Cammino da tanto ormai, ho perso la cognizione del tempo. Non so dove sono e che ore sono. Non m'importa più niente di nessuno e di me. Voglio solo morire. Odio Noah, la nonna, il mondo, Jack -che non sento da tanto tempo.-
La mia vita sta andando in frantumi, piccoli pezzi si stanno salvando.
Ma cosa dico? Nessun pezzettino si salvava, ormai è come se fossi morta. Non ci sono più per nessuno. Ora ho io il coltello dalla parte del manico.
Da oggi si cambia. Da oggi sono un'altra, non m'interessa cosa comporterà ma io cambierò che agli altri piaccia o no, lo farò. Per me stessa. Sarò più forte (?)
Si! Ce la posso fare."Hey tu!"
Mi giro nella direzione in cui proviene quella voce e vedo un ragazzo.
mi indico con il dito, come per dire 'Parli con me?'
"Si, proprio tu!"
Lo guardo confusa aspettando che parli e mi spieghi cosa vuole da me.
"Cosa ci fai nel bosco, sola?"
Lo guardo più confusa di prima. Non lo conosco, non so cosa vuole. Mi giro ed inizio a camminare a passi svelti per seminarlo.
"Hey aspetta, non voglio farti nulla di male." mi blocco subito, sono curiosa.
"Volevo dirti di stare attenta, qui nel bosco potrebbe succederti di tutto."
Non posso crederci, pensa che io già non lo sappia.
"E mi hai fermato per dirmi questo? Ma sei serio?" inizio a camminare di nuovo. Non voglio parlare con nessuno nè, tanto meno, con uno sconosciuto.
"hey, dove vai?" Chiede col fiatone, per avermi rincorso fino all'autogrill.
"A casa." Mentii. Non avevo alcuna intenzione di ritornare in quel posto, non dopo quello che era successo. Stasera non avrei dormito, non avevo alcun posto dove andare.
Sarei tornata domani per prendere alcuni vestiti e dei soldi. Volevo andarmene.
"Sai che il centro di Milano è lontanissimo da quì?" Ancora lui, era davvero irritante, non lo sopportavo. Speravo mi lasciasse in pace dicendogli che sarei tornata a casa, invece no. Stavo solo perdendo la pazienza.
Però sentivo che quel ragazzo poteva aiutarmi. E perchè no?
Mi fermo di colpo, e mi giro verso di lui. Quel ragazzo sbatte contro di me facendomi quasi cadere.
"Ahi, ma sei impazzito!" Dico dolorante per la botta presa. Questo ragazzo ne combina di tutti i colori.
"Scusa, i-io non volevo." Disse, quasi ridendo. Rideva di me. Ma per cosa? Era stato lui ad andarmi contro.
"Se solo avessi smesso di correre non sarebbe successo, non credi?" Dico irritata. Odio le persone che ridono degli altri. E lui era uno di quelli. "Si, credo." Disse accennando un sorriso. Era carino in fin dei conti.
"Bene,"-Ringhiai.-"Non ho capito come ti chiami."
"Forse...perchè non l'ho detto." Gli piaceva scherzare eh.
Mi giro e continuo a camminare, sapevo che mi avrebbe rincorso e così è stato.
"A me piace giocare ma tu sei troppo..." Lascia la frase in sospeso. Abbassa lo sguardo e sorride. Scrutavo attentamente ogni suo movimento.
"Hey ti ascolto..." Lo spronai a continuare, volevo davvero sapere cosa pensava di me.
"Troppo suscettibile." Alzò lo sguardo e mi fissò intensamente.
"Ora dovrei proprio andare." Dico velocemente, iniziando a correre verso il centro di Milano.
"Aspetta, davvero, è troppo pericoloso girare a quest'ora della notte ed è anche tanto lontano il centro. Vieni da me per un po', domani ti riporto a casa." Dice dirigendosi alla sua jeep. Apre la portiera e mi tende la mano.
"Stiles."
"Cosa?" Dico confusa.
"Il mio nome...Stiles."
STAI LEGGENDO
|Infinity.|
Teen Fiction"Mi guardo allo specchio, ma lo specchio non riflette me. Il mio sorriso è finto. Ho gli occhi di chi ha vinto, ma ne è uscito sconfitto, dentro di sé. Sono sola, sulla mia strada, cammina con me, comunque vada non voltarti perché si vive una volta...