22.

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"Ho una stanza degli ospiti, puoi dormire là" Dice Stiles, mentre entra in casa.
I suoi genitori erano lì e mi fissavano, cos'è un'abitudine, è una cosa di famiglia. Non capisco. Mi sento in imbarazzo.
"Mamma, papá. Lei è...è..." Dice guardandomi, aspettando sicuramente una mia risposta.
"Tessa." I suoi genitori spostano lo sguardo da Stiles a me.
"Bene, ora porto Tessa a vedere la sua stanza. Rimarrá qui per questa notte e domani la riporto a casa." Stiles mi afferra il braccio e mi tira a sè, mentre saliamo le scale guardo i quadri appesi alle pareti. Questa casa è tutto tranne che rassicurante. Ho sbagliato a venire insieme a questo ragazzo. I suoi genitori erano davvero strani. Ma forse sará stata una mia impressione. Forse non è come sembra.
"Eccoci, questa è la tua stanza." Dice Stiles facendomi ritornare sulla terra ferma. Entro nella stanza e mi siedo sul letto.
"Bene, a domani." Dice uscendo dalla camera degli ospiti e chiudendo la porta.
"A domani." Sussurrai, troppo tardi. Era giá uscito dalla stanza. Probabilmente giá era nel suo letto.
Mi resi conto troppo tardi che non avevo il pigiama. Non volevo disturbare nè i signori nè Stiles con le mie paranoie. Avrei dormito in intimo, per una sera, poi mi sarei trovata un appartamento in periferia.
Mi spoglio e mi sdraio sul letto, faccio fatica ad addormentarmi ma alla fine ce la faccio.

Mi sveglio nel cuore della notte, sono sudata ed ho la gola secca. Non riesco più a prendere sonno ormai. Esco dalla "mia stanza" e cerco quella di Stiles.
Trovo una porta con un cartello attaccato che dice: 'Do not disturb.'
Si, è proprio la sua stanza.
Entro piano, senza fare tanto rumore. Mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte.
"Mamma? Papà?" Dice Stiles con gli occhi chiusi.
"No, sono Tessa." Dico sorridendo per quello che sta succedendo. Adoro il suo viso.
"T-Tessa?" Dice il ragazzo aprendo gli occhi.
"Cosa ci fai quì?" Dice preoccupato.
"Beh, non riuscivo a dormire e d'istinto sono venuta nella tua stanza. Ora me ne vado, tranquillo." Dico irritata. Non sarei dovuta venire nella sua stanza, ho sbagliato. Non farò mai la cosa giusta.
Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta.
"Hey, hey. aspetta." Dice Stiles alzandosi per fermermi, prima che io possa aprire la porta.
"Che c'è Stiles? Me ne sto andando a letto. Lasciami in pace."
Dico ancora girata verso la porta. Le lecrime minacciano di uscire; sbatto più volte le palpebre e riesco a riportarle al loro posto.
"Ti prego resta..." Dice sussurrando. Mi giro verso di lui: ha gli occhi lucidi. Corro ad abbracciarlo, mi serviva proprio. Sentivo di stare per esplodere.
Ci stacchiamo dopo interminabili minuti e Stiles mi squadra dalla testa ai piedi.
Mi sono resa conto troppo tardi di essere solo in intimo, cerco di coprirmi con le braccia ma invano.
Il ragazzo si toglie la maglia e la porge a me.
"Tieni, avrai freddo." La metto e devo dire che mi sta abbastanza larga e lunga, ma ha un odore buonissimo.
"Vuoi dormire qui?" Dice, quasi supplicandomi. Non dico nulla e mi butto sul letto, seguita da Stiles.
"Ti sta bene la mia maglia. Ma ti preferivo prima..." Dopodichè mi cinge la vita e io, giuro, in questo momento non voglio andare da nessuna parte, voglio solo stare qui, vicino a lui.

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