Attimi di silenzio.
Attimi di silenzio in cui gli occhi di Azzurra erano fissi sulla figura di Piero.
Attimi di silenzio in cui la ragazza notò il suo strano comportamento dopo quella domanda.
"N-niente..." balbettó Piero.
"Piero..." lo richiamò lei.
"Perché mai dovrei mentirti?" cercò di essere credibile.
"Non lo so. Ma le tue parole non mi convincono. Sono sicura che c'è..." ma non riuscì a terminare la frase che il medico la interruppe.
"Ragazzo ora deve uscire."
"La pregò solo cinque minuti." lo pregò Azzurra.
"Ok, ma non di più." disse l'uomo uscendo dalla stanza e, di conseguenza, lasciandoli soli.
"Allora?"
"Io no so se posso parlatene." si lasciò scappare Piero e a quelle parole la ragazza capì tutto.
Capì che non era un sogno.
Capì che non era frutto della sua immaginazione.
Capì che invece era tutta realtà.
"Io conosco Ignazio, non è così?" gli chiese sapendo già la risposta.
"Già." ammise il ragazzo sospirando.
"E perché non è qui con noi ora?" chiese invece Azzurra, curiosa.
"Perché..."
"Perché?" ripeté la ragazza incitandolo a continuare.
"Ignazio se n'è andato." confessò Piero.
"Dove?"
"Non lo so." rispose lui balbettando.
"Piero..."
"Ha detto che se non fosse stato per la vostra discussione tu non saresti andata in coma e non avresti perso il bambino!" disse Piero e subito si coprì con le mani la bocca.
Si rese conto, infatti, solo attimi dopo di ciò che aveva detto.
Perché lui aveva detto ciò che non doveva dire.
Perché lui aveva detto ciò che Azzurra non doveva sapere, purtroppo.
"Il bambino cosa??" chiese sbalordita la ragazza.
"Ehm..." incominció a balbettare lui ed Azzurra, appena analizzó bene quelle parole, scoppiò a piangere.
"Ti prego, non fare così..." cercò di farla smettere il ragazzo.
"N-non può essere vero..."
"Mi dispiace." le sussurrò abbracciandola.
Passarono una decina di secondi in cui Azzurra si rifugiò tra le braccia dell'amico.
Passarono una decina di secondi in cui il silenzio piombó in quella stanza d'ospedale.
"Ora puoi raccontarmi tutto ciò che c'è da sapere?" gli chiese poi la ragazza, dopo essersi calmata.
"Ignazio se n'è andato due mesi fa. In quel mese che era in ospedale per te era abbattuto. Non mangiava, non dormiva. Era come se non fosse presente. Sperava che tu ti svegliassi, ma ciò non accadeva mai. E lui incominció a sentirsi sempre più in colpa per ciò che era successo. Avevi perso il bambino, il vostro bambino, e lui non riusciva a sopportarlo. Non riusciva a sopportarlo perché lui a quel bambino ci teneva, forse troppo. So che, ripensando al suo comportamento, non crederai alle mie parole, ma fidati se ti dico che lui era quello più abbattuto di tutti. C'erano i tuoi genitori, c'era tuo fratello, Vanessa, Gianluca ed io. Ma lui era quello che stava più male. Lui era quello che restava ventiquattro ore su ventiquattro in ospedale. Lui era quello che era caduto e non riusciva ad rialzarsi, non senza di te.
Ed è per questo che ha deciso di andarsene. Tu potevi morire e per lui la colpa era solo sua. Io cercavo di convincerlo che non era affatto vero, ma Ignazio é testardo, e tu lo sai bene. Non ha voluto ascoltarmi e dopo un mese, senza esitare un attimo, é uscito dall'ospedale senza dire niente a nessuno. Io sapevo cosa stava per fare: voleva andarsene, voleva scappare. Lui voleva ritornare a Marsala e fu per quello che lo raggiunsi e gli chiesi spiegazioni, ma lui continuò a camminare a passo spedito. Fu quando lo presi per il polso facendolo girare verso di me che mi confessò tutto. E, prima di andarsene, mi chiese un favore. Anche se io inizialmente non sapevo se accettare o meno..." le spiegò Piero.
"Cosa ti ha chiesto?" gli chiese lei curiosa.
"Mi ha chiesto di raccontarti di aver solo sognato. Mi ha chiesto di dirti che tu non l'avevi mai conosciuto perché noi due non eravamo mai scesi a Marsala per quella gara. Mi ha chiesto di dirti che io non ti avevo mai tradito e noi stavamo ancora insieme e che tu non avevi mai avuto un bambino. Mi ha chiesto di cancellare la vostra conversazione e il suo numero dal tuo telefono." rispose lui.
"È uno stronzo!" urlò Azzurra.
"No, Azz. Io l'ho visto mentre se ne andava. E fidati se ti dico che quando si è girato verso di me prima di scomparire dalla circolazione i suoi occhi erano rossi e gonfi. Lui stava scappando con le lacrime agli occhi."
"Allora perché? Perché si è comportato così? Perché se n'è andato quando io avevo bisogno di lui? Ora sono sveglia! Perché non è qui con me?!" incominció ad innervosirsi la ragazza.
"Azz calmati..." cercò invece di farla calmare Piero.
"Non ci riesco Piero! Io...ho bisogno di spiegazioni."
"Te le ho date le spiegazioni." rispose il ragazzo.
"Ma io le voglio da lui." disse Azzurra.
"Dove vuoi arrivare Azz?" le chiese confuso Piero.
"Quando, tra un paio di giorni, usciró dall'ospedale devi accompagnarmi a Marsala."Non era un sogno e la colpa non è del nostro povero Piero che ha dovuto invece stare a ciò che gli ha detto Ignazio.
Inoltre Azzurra sembra intenzionata ad andare a Marsala, ma ci saranno complicazioni?
SmileOfMarsalaPrince
STAI LEGGENDO
Sei la mia scommessa persa [Ignazio Boschetto]
FanfictionDove un ragazzo chiede il numero di telefono ad una ragazza per una scommessa persa. > Storia breve su Ignazio Boschetto.