Capitolo nove

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Il giorno dopo, la ragazza venne svegliata dal campanello di casa.

Lydia si mise a sedere sul letto strofinandosi gli occhi ancora assonnati e controllò l'orario sul suo cellulare appoggiato sul comodino alla sua sinistra: chi diavolo poteva essere alle 7 del mattino?

Lydia corse di sotto ancora in pigiama, imprecando quando il campanello continuò a suonare, convincendola definitivamente che non era solo un sogno ma la fastidiosa realtà.

La ragazza aprì la porta di legno e la sua bocca si spalancò quando vide chi c'era dietro.

"St-Stiles?", balbettò Lydia, non si aspettava che Stiles si sarebbe presentato a casa sua così presto dopo quello che era successo il giorno prima.

Mentre il volto di Lydia tradiva la sua sorpresa, quello di Stiles non lasciava trasparire alcuna emozione.

O forse una si: i suoi occhi, di solito nocciola, erano più scuri, quasi neri dalla rabbia.

"Sono venuto a prendere Allison. Oggi la porto fuori", spiegò il ragazzo.

La voce dura e priva del suo solito calore mise i brividi a Lydia.

"Io... Si insomma, non credo sia una buona idea. Ha l'asilo oggi e-".

"Non ti ho chiesto il permesso, Lydia", Stiles la interruppe, il suo nome pronunciato con talmente tanto disprezzo che le tremarono le mani, "Sono suo padre".

"Si, ma questo non ti dà il diritto di trattarmi così", dichiarò indispettita Lydia.

Capiva che ce l'avesse con lei, ma Allison non doveva essere una scusa per farla soffrire.

"Ma mi pare che essere sua madre ti abbia dato il diritto di tenermela nascosta per quattro anni", ribatté Stiles, facendo un passo avanti verso Lydia.

La ragazza era sconvolta: non immaginava che Stiles, il ragazzo che l'aveva sempre trattata con rispetto, potesse riservarle tanta rabbia.

Tanto odio.

Non aspettando una risposta, che non sarebbe arrivata, il ragazzo la superò e si diresse verso le scale.

Una volta arrivato nel corridoio del piano di sopra, Stiles aprì la porta della camera di Allison, sua figlia.

Un colpo al cuore solo a pensare a quelle parole.

Ma la camera era vuota ed estremamente a posto.

Lo sguardo del ragazzo puntò poi verso la porta spalancata accanto a quella dove era precedentemente entrato e vide la bambina stesa su un letto a due piazze.

Stiles non c'era mai stato, ma immaginava quella fosse la stanza di Lydia.

La sua teoria era avvalorata dalle foto appese alla parete di fronte al letto.

Molte, infatti, ritraevano la ragazza e la bambina: in alcune erano abbracciate, in altre Lydia le stringeva le guance o Allison faceva delle smorfie suscitando le risate della madre.

Non erano ordinate cronologicamente, ma Stiles individuò la più vecchia: immaginò fosse il giorno della nascita di Allison, dato che la bambina era ancora piccolissima tra le braccia di Lydia e sullo sfondo era riconoscibile una camera d'ospedale.

Just You and I || StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora