Goodbye pt.2

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NEYMAR'S POV

Sono esattamente le nove in punto e io sto già uscendo di casa. Sono euforico, pieno di vita, mi sento al settimo cielo.
Finalmente avrei potuto ricominciare la mia vita con Natalie, avrei potuto baciarla, abbracciarla e dirle quanto l'amo. Non vedo l'ora.
Non ho nemmeno fatto colazione, l'avremmo fatta dopo insieme, dopo aver parlato e, probabilmente, fatto l'amore.
Non ho ancora parlato con Stef, l'avrei fatto dopo, prima avevo bisogno di parlare con Nana, avevo bisogno di lei come mai prima d'ora.
Salgo in macchina alla velocità della luce e quasi non mi accorgo della signora che sta attraversando la strada di fronte a me, così mi scuso urlando dal finestrino.

In radio parte Leave the night on di Sam hunt, il cantante preferito di Natalie. Canto a squarcia gola, sfrecciando fra le strade di Barcellona.
Finalmente arrivo davanti a casa sua, le tapparelle sono abbassate, segno che sta ancora dormendo.
Sorrido e quasi mi dispiace doverla svegliare, ma ne vale la pena, no?
Inizio a suonare il campanello.
"NATALIEEE SONO IOOOO" urlo attirando l'attenzione della sua vicina, che scoppia a ridere scuotendo la testa.
Non risponde. Probabilmente non ha capito che sono io, magari non ha sentito.

La chiamo al telefono, ma è spento, strano. Continuo a suonare per qualche minuto, ricevendo solo il silenzio più totale come risposta.
Vado in panico, le sarà successo qualcosa? Sta bene?
Non so cosa fare, la vicina sembra non sapere niente, così decido di chiamare Rafa, magari lei sa qualcosa.
"Ney..." sembra triste. Mi allarmo subito.

"Rafa! Natalie non risponde, sono sotto casa sua. È successo qualcosa? Ha fatto un incidente? Perchè non mi ha chiamato? È in ospedale?" Parlo velocemente e mi altero quando lei non risponde.
"No... Nat sta bene." Sussurra, ma so benissimo che non ha finito la frase, sta nascondendo qualcosa, qualcosa di grosso e, forse, devastante.
"Cosa devi dirmi?" Chiedo preparandomi al peggio.

"È partita, Ney. È andata a New York." Quelle parole mi trafiggono il cuore, non sento più le gambe e cado in ginocchio.
Non ho più le forze, sono paralizzato. Rafa continua a ripetere il mio nome al telefono, preoccupata, ma non riesco a rispondere, le sue parole continuano a ripetersi nella mia testa.
Perchè è partita? Mi ha lasciato qui senza dirmi niente. Ha capito di non amarmi? Ha trovato un altro ragazzo?
Mi porto una mano tra i capelli e stringo forte, sono confuso, stremato, disperato.

"Neymar, per favore, rispondi!" Rafa è preoccupata e quasi mi urla addosso.
"Devo andare da lei." Dico balbettando, probabilmente non è ancora partita, ho ancora tempo per farle cambiare idea, vero?
Spengo la chiamata senza sentire la sua risposta e corro alla macchina, partendo alla velocità della luce.
Per tutto il viaggio mi ripeto in testa le parole che le avrei detto, quelle fatidiche parole che le avrebbero fatto cambiare idea, facendola rimanere qua, con me.
Ho troppo bisogno di lei per lasciarla andare, ho bisogno di passare la mia vita con lei, di baciarla, di amarla, di farmi amare da lei. Non può lasciarmi così. Non di nuovo.

Finalmente arrivo in aeroporto, parcheggio la macchina quasi in mezzo alla strada, ma poco importa, ora quello che conta è riprendermi la mia ragazza, il resto passa in secondo piano.
Corro dentro l'edificio e mi guardo intorno, è pieno di gente, tutti sparsi per i vari corridoi, non la troverò mai.
"NANA! DOVE SEI?" Urlo attirando l'attenzione di tutti, alcuni mi riconoscono, iniziando ad avvicinarsi a me, chiamandomi e armandosi di cellulare per farsi delle foto con me. Di norma mi sarei fermato per accontentarli, ma non oggi, non ora.

Cerco di seminarli correndo in un corridoio a caso, sperando sia quello giusto.
Mi precipito da un'hostess che sta camminando trascinando un trolley.
"Mi scusi, l'aereo per New York è già partito?" Chiedo con il fiatone, guardandola disperato, sperando in una risposta negativa.
"Sta partendo proprio ora, credo tu sia in ritardo, non riuscirai mai a prenderlo." Dice abbassando l'angolo destro del labbro inferiore, appoggiando una mano sul fianco.
"Non devo partire, devo impedire che la mia ragazza se ne vada." Perchè glielo sto dicendo? Sicuramente a lei non fregherà niente.

"Beh, prova a correre, magari riesci a fare qualcosa. Non posso fare molto, mi dispiace." Annuisco velocemente e rinizio a correre più forte di prima.
"Buona fortuna!" Mi urla la ragazza e io non faccio in tempo a rispondere che svolto a destra, immergendomi in un altro corridoio.
"Eccolo!" Urlo di nuovo vedendo dalla vetrata il grosso aereo pronto per decollare.
Il gate ormai è chiuso, delle sbarre bloccano l'entrata e un uomo sta proprio di fronte a loro con le braccia conserte.

"Devo andare sull'aereo. È urgente!" Lo imploro con le lacrime agli occhi, continuando a lanciare occhiate al veicolo, sperando di non vederlo partire proprio ora.
"Chi tardi arriva male alloggia, caro. Non posso più farti salire, fattene una ragione." Mi liquida con tono duro, rivolgendomi uno sguardo glaciale.
"È per una persona importante! Sta per partire per New York! Probabilmente mi odia e io devo dirle che non è così!" Le lacrime iniziano a rigare il mio viso e mi sento un idiota a raccontare queste cose ad un uomo della sicurezza, ma sono completamente disperato.

"Non m'importa. Ormai è partito." Dice indicandomi l'aereo che sta decollando.
"No! Ti prego, no!" Urlo andando verso la vetrata.
"Nat ritorna da me." Sussurro implorante, sperando, inutilmente, che lei possa sentirmi.
Sento il cuore frantumarsi in mille pezzi quando vedo il veicolo sparire tra le nuvole.
Natalie è andata. Non ritornerà più. Probabilmente mi odierà e non posso biasimarla.
È da quando è ritornata a Barcellona che l'ho sempre messa in secondo piano, pauroso di quello che realmente provavo per lei, timoroso di farmi e farle del male.

E alla fine è successo, alla fine sono distrutto per via del nostro amore, alla fine non ce l'ho fatta a ritornare con lei, a dirle quello che provo per lei, tutto è andato in frantumi e quello che posso fare è lasciare che sia così.
Non posso raggiungerla a New York, non posso cercarla, devo lasciarla andare, perché chi ama veramente è pronto a perdere il proprio amore per vederlo felice e, anche se questa cosa mi uccide, sono consapevole del fatto che lei sta meglio senza di me, senza i miei casini.

Devo abituarmi al fatto che l'ho persa, per sempre.

Così esco dall'aeroporto con il cuore spezzato, immaginandomi come sarebbe andata a finire se le cose fossero andate diversamente, rimpiangendo i giorni in cui avrei potuto stringerla a me, maledicendomi per non averlo fatto.

"Addio, amore mio." Sussurro lanciando uno sguardo al cielo.

The end.



Eccoci qua. Siamo arrivati alla fine.
Cosa ne pensate? Mi dispiace non aver fatto finire tutto come magari vi aspettavate, ma sarebbe stato scontato e poi... mai dire mai, no? 😏

Volevo ringraziare chi ha sempre seguito la storia, chi ha commentato e chi ha votato i capitoli. Grazie, davvero! Senza di voi non avrei mai continuato a scrivere.
Un ringraziamento speciale va a Nicolejj98 che mi ha aiutata a migliorare la storia, dandomi un casino di consigli.

A presto 🌹

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