Ludovica e Mattia sono due anime perse....
Il destino gli farà incontrare sulle note di "figli delle stelle".
Molte saranno le prove d'affrontare, molti gli ostacoli da superare...
Nuovi i sentimenti da scoprire.....
Nient'altro che noi ...
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"_Ehi, Dormigliona! Ti sei decisa ad aprire quegli occhi? " Riesco a malapena a vedere Serena di fronte a me: è intenta a piegare delle cose, mi guarda debolmente sorridendo in modo malinconico... Mi tiro su con un po' di sforzi , guardo intorno a me e quello che vedo non mi piace : sono in una stanza di ospedale. L'odore di queste stanze mi da la nausea: medicinali misti a disinfettanti che restano nella mente per giorni. Tento di mettermi su ma la coscia destra non riesco a sentirla: l'altra reagisce bene. La tocco un po' per ravvivarla: ho una fasciatura che va dal femore ed arriva un po' più giù del ginocchio. Mi tiro su col petto , ma la costola mi fa tremendamente male. "_ Ti ricordi quello che è successo?"- Serena è li che mi guarda mentre gioco all'allegro chirurgo intenta a capire cosa ci sia che ancora funzioni del mio corpo. Annuisco. "_Bene. - deglutisce , mortificata ed angosciata. "_Da quanto sto qui?"- domando con rigetto. "_Due giorni." "_Serena, io devo fumare!" "_Ludo!"- alza il tono ammonendomi. -" Questo è un ospedale!" "_Si, ma io sono nervosa! Chiudi la porta a chiave, se verranno, me la vedrò io" -dico decisa. "_Con una costola fratturata ed una coscia fasciata ?" - domanda ironica. "_Dai..." -cerco di convincerla ad assecondarmi. "_Chi mi ha portata qui?"- sono stordita. Non riesco a vedere Serena, perché è intenta a cercare le sigarette , ma il suo viso avrà cambiato espressione perché dall'emozione le si rompe la voce e con un tono fiacco sussurra: "_Mattia... " Estrae dalla mia borsa delle Marlboro rosse ed un accendino... Ed è proprio quello con uno stemma reale stampato sopra, quello grande, quello che mi fu consegnato tempo fa in un parcheggio... "_Di chi sono queste sigarette?" - domando scettica. "_Di Mattia- è la prima volta che Serena prova imbarazzo ad avere una conversazione con me.- "tu non le avevi ed ha previsto che appena sveglia avresti voluto fumare..."- continua a tenere gli occhi bassi. "_Sere, è tutto ok! Dimmi quello che devi, senza alcuna preoccupazione... è finita ormai..." Accenno ad un sorriso che dovrebbe rassicurare sia me che lei, ma neanche le umide e gialle stanze di questo ospedale mi credono, perfino gli oggetti intono a me sembrano ribellarsi a quell'assurdità. "_Mi ha dato anche questo..."- tentenna un po' porgendomi un libro . "_Cos'è? "- chiedo osservando la copertina blu. "_Orgoglio e pregiudizio. Ha detto che quando sei pensierosa ti va di leggerlo, non ha trovato il tuo ed ha pensato di lasciarti il suo..." "_Ha pensato a tutto tranne a farsi trovare qui quando mi sarei svegliata..." - osservo. "_È andato via, vero?"- domando per esserne sicura. Serena annuisce, senza guardarmi in viso, abbassa lo sguardo ed arrossisce. "_Capisco... Sere, scusami se non ti ho detto nulla. " "Shhh. " - mi azzittisce tappandomi la bocca , si appoggia a me delicatamente, abbracciandomi con fervore . "Devi guarire, solo guarire..."- afferma con decisione. "Non vuole vedermi più?"- cerco di trattenere quanto più possibile i singhiozzi. "Ehi , adesso devi pensare solo a te!" E forse Serena ha ragione, forse è vero che devo pensare solo a me stessa, per la prima volta, forse al centro della mia vita dovrei mettere Ludovica. Penso a Mattia e alle parole che non avrei mai il coraggio di dire, ma che arrivati a questo punto sono le uniche pronunciabili... Mi hai fatto scoprire l'Amore, mi hai insegnato ad amare, e soprattutto ad essere amati. Adesso devo insegnarlo a me. Non con Ettore, non con te , accanto a me ci sarà solo Ludovica. Ludovica , quella un po' carina, quella un po' secchiona, quella un po' triste, quella un po' intelligente, quella un po' buffa, quella un po' acida, quella tanto innamorata di te, ma soprattutto della vita. L'esperienza con te mi ha fatto capire una cosa...una cosa apparentemente semplice, ma a metterla in pratica , a volte ci si diventa vecchi: per amare gli altri, prima di tutto bisogna amare sé stessi. Dio, quanto è vero, quanto vorrei averti qui per dirti ancora una volta: Grazie di tutto, grazie dell'amore, grazie dei sorrisi, delle risate, dei balli, delle cene, dei brandy , dei baci, delle carezze, ma sopra ogni cosa: grazie per avermi dato vita, come a suo tempo, fece mio padre. Grazie per essere stato un padre, un fratello, un amico, un fidanzato, ma sopra ogni cosa, grazie per essere stato un uomo. Non vuoi più vedermi e forse per questo non ti perdonerò mai, forse non lo capirò mai, forse non lo accetterò mai... ma anche uscendo dalla mia vita, hai voluto che tutto restasse in ordine, hai voluto che al mio risveglio trovassi tutto al proprio posto, tutto al di fuori che te.. Vorrei che sapessi, che qualunque cosa accada, sono pronta a giurare che non amerò mai nessun uomo al di fuori di te, non vorrò più nessuno accanto a me, perchè nessuno mai sarà te. Ti cercherò negli sguardi della gente ricordando il tuo, al supermercato ricordando la prima volta che hai fatto la spesa, nei bar ordinando sempre il brandy, quello che ami tanto, per strada, scovando in ogni angolo, alla ricerca della tua auto, e ti cercherò fuori casa mia, rammendando quell'uomo perfetto e sorridente, che mi aspettava, tutto in tiro, facendomi vivere ogni volta una nuova favola, la nostra. Ma soprattutto ti cercherò nei miei occhi, perchè è li che rimarrai impresso come in una foto... "_Hai avvisato mamma?"- interrompo il flusso dei miei pensieri, con l'idea di mia madre terrorizzata. "_No, aspettavo che ti svegliassi per decidere... "-dice con aria colpevole. "_Quando mi dimetteranno?" "_Oggi pomeriggio, dobbiamo aspettare alcuni risultati e potremo tornare a casa. "e scoppia di gioia quando me lo dice. "_Ok, allora non le diremo nulla, d'accordo?" "_Va bene." dice pazientemente e so che non è d'accordo che io nasconda una cosa del genere a mia madre , ma sa benissimo che non potrei fare diversamente, non in questa situazione poi... "_Sere, hai notizie di Annette?" - domando angosciosa. "_Ieri è stata qui.."- sorride al pensiero. "_E...sai..." - non trovo le parole adatte , non riesco a chiederle se un figlio ha capito il vero amore che una madre può dargli, se una madre è riuscita ad accogliere tra le sue braccia un figlio adorato... "_Marco ha invitato sia lei che Mattia a casa sua.. ieri sembravano poter restare nella stessa stanza pacificamente, non so dirti altro... in questi giorni non ci siamo visti tanto io e Marco... sai , lui è... "è con Mattia!"- continuo la frase per evitarle l'imbarazzo. "_Sere, ma come l'hai saputo? Cosa è successo? Ettore...?Voglio sapere tutto, ti prego..." - mi si ferma il fiato a pronunciare quel nome. Come sta? Dove sta? "_Marco mi aveva appena riaccompagnata , ero ancora in macchina e quando ha risposto al cellulare l'ho sentito allarmato... Era Mattia che chiamava dall'ospedale. Siamo corsi qui, Mattia si è accertato che stessi bene ed è sparito per tutta la notte. Ho saputo l'indomani che è stato in caserma a denunciare tutto e le autorità stanno aspettando che Ettore si rimetta per trasportarlo in carcere... Ha qualche frattura ma nulla di grave: questo è quello che mi ha detto Marco..." "_No, Cazzo no! Inizierà un processo?Mia madre non lo deve sapere!"- sono demoralizzata e preoccupata. Sta accadendo tutto quello che non volevo che accadesse: sono nel punto migliore, sono a terra... "_Se può consolarti avrai Marco come avvocato...." sorride. A Serena squilla il cellulare. Lo guarda ma non risponde. "È Marco?"chiedo speranzosa. Annuisce "_Sta con lui, adesso?"- domando . "_Perchè non scendiamo un po'?"- ed è rigida quando mi risponde, stronca ancora una volta la mia voglia di parlare di Mattia... "_ Rispondi !"- chiedo debolmente. "_Scendi dal letto, il dottore ha detto che ti farà bene camminare un po'. " ed è come se fosse sorda, come se non volesse ascoltare, non mi da importanza, mi lascia piena di dubbi e speranze disattese. Sono troppo stanca per sgranchirmi le gambe o per una visita guidata dell'ospedale ma trovo un compromesso con Serena: "_Giuro che arriviamo solo in sala d'attesa.."- cerca di convincermi. "_Appoggiati a me-" Serena allarga le braccia tenendomi ferma su di lei. "_Ce la fai a reggermi?"- le chiedo "_Certo!" Nella stanza in cui ho dormito, la 254 , c'è uno specchio, piccolo e graffiato, mi avvicino per vedere cosa è rimasto di ieri, il mio viso è leggermente sfigurato ed un po' mi fa senso:non sono io quella nello specchio. Ho l'occhio ricoperto da un enorme livido, il naso ha dei graffi , e sulla guancia c'è un grumolo di sangue. Avvicino il dito al mio occhio e sfioro le gote, ma ritiro immediatamente la mano, perchè sento un bruciore che mi arriva fino alle tempie. "_Tesoro, il viola quest'anno è di moda!" - Serena scherza, provando a tirarmi su di morale. Prendiamo l'ascensore che ci porta nella sala "riposo" dei pazienti. La scena che si mostra avanti ai miei occhi è abbastanza comica: sembra di stare ad un pigiama party nel quale non si conoscono gli invitati. Sento due vecchietti uno col bastone l'altro su una sedie a rotelle parlare delle disavventure subite per l'età avanzata: uno è caduto dalle scale, l'altro non riesce a reggere tutto il peso sulle deboli gambe. Sembra di stare un po' in carcere, quando sei richiuso tutti ti chiedono "perchè sei qui? Di cosa sei accusato? " la risposta di solito è "nulla, sono innocente", qui succede un po' così, si chiedono per quale motivo si è in ospedale, la risposta non varia di molto, termina sempre con "il dottore ha detto che si sistemerà" ... Si sentono voci disperate, piene di speranza, persone che pregano, altre sorridono perchè hanno avuto risposte positive, alcuni dei parenti piangono, e poi ci sono io, accanto ad una finestra, con un libro in mano, che non provo a leggere, ma cerco di sentirne l'odore, spero di trovare qualche frase sottolineata, qualche pagina piegata, qualche macchia tra le righe... qualcosa che mi parli di lui, qualche elemento che conservi qualcosa di suo, qualcosa di mio... qualcosa che non sarà più "nostro". Dal microfono degli avvisi, quello che utilizzano gli infermieri per fare qualche comunicazione, parte una canzone, tutti si guardano intorno, io sorrido ripensando che il party sta cominciando e forse tra poco si festeggerà sulle sedie a rotelle mangiando piatti scotti e sconditi a base di brodo e pastina. Immagino tutti i pazienti alzarsi e ballare sul grande tavolo centrale della sala, sulle note di If I ain't got you di Alicia Keys ma mi accorgo che non ci sarà nessun party, nessun ballo, nessuna cena, parte una voce... la sua voce ...
"Salve a tutti, mi chiamo Mattia Dorsa, sono un avvocato , un insegnante universitario, un imprenditore ma più di tutto sono uno stronzo... vi chiederete il perché o forse nemmeno vi interessa, ma è l'unica opportunità che ho , per riconquistare l'unica cosa che non avrei mai voluto perdere. A tutti coloro che sono nella sala di attesa, vi prego di guardare quella fantastica donna , che è accanto ad una finestra con i capelli raccolti da una treccia ed un libro tra le mani. Sono sicuro che appena l'avete vista abbiate pensato: "Dio, quanto è bella!". Fino a ieri quell'angelo era la mia ragazza, oggi non più, perché quando all'amore non sei abituato lo lasci scorrere tra le mani, perdendolo, senza protestare. Sapete? Quella donna mi ha fatto amare , amare per davvero per la prima volta.. Sono qui adesso , per chiederle scusa. Scusa perchè le ho promesso amore eterno e al primo ostacolo l'ho cacciata via dalla mia vita, scusa perchè le ho promesso che con me sarebbe sempre stata al sicuro, mi è bastato lasciarla per cinque minuti e trovarla a terra pestata da chi amore non ne ha mai saputo dare, scusa perchè le ho cambiato la vita, le abitudini, il giro di amicizie, scusa perchè per me ha dovuto rinunciare a molte cose, le chiedo scusa perchè non ho potuto amarla apertamente, come avrei potuto, perchè lei è una mia allieva, e fremevo, mi disperavo, morivo, quando la guardavo in quel banco , ridere e scherzare con i ragazzi della sua età senza poterle dire quanto l'amavo e quanto avrei voluto gridarlo al mondo. Più di tutto, però, le chiedo scusa, perchè se non mi accetterà più nella sua vita, non posso prometterle di dimenticarla. Dimenticandomi di lei mi scorderei di me, del Mattia nuovo, di quello che sa amare, che sa sorridere, che sa scherzare, e che si ubriaca di vita .... non so quanto possa resistere, da solo, questo lato di me, perchè era lei che mi dava forza, era lei che mi ha cambiato, era lei che io amavo ed amo... senza di lei nulla sarà come prima, e forse andò via, andrò lontano ,perché qui tutto mi parla di lei, la mia casa, la mia macchina, il mio studio e sopra di tutti il mare , ne porta l'odore addosso, gli scogli, che ha sempre paura di attraversarli, il sole, che porta nei suoi occhi. Non sarò più lo stesso senza di lei... avrei tante altre cose da dirle, ma mentre il mio amico sta distraendo l'infermiera, per darmi modo di parlare al microfono, ci sono una decina di medici accompagnati dalla sicurezza che vengono nella mia direzione, quindi , amore, ti dico l'ultima cosa... Purtroppo non posso prometterti che questo non accadrà più, che non ci saranno liti o discussioni, che non farò scenate e che la nostra vita sarà solo rose e fiori, con me le spine ci sono sempre, ma sono qui ad implorarti, di amare uno stronzo, nel modo che solo tu sai fare..."
Tutti i pazienti si alzano per davvero, come avevo immaginato , ma non per ballare, sono tutti in lacrime, come me, mi guardano e battono le mani, commossi ed emozionati. Emozionati per quell'amore che solo lui sa dimostrare, che solo lui mi ha dato, quell'amore puro, che è allo stato minerale , che è cresciuto diventando sempre più forte, ma ce la farò ancora a resistere ad un'altra scenata? Potrò sopportare di nuovo un suo allontanamento? Ce la farò a stare con lui e sapere che da un momento all'altro le cose potrebbero cambiare? La scelta è tra me e noi...
"_Mattia!" "_dimmi." "_ È mezzanotte.." "_ Quindi? " "_È un mese che stiamo insieme ed ho perso la scommessa, non sono scappata a gambe levate. Sono ancora qui, con te..." "Amore..." "Dimmi, Mattia..:" "E se ti dessi altri trenta giorni per convincerti a sposarmi...?"