Work

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Il senso di colpa mi sta uccidendo, ogni volta che James mi tocca o mi sorride una lama si infila nel mio petto.
Neymar sembra che si sia dimenticato di tutto, ora sta abbracciando Stefany spensieratamente, mentre io sono bloccata sulla sedia come in uno stato di congelamento.

"Piccola non stai bene? Ti vedo strana." Mi dice James guardandomi e accarezzandomi la guancia. Sospiro.
"Sono solo stanca." Dico accennando un sorriso.
"Sai cosa ci vuole in questi casi? Un bel milkshake." Dice alzandosi e prendendomi per mano.
"Ragazzi noi andiamo, qualcuno ha bisogno di un milkshake per tirarsi su il morale." Dice salutando i due piccioncini.
"Ci vediamo." Sussurro.
"Ciao! E Nat riprenditi!" Dice Stef.
"Ciao." Si limita a dire Neymar per poi riportare il suo sguardo sulla sua ragazza, o meglio, sulla scollatura della sua ragazza.

Usciamo mano nella mano e lui mi apre la portiera della macchina.
Gli sorrido e lo bacio. Sto cercando di non pensare a ciò che ho fatto, è difficile, ma forse è la cosa migliore da fare.
James mette in moto e appoggia una mano sulla mia coscia, iniziando a accarezzarla piano.
"Se non dovessi andare a lavorare presto domani, stasera ti porterei da me e ti darei un'altra parte della cura per tirarti su il morale." Dice posando la mano tra le mie gambe.

Sussulto e le stringo, è un gesto meccanico e lui sembra non darci molto peso.
"James.." dico quando la sua mano si avvicina all'orlo del mio vestito.
"Shh piccola." Dice infilando la mano e accarezzandomi sopra gli slip.
Cosa sto facendo? Un'ora fa ero nel bagno con Neymar e ora sono in macchina mentre il mio ragazzo mi tocca?
Sento salire un conato di vomito e gli blocco la mano.
"Fermo. Voglio andare a casa, non mi sento bene." Gli dico guardando per terra, so di essere una stronza.

"Piccola che ti prende?" Mi chiede preoccupato e togliendo immediatamente la mano, lo ringrazio mentalmente.
"Ho la nausea. Mi porti a casa, per favore?" Gli accarezzo il braccio.
"Certo." Mi dice svoltando nella via che collega casa mia al centro.
Arriviamo in pochi minuti e si ferma davanti al cancelletto.
"Vuoi che ti accompagno dentro?" Mi chiede accarezzandomi la mano.
"No, tranquillo." Gli dico baciandolo con molta dolcezza.
"Riposa e domani dimmi come stai, ok?" Mi ribacia e sorride.
Annuisco e scendo dalla macchina per poi fiondarmi in casa.

Ora sono sola con i miei pensieri e mi viene voglia di strapparmi i capelli.
Vorrei ritornare indietro con una macchina del tempo e rimediare al casino, anche se un lato di me mi ricorda che quel casino mi è piaciuto. E anche tanto.
Mi faccio una doccia per cercare di non pensare a nulla, ma il risultato non è esattamente quello.

Delle lacrime mi rigano il viso e in questo momento mi sento molto stupida, sono caduta ancora nella trappola di Neymar, rovinando così anche il rapporto tra me e James.
Perchè ho accettato di andare a quell'appuntamento? Volevo dimostrargli di essermi dimenticata di lui, invece gli ho dimostrato esattamente il contrario.
Scuoto la testa e esco. Mi asciugo e mi metto una maglietta larga come pigiama.
Voglio sfogarmi con qualcuno, ma so che tutte le mie amiche ora stanno dormendo, quindi appoggio il telefono sul comodino e mi corico nel letto.
Quanto vorrei ritornare a due anni fa, ero felice e spensierata, pensavo solo a godermi la vita e ora mi ritrovo senza un lavoro, con un ragazzo che ho appena tradito e il mio ex che mi incasina la vita.

Mi addormento dopo due ore passate a pensare e la vibrazione del telefono mi sveglia. È una mail mandata dal "Barça Cafè" sarà sicuramente una pubblicità. La apro immediatamente.
Spalanco gli occhi e salto giù dal letto dalla felicità.
Qualcuno ha inviato il mio curriculum a uno dei bar più famosi di Barcellona e mi hanno assunta!
Mi blocco un attimo, chi è quel qualcuno che si preoccuperebbe di farmi assumere in un bar del genere?

In un attimo capisco, James ha conoscenze in tutti i locali della città.
Sicuramente gli è arrivata la voce che questo bar cercava personale e ha deciso di darmi una mano.
Quanto è dolce. Ora il senso di colpa raddoppia, ma non ci penso e gli mando un messaggio.
"Oddio grazie! Non dovevi preoccuparti così tanto per me. Ti voglio bene :)"
La sua risposta non tarda ad arrivare: "è mio dovere piccola ;)" sorrido e corro in bagno per prepararmi, alle dieci dovrò incontrare il mio nuovo capo.

Dopo essermi vestita con un paio di jeans normali e una camicetta bianca e essermi truccata leggermente mi dirigo al bar. Ho un'ansia assurda e spero di non fare casini, devo far bella impressione per mantenermi il lavoro.
Arrivo davanti al posto e ammiro l'insegna. In un sfondo nero c'è scritto in corsivo e in bianco il nome del bar, affiancato da un disegno di una tazzina.
Sorrido e entro. Spalanco la bocca.

Tutti i tavoli sono sistemati a destra in una sala a parte, il bancone con la cassa sono posti esattamente davanti a me e alla sinistra sono presenti dei tavoli da biliardo. È enorme.
"Tu devi essere Natalie." Una voce roca alle mie spalle mi distrae.
"Sì, piacere." Dico stringendogli la mano. È un ragazzo alto, con le spalle larghe, gli occhi azzurri, i capelli biondi e un piercing sul sopracciglio.

"Sono Noah." Sorride. "Il tuo amico aveva ragione a dire che sei proprio una bella ragazza." Si mette a posto il ciuffo.
"Grazie." Sorrido immaginando James che parla di me a Noah.
"Prego, seguimi." Dice facendomi andare dietro al bancone.
"Mio papà arriverà tra poco, ti farà qualche domandina personale e poi ti dirà i vari orari di lavoro, benvenuta a bordo." Mi dice battendomi il cinque.
Rido e annuisco, che un nuovo capitolo della mia vita abbia inizio.

Bed of lies |Neymar| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora