Capitolo -13-

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"_Mamma non puoi farmi questo.." esordisco in preda alla rabbia.
"_Questo cosa?"- domanda sbalordita. Ho alzato molto il tono , ho gli occhi gonfi, pronti per esplodere in lacrime, e sono sull'orlo di una crisi di nervi.
"_Mamma... te lo chiedo per favore, non ti chiederò più nulla in tutta la mia vita, ma per favore, non mandarmi da zia ..."
"_Ludovica!- mi interrompe solennemente- non accetto obiezioni.Andrai da zia e ti comporterai bene, sono solo due settimane, non costringermi ad essere dura con te. "
"_Mamma, te lo chiedo per favore... Ho da consegnare una relazione importantissima e zia non ha il computer, non posso lavorare in santa pace, mi rimprovererebbe per tutti i miei comportamenti, e non mi permetterebbe di uscire la sera. Mamma, ti scongiuro... lascia che io vada da Serena."
"_Non posso lasciarti a casa di Serena per due settimane, saresti d'intralcio, poi con così poco avviso... no, Ludovica, non possiamo..:"
"_Ma lascia almeno che provi a chiederlo! Te ne prego..." dico ormai con il volto coperto di lacrime.
"_Perchè ci tieni tanto?" - chiede sospettosa.
"_Non ho un bel rapporto con zia, non mi farebbe uscire , non mi permetterebbe di starmene in pace. Mamma è un carcere lì!"
"_Ludovica...- dice a mo' di rimprovero.
"_Permettimi di chiederlo a Serena..."
"_Come se ci fossero possibilità che ti dicesse di no...- dice imbronciata.
Il volto mi si illumina , finalmente spunta un sorriso o forse qualcosa di più: sono lacrime di gioia .
"_Allora, posso..?" - chiedo eccitata.
"_Attenzione signorina! A condizione che mi chiamerai tutte le sere tornata a casa e che non verrai a startene qua. Non potrei saperti tutti sola in questa casa!"
"_Mamma io ti amo!" urlo di gioia. Le salto al collo e la bacio come forse non ho mai fatto prima d'ora.
"_Si... si.... " dice pazientemente.
Afferro il cellulare per chiamare Serena, ci sono due messaggi di Mattia.
<Appena sai qualcosa chiamami, ho bisogno di sapere che sia tutto a posto..>
<Sono in giro con Marco e mi ha fatto notare che sto controllando il cellulare ogni due secondi. Metti fine all'ansia che è in me o dovrò essere preso in giro per tutta la serata?>
"Tesoro.... avrei bisogno di un favore enorme...."- e Serena sa che quando cominciano così le nostre chiamate, ha qualcosa da temere.
"Mamma è fuori per la lavoro per le prossime due settimane... ed io... avrei bisogno di un posto in cui stare... non vuole che io..."
Non mi fa terminare la frase che mi interrompe:" E per quale motivo me lo stai chiedendo? Quando vuoi, sono qui che ti aspetto!"
E come mia madre neanche io avevo poi dubbi circa la risposta di Serena.

Che ore saranno? Il rumore dell'aspirapolvere mi sveglia di soprassalto.
Ho bisogno ancora di qualche minuto per riordinare il caos che ho in testa.
Controllo il cellulare: sono le otto. Tre messaggi.
<Non ho avuto tue notizie, è successo qualcosa di grave?>
<Ludovica, sono le due di notte e non ti ho ancora sentita , che fine hai fatto?>
<Entro domani mattina voglio tue notizie, sono preoccupato!>
Il solito esagerato, apprensivo e malinconico Mattia.
Sorrido al pensiero di Mattia che va su tutte le furie perché non ha mie notizie:ieri ho dimenticato di avvisarlo, sono stata con mamma per tutto il tempo. Un'idea irrompe nella mia testa, sarà giusta? sbagliata? Forse non gli farà piacere? Non ci penso più di tanto, mi faccio una doccia e di corsa esco di casa.
_Mamma, scendo.
_Dove te ne vai così di fretta?
_Ho un appuntamento con Serena. - le dico sgattaiolando, prima che possa aggiungere altro.
Mi sento piena, felice, serena. Sarà arrabbiato, e sicuramente non sarà facile farmi perdonare ma almeno ci provo, tanto è impossibile per Mattia tenermi il broncio per più di qualche minuto.
Arrivo sotto casa di Mattia, busso. Annette mi avrà visto dalla telecamera esterna perché senza nemmeno rispondere al citofono si affretta a raggiungermi con un sorriso a trecentosessanta gradi stampato sul volto.
_Buongiorno- esordisce
_Buongiorno a te!- le dico sorridente porgendole il vassoio con i cornetti caldi appena sfornati!
_Oh mio Dio! - sussulta Annette con gli occhi sorpresi e con aria eccitata.
_Mattia è sveglio?- chiedo con tono basso!
_Avevate un appuntamento?- domanda sgranando gli occhi
_No!
_Ah, per fortuna! - sospira- di solito il Sabato lascio che dormi di più perché non ha lezione e non fa studio.
_Benissimo! - dico soddisfatta- Posso raggiungerlo?
_C'è da chiedere? Intanto preparo il caffè- mi dice fiera.
_Si, grazie mille , Annette.
Mi dirigo in camera di Mattia ed apro lentamente la porta, per non fare rumore. È disteso supino, col cuscino tra le braccia al centro del letto ed è meravigliosamente bello: ha i capelli arruffati e mal disposti, il muso imbronciato, riesco a vederlo perchè il capo è rivolto verso di me e ha le spalle nude. Estraggo il barattolo di panna che ho portato con me e mi metto , con delicatezza, a cavalcioni su di lui.
Faccio così piano che a stento riesco a percepire i miei movimenti.
_Ehi!- sussurro
Metto , gran parte della panna sulla mano, e la lascio scivolare sul suo viso, riempiendolo completamente, per poi scendere fino alle spalle. Si muove lentamente, cerca di aprire gli occhi, mi guarda e resta a fissarmi sorridendo.
_Ehi. - borbotta, sottovoce in modo rauco.
Solo dopo si accorge del barattolo che ho tra le mani e sgrana gli occhi, si tocca il volto, e poi si guarda la mano. Con aria vendicativa mi fissa con sguardo profondo e da "finto arrabbiato" si mette dritto. Mi spinge fino a farmi stendere con le spalle sul letto e si mette lui a cavalcioni su di me:
_Ed io che pensavo che fossi diventata improvvisamente romantica. Ma adesso me la paghi!
Mi stringe con una mano entrambi i polsi e con l'altra afferra il barattolo, prendendo un'enorme quantità di panna e spargendomela per tutto il viso e sui vestiti.
_Mattia lasciami- urlo e cerco di liberarmi da quella presa-
_Chiedi perdono! Sei una traditrice che si approfitta di un povero uomo che dorme.
_Mai!- dico con aria di sfida.
_Chiedi perdono!- insiste.
_Mai! -dico categorica.
_E guerra sia...
Mi ricopre di panna dalla testa fino a mezzo busto, provo a liberarmi ma non c'è verso di rallentare quella presa, rido, urlo il suo nome, scalcio ma non riesco a liberarmi.
_Annette! -urlo- Aiutami!
Riesco a liberarmi dandogli un morso sulla mano che mi immobilizza, mi alzo in piedi sul letto, tolgo tutta la panna che ho sul corpo gliela spargo sul petto. Ma Mattia è tanto più agile di me : si alza di scatto e prendendomi con la vita mi porta sulle sue spalle , tenendomi ferma.
Annette entra in camera con il vassoio della colazione tra le mani:
_Oh Santo Cielo! -Esclama sconvolta.
Mattia mi rimette giù sorridendo ed entrambi, indicando l'altro, affermiamo:
_Ha iniziato lui/lei!.
Annette poggia iil vassoio sul comò e prende velocemente due asciugamani, per farci pulire.
_Annette, resta con noi a prendere il caffè, non mi fido a restare sola con costui! - dico indicando Mattia.
_Oh, no! Vi lascio soli.- sussurra maliziosamente, col viso gioioso.
_No! Dico per davvero! Resta con noi- dico dolcemente .
_Ho già tutto pronto di là- sussurra rossa in viso.
La lascio andare perché è visibile il suo disagio, anche se mi spiace che stia da sola a fare colazione: insomma lei è l'unica famiglia che Mattia abbia.
Prendo le due tazze e ne porgo una a Mattia che mi fa segno di sedermi accanto a lui .
Mi tiene tra le braccia, stampandomi baci a ripetizione sulla fronte.
Mi alzo sulle ginocchia , e mi posiziono tra le sue gambe, lo tengo stretto , immobilizzandolo con la testa e (proprio come lui fa con me) lo bacio, con passione mordendo le sue labbra e penetrando la mia lingua nella sua bocca, quanto più a fondo possibile.
_Resti qui?- mi chiede interrompendomi
_No! Ho da fare tutta la giornata.
_Cosa "avresti" di così urgente? - si allarma
_Ieri mia madre mi ha comunicato che resterà fuori per due settimane, devo comprarle qualcosa, devo comprarmi un vestito per stasera e devo accompagnarla alla stazione, ti pare poco?
_Dove starai per queste due settimane?- il suo viso è duro e teso.
_Da Serena, mi ospita lei.- dico sottovoce.
Ride come se avessi appena fatto una battuta, ride come se stessi dicendo un'assurdità, ride ed io continuo a non capire...
_Cos'hai da ridere?- chiedo irritata.
_Mi fa ridere che tu abbia pensato a Serena quando ho una casa libera tutta per me. Mi offende il fatto che tu non abbia proprio considerato questa possibilità.
_Ma... cosa potevo mai dirti? E poi..
_Poi?- domanda con aria interrogatoria.
_So che non ti faceva piacere quando Carla restava qui a dormire e ... ehm...- cerco di trovare le parole- non volevo che accettassi solo per accontentarmi.
_Ma tu non sei Carla. Io sto con Ludovica, e Ludovica non ha nulla a che vedere con lei!- dice categorico.
_Come fai a saperlo?
_Me ne accorgo dai piccoli gesti.
_Tipo?- chiedo curiosa.
_ Prima , per esempio, quando hai chiesto ad Annette di prendere il caffè con noi , l'hai trattata come se fosse una tua amica, Carla le avrebbe, al massimo, chiesto di portarle altro caffè. E poi , voglio dire, tra le tante donne che ho conosciuto, mai nessuna è venuta a svegliarmi, riempendomi di panna.- dice sorridendo. Poi continua_ anche se preferirei che con Annette tenessi le distanze...
_Perchè?- chiedo sbigottita.
_Che a me non faceva piacere che Carla dormisse qui te lo ha potuto dire solo lei, cosa altro vuoi fare Ludovica? Vieni qui, ti permetto di stravolgere la mia vita, le mie abitudini, i miei sentimenti , ma addirittura allearti con la domestica e congiurare contro di me... è davvero troppo- dice scherzoso- da quattro anni lavora per me e mi è sempre stata fedele, ma da quando ci sei tu, mi rivolge la parola solo per chiedermi "Ludovica quando viene?"
Sorrido al pensiero di Annette che mi cerca e di Mattia che teme una congiura. Lo abbraccio, con tutto il calore e l'energia che il mio corpo possa emanare, non voglio che sfugga da queste mani, non voglio che tutto finisca, questa casa , queste persone, la sua vita, le sento già parte di me.
Mi squilla il cellulare: è Serena.
_Devo scappare, devo uscire con Serena.
_Non azzardarti a cedere alle lusinghe di qualche stronzo!- dice indispettito-
_Sissignore! - rispondo spazientita.
_Guarda che verrò a saperlo!- cerca di essere convincente.
_D'accordo!- borbotto con aria annoiata.
Mi alzo, raccolgo la borsa e mi avvio all'uscita della stanza.
_Amore...
Mi immobilizzo. Come mi ha chiamata? Non riesco a voltarmi, resto per un attimo "scandalizzata" e strapiena di lui. Mai nessuno mi aveva chiamata così. Mi giro lentamente e lui è accanto a letto, in boxer , con la panna tra i capelli , il petto scolpito, gli occhi assonnati ed un sorriso provocatorio : non posso sopportare tanto.
_Non hai dimenticato qualcosa? - mi dice indicando le sue labbra, tenendo il sopracciglio alzato.
Mi avvicino lentamente, gli tocco il labbro , sfiorandolo con le dita ed esclamo:
_Ah, giusto! Hai , ancora, un po' di panna sulle labbra!
Mi volto ma mi blocca da dietro , sospirandomi sul collo:
_Risposta sbagliata!
_Come mi hai chiamata prima, sull'uscio della porta?- chiedo stando ancora di spalle.
_Amore?- domanda.
_Ripetilo ancora.
_Amore.
_Ancora una volta.
_Amore, amore, amore. Lo dirò fino allo sfinimento per convincerti che se lo dico è perchè lo sento.
Mi volto e ci baciamo ma in un modo che non so spiegare: perchè assomiglia a quei baci che si danno mentre si fa l'amore, o quelli che di danno quando non ci si vede da anni, o quelli che si danno quando sai che saranno gli ultimi , o ancora quelli che si danno perchè "ami". È un bacio dato e donato, non regalato!
_Aspettami un secondo!
Si stacca da me e va nello studio, lo vedo camminare lentamente i muscoli delle spalle sembrano muoversi a ritmo di musica. Ritorna con un pennarello tra le mani, si avvicina a me e prende il bordo dei leggings allargandoli un po'.
_Posso? - mi chiede
_Si!- acconsento senza capire. Abbassa i miei pantaloni, divento tutta rossa in viso e a momenti svengo, le gambe mi tremano già: toglie il tappo dal pennarello tenendolo tra i denti e disegna una piccola linea che dista meno di dieci centimetri al di sopra del ginocchio .
_Quando proverai i vestiti, sai dove dovrà arrivare l'orlo. -Mi fa un occhiolino e mi stampa un bacio sulla fronte. Lo guardo incredula, scuotendo il capo .
_Mattia sei serio? -
_Stasera ci sarà una massa di plebaglia demenziale sui venti anni , con gli ormoni a mille, ubriachi e strafatti , tu sarai bella da morire, io dovrò far finta di non conoscerti e davvero mi chiedi ancora se sono serio, piccola?
_Tu sei pazzo! Ne sei consapevole?
_Tu sei la mia donna, ne sei consapevole?
Alzo le mani , continuo a scuotere il capo e allibita e basita lascio la casa dell'uomo che mi ha appena chiamata amore e che mi ha disegnato una linea sulle cosce .
Non c'è nulla di normale in questo, né nel fatto che uno come Mattia stia con me, nè che mi abbia chiesto di vivere con lui per due settimane, né nel fatto che io sia perdutamente innamorata di lui, ma in fondo cosa c'è di più bello della follia?

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