14.

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Mentre cammino verso l'uscita, sorrido e saluto le persone che conosco. Arrivata nel cortile cerco Jack, ma sfortunatamente non c'è.
Inizio ad incamminarmi verso casa. Tutto ad un tratto, peró, sento qualcuno che urla il mio nome. Mi volto per vedere chi è.
È Jack, sembra preoccupato.
"Che hai?" Chiedo aprendo il discorso.
Lui, dopo aver ripreso fiato, mi risponde; "Niente"
Lo guardo malissimo, poi giro i tacchi e me ne vado. Jack allarmato mi corre incontro, "Perchè hai fatto così?"
"Perchè...tu, cioè tu...Insomma. Arg, mi mandi fuori di testa. Quando sono con te è come se il mio cervello non esistesse più."
"Oh, emh...okay."
Come 'okay'?
Ho appena detto che mi manda fuori di testa e lui dice 'okay'?
È possibile che quest'individuo mi tratti così? No, non è accettabile. Continuo a camminare, Jack mi sta dietro. Non molla mai, eh.
All'improvviso svolto l'angolo invece di andare dritta verso la casa di nonna.
Inizio ad aumentare la velocitá dei miei passi per seminarlo.
Mi volto per vedere se mi segue. E si, è proprio lì, dietro di me. Ha aumentato anche lui il passo.
In poco tempo mi ritrovo a correre senza sosta; finisco in una strada deserta.
I muri sono ricoperti di disegni e scritte, ci sono sacchi di spazzatura sparsi ovunque.
Scorgo un gruppetto di ragazzi, sui 18 anni credo, appoggiati ad un muro che ridono e fumano erba. L'odore si sente fino a quì.
"Ciao, emh...sapete dirmi dove mi trovo?" Dico avvicinandomi a quei ragazzi. Uno dei tre, quello centrale, ha una bottiglia di alcool in mano. Mi ricorda mio padre. Gira la testa, prima verso destra poi verso sinistra, per guardare i suoi amici che annuiscono.
"Certo che lo sappiamo, ma..." Con un movimento rapido si avvicina a me. Il mio viso è a qualche centimetro dal suo. Ride, fa paura.
"Ma non te lo diremo." Finisce la frase un altro ragazzo.
"Giá, tu prima vieni con me."
Dice il ragazzo davanti a me con un orribile ghigno stampato in faccia.
"Io...Cosa?" Dico incredula.
"Vieni con me dai..." Mi sussurra, strattonandomi per il braccio.
"Lasciami!" Grido nella speranza di farmi sentire da qualcuno nei dintorni, ma la via è deserta.
"Non può sentirti nessuno." Dice ridendo.
Dove mi sta portando?
Mio Dio, in che guaio mi sono cacciata...
"Ho detto di lasciarmi." Dico, a denti stretti, per l'ennesima volta.
"Smettila, mi fai male." Continua a ridere.
"Sh..." Mi sussurra, sfiorando con le labbra le mie orecchie. Il panico mi assale, sto diventando vittima della paura. Mi sento svenire.
Perché a me? Cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?
Mio Dio, ti prego, lasciami in pace.
"Lasciala stare." Quando avevo perso ogni sperenza sento una voce, calda e roca, alla mie spalle. Mi volto e lo vedo lì. I riccioli che ricadono sulla fronte; gli occhi azzurri che fissano, intensamente, il ragazzo che ho accanto. I pugni stretti abbandonati lungo i fianchi.
"Cosa vuoi Jack?!" Dice il ragazzo, sconosciuto.
"Devi lasciare, assolutamente, quella ragazza." Dice Jack, si sta alterando ancora di più.
"Altrimenti?"
Oh Dio, lasciami. Non ce la faccio più. Mi tremano le mani e le gambe, sto sudando freddo, mi gira la testa.
"Basta Nick, Lascia Tessa!" Jack esplode e si butta addosso a...Nick (?)
Io mi scanso per non trovarmi qualche osso rotto.
Nick tira fuori un coltellino.
Dio, Dio, Dio...Cos'ho combinato?!
Mi metto le mani tra i capelli e li strattono.
"Tessa vattene!" Mi grida Jack.
Mi metto a urlare.
"No!"
"Tes...Ti prego, va via."
Il ragazzo si avvicina a Jack, puntandogli il coltellino alla gola.
"No, ti prego...Uccidi me." Mi paro davanti per non farlo colpire.
"Tes, cavolo, spostati. Vattene!"
Mi spinge via. Cado a terra, mi alzo e inizio a correre.
Cos'ho fatto?!
Inizio a piangere. Le mani mi tremano.
Chiamo la polizia e dico il posto in cui ero prima.
Si, lo so, sono una codarda.

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