo compleanno aggiungevi una candela sul davanzale , le accendevi tutte e soffiavi forte , sperando che il vento custodisse i tuoi auguri e quello stesso vento avesse accarezzato la sua pelle facendovi sentire vicini come non mai.
Deve sapere che hai una bruciatura di sigaretta a forma di "M" : la imprimesti con cura sul petto , ed ogni volta , di notte, sfioravi la cicatrice sul tuo seno , addormentandoti con la certezza a di averlo sempre impresso nel cuore.
Ma sopra ogni cosa, Mattia deve sapere che meriti di essere perdonata perchè nonostante il tuo corpo sia stato sequestrato per anni da un burbero e violento essere, il tuo cuore è sempre stato a vegliare su tuo marito e tuo figlio.
E se oggi, a sessant'anni mi chiedessero cos'è l'amore, mi verresti in mente tu, Angela, non ho mai visto amare così fortemente e con tanta costanza.

Un abbraccio...
Una zia troppo malata che ha amato, attraverso gli occhi di una madre, suo nipote.

Il mio viso è inondato di lacrime, mi porto le mani alla bocca e stringo forte gli occhi. Non posso crederci, non può essere vero, non deve essere vero.
Povero amore mio, ha sofferto per ventisei anni pensando che sua madre l'avesse rinnegato, abbandonato e dimenticato, invece c'era una donna, dall'altra parte del mondo che contava, con malinconia, i giorni che la separavano dall'incontro con il figlio, Suo figlio, unico per il suo volere.
Annette... la stessa Annette che non ha famiglia, che da quattro anni veglia su Mattia, che non lo ha lasciato un attimo solo e che ogni mattina spolverava quelle casa, senza vedere in giro neanche una sua foto.
Dio , quanto avrà sofferto, quanto male avrà sopportato e quante volte avrà voluto dirglielo senza trovare il coraggio.
Sento il rumore dell'acqua bollente che cade sul piano cottura, corro in cucina e cerco di salvare parte del riso che non si è bruciato. Penso a come la prenderà Mattia, a cosa succederà: dovrò dirglielo io? Toccherà ad Annette? Ho solo gran voglia di fuggire via, la paura e l'ansia non mi fanno respirare, mi sento accaldata e il cuore a momenti mi abbandona.
Piango, urlo, mi accovaccio in cucina e strillo, come se mi stessero strappando, ancora una volta, il cuore dal petto, come se mi stessero opprimendo e l'unica cosa che è con me in quella stanza e che mi opprime è l'angoscia . Attiro le ginocchia a me e nascondo il viso tra le gambe, cosa succederà? Perchè ho aperto quella dannata lettera? Custodisco un segreto più grande di me, di Mattia, di Annette. Vorrei tornare a qualche minuto prima e non saperne nulla. Come faccio a guardarlo negli occhi senza confessargli una cosa tanto grande? E come faccio a parlargli di una cosa tanto delicata?
_Oh Signore! Cosa ti è successo? - entra in cucina, l'ultima persona che avrei voluto vedere e l'unica persona di cui ho bisogno: Annette...

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