Angry.

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Non ho quasi più fiato, sono in una piccola via piena di negozi e sono circondata da coppiette, cosa che fa solo incrementare la mia tristezza.
Il telefono inizia a squillarmi e il nome di Sam appare sullo schermo, in questo momento non ho la forza nè la voglia di parlarle, probabilmente la ricoprirei anche di insulti.
"Ragazzina!" Non capisco se quella persona stia chiamando me o qualcun altro, così mi giro per capire. Alle mie spalle si trova una donna anziana, avrà all'incirca 80 anni, che mi guarda con un'espressione di compassione dipinta in volto.

"Dice a me?" Chiedo con un filo di voce.
"Direi proprio di sì. Come mai stai piangendo?" Mi chiede avvicinandosi. È poco più bassa di me e indossa un lungo cappotto verde scuro abbinato a delle scarpe basse nere con un leggero tacchetto.
"Stia tranquilla, non è successo niente." Sinceramente non ho molta voglia di spifferare i miei problemi ad una sconosciuta.
"Problemi di cuore vero?" Mi chiede e poi ride leggermente. "Alla tua età anch'io ero in questa situazione, il mio ragazzo mi aveva tradita con una mia amica, ero distrutta, non ci potevo credere. Ma sai cosa? Ora, se lo trovassi per strada, lo ringrazierei di cuore. Se non fosse stato per il suo tradimento non avrei mai trovato l'amore della mia vita." Mi racconta appoggiando una mano sul mio braccio.

"Dopo quanto tempo l'ha trovato?" Chiedo.
"Oh beh, dopo due ore." Mi dice per poi scoppiare in una fragorosa risata contagiosa. "Stavo piangendo a dirotto, proprio come te, e non volevo tornare a casa, mio padre mi avrebbe riempita di domande, così mi sono rifugiata in una tavola calda. Il cameriere dopo avermi portato un tè si è seduto con me e mi ha obbligata a raccontargli cos'era successo. Sei mesi dopo ci siamo sposati." Accenno un piccolo sorriso. È una storia bellissima, ma so che a me non succederà lo stesso. Ho ufficialmente chiuso con l'amore.
"È una storia bellissima." Dico e lei mi da una carezza sulla guancia.
"Ora devo andare, mio marito mi sta aspettando. Non abbatterti, non tutto il male viene per nuocere." Mi dice e poi inizia ad incamminarsi verso un uomo anziano che le sorride dolcemente.

Sto pensando alle sue parole quando mi suona il telefono. Fortunatamente non è Sam, ma Rafa. Ho voglia di sentire la sua voce, così rispondo.
"Nat! Dove sei?" Chiede preoccupata.
"Vicino a Times Square. Come mai?" Dico.
"Sei sparita! Aspetta, cosè successo? James vero? Cos'ha fatto? Gli spacco la faccia giuro!" Dice alzando tono di voce e sento Nicky chiederle cosa sia successo.
"Te lo spiego appena torno a casa, non voglio parlartene al telefono." Sussurro e lei fa una piccola pausa. Forse ha già capito tutto, o almeno una parte della storia.
"Ti faccio venire a prendere. Non ti fai tutta quella strada a piedi da sola. Ci vediamo dopo, ciao Nat." Mi dice e riattacca. Probabilmente è andata ad obbligare Luke a venirmi a prendere, mi sento in colpa, ma sinceramente non avrei le forze per fare di nuovo tutta quella strada.

Dopo qualche minuto mi trovo un auto con i vetri oscurati davanti, lo sportello si apre e vedo Neymar guardarmi preoccupato.
"Vieni piccola." Mi dice con tono dolce.
Mi siedo e allaccio la cintura, lui intanto non mi toglie gli occhi di dosso.
"Quando ci siamo incontrati al parco quella volta lui in realtà mi aveva lasciata sola per andare da Sam. Hanno una relazione in segreto da qualche mese, stavano insieme alle mie spalle! Mi ha presa in giro!" Dico e scoppio di nuovo a piangere, maledetta me.
"Ti prego dimmi che stai scherzando." Dice con tono duro e quando io scuoto la testa si precipita ad abbracciarmi, ne avevo veramente bisogno.

"Come può averti fatto una cosa del genere? Io lo uccido giuro, gli spacco le ossa." Dice mentre io cerco di calmarmi.
"Non gli farai del male. Non metterti nei casini per causa mia, per favore." Dico guardandolo negli occhi. Con lui non mi vergogno di piangere, di solito quando sono triste e sto per scoppiare mi chiudo in camera in modo tale che nessuno mi possa vedere, ma con lui riesco a sfogarmi.
Neymar sospira e scioglie l'abbraccio mettendo in moto la macchina, ha un'espressione furiosa e i suoi occhi sono iniettati di sangue.
"Noah vuole che passiamo il pomeriggio con lui. La sua camera è abbastanza grande per contenerci tutti, così ha organizzato una specie di festa lì, ma se non vuoi andarci inventiamo una scusa." Dice guardandomi.

"Voglio andarci. Voglio stargli vicino in questi giorni." Dico convinta e lui annuisce, premendo le labbra in una sottile linea.
Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio, non ho le forze di parlare, e lui l'ha capito benissimo.
Quando arriviamo all'hotel stringo forte i pugni, devo essere forte. Probabilmente non si sono neanche presentati, magari sono ancora occupati a fare i piccioncini.
"Sei sicura di voler andare? Non c'è niente di male se..."
"Sì. Andiamo." Lo interrompo.

Busso piano alla porta, pronta al teatrino che dovrò inscenare.
La porta si apre e in pochi secondi Neymar si fionda addosso a James, buttandolo a terra e iniziando a colpirlo. Tutti quanti si alzano e corrono verso i due ragazzi.
Spalanco gli occhi e rimango come paralizzata, incapace di dire o fare niente, non mi aspettavo tutto questo.
"NEYMAR CALMATI!" Sento Noah urlare, mentre Luke lo tira su di peso.

James si alza portandosi una mano sul naso sanguinante. Mi guarda, scuote la testa e colpisce con un calcio il divano, urlando qualcosa di incomprensibile, facendomi spaventare.
"Dobbiamo portarti in ospedale." Dice Sam quasi in lacrime, lui annuisce, mi passano di fianco e io evito di guardarli, sinceramente non so proprio come comportarmi.
Nicky e Rafa mi fissano, hanno già capito tutto e le loro espressioni lo confermano.
"Si può sapere cosè successo?" Chiede Luke sbraitando, facendo saettare lo sguardo tra me e Neymar.
"Quel coglione stava con Sam alle sue spalle! L'ha tradita per mesi e mesi, cazzo!" Dice Neymar totalmente furioso.
Ora tutti mi guardano, mettendomi in imbarazzo. C'è chi è sconcertato e chi, invece, come Luke, ha un'espressione di rabbia dipinta in volto.

Noah corre ad abbracciarmi.
"Piccola, oddio mi dispiace così tanto." Dice accarezzandomi i capelli, mentre io affondo la testa sul suo petto, cercando di non scoppiare a piangere di nuovo.
"Grazie amico per aver dato una bella lezione al coglione." Dice poi stringendo la mano a Ney, che fa una strana espressione, che di sicuro non è di felicità.

Lo guardo confusa. Poi capisco, trasalendo.
"Ney. Ti sei fatto male alla mano, vero?" Chiedo avvicinandomi a lui.
"No. Sto bene." Dice vago cercando di evitare il mio sguardo.
"Non ci credo! Ti fa male! Dobbiamo andare in ospedale. Subito." Dico preoccupata.
"Ma non è niente, non ce n'è bisogno, davvero." Risponde cercando, inutilmente, di rassicurarmi.
È sempre stato così, piuttosto che farmi preoccupare preferisce nascondere il fatto che la mano gli fa male.
"Non lo sappiamo. Per sicurezza ci andiamo e non fare storie come i bambini." Lo tiro per l'altra mano fuori dalla camera, dirigendomi verso l'uscita, mentre lui sbuffa sonoramente, nascondendo, però un sorriso.

Bed of lies |Neymar| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora