Capitolo 1

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CIAOO
VOLEVO DIRVI SOLO CHE QUANDO HO SCRITTO QUESTA STORIA ERO SOLO IN PRIMA MEDIA PERCIÒ NON AVEVO LE STESSE CAPACITÀ CHE HO ORA.
MI PIACEVA CHE TUTTO ANDASSE AVANTI MOLTO VELOCEMENTE, PROBABILMENTE CI SONO ANCHE ERRORI GRAMMATICALI.
GRAZIE E BUONA LETTURA❤️

Rifaccio per l'ennesima volta il fiocco del mio vestito rosa confetto.
Non riesce mai a piacermi abbastanza, è sempre troppo storto, troppo goffo o troppo grande.
"Smettila tesoro, stai benissimo così" mi giro e trovo mia madre che mi guarda sorridendo.
Sospiro controllandomi un'altra volta il fiocco.
Vedo lo sguardo di mia madre scivolare sulle mie mani, seguo il suo sguardo e guardo la mia mano tremare. Non me ne ero nemmeno accorta.
Le metto dietro la schiena abbozzando un sorriso.
"Andrà tutto benissimo tesoro" si avvicina mia madre baciandomi la fronte, io annuisco.
"Ti aspetto sotto Violet".
Prima di scendere mi guardo di nuovo allo specchio e risistemo lo chignon cercando di non lasciare capelli fuori posto, poi scendo le scale.
Mi mancherà Boston e tutti i quindici anni che ho passato qui, ma ora, rinizieró da capo, devo pensare al mio futuro.
Il clacson della macchina di mia madre mi risveglia dai pensieri.
Chiudo per l'ultima volta la porta di casa mia, cacciandoci dentro tutto il mio passato.
Mi siedo nei posti posteriori e per tutto il viaggio guardo fuori dal finestrino facendo scorrere velocemente tutta la mia vita.
"Violet, siamo arrivati" sorride mia madre dallo specchietto retrovisore.
"S-siamo già arrivati?" Balbetto.
Lei annuisce e io scendo.
Le faccio un cenno con la mano e mi precipito all'entrata del college.
Ci sono tutti ragazzi molto più grandi di me, mi sento così piccola qui.
Già mi manca Boston.
"Bambina l'asilo è dall'altra parte della città" sento una voce stridula alle mie spalle.
Appena mi giro sento tutte risate addosso a me e una ragazza decisamente troppo truccata con un vestito striminzito e fucsia.
Non mi piace proprio questo posto, ma lascio perdere e mi dirigo verso la presidenza guardando la pianta del campus e del college che ho stampato a casa.
Tutto sommato questo luogo è molto curato in ogni minimo dettaglio.
Busso tremolante.
"Avanti!" Sento dire.
Varco la porta e subito il preside si alza in piedi per stringermi la mano.
"Violet Castle, la ragazza prodigio. Ti diamo la benvenuta qui" "Per me è un onore essere qui" sorrido.
"Ci sono tantissime richieste quest'anno e i dormitori maschili non tengono abbastanza ragazzi, perció alcune stanze saranno miste. Non ti creerà problemi spero" convivere per tre anni con un ragazzo? No, cose da tutti i giorni ovviamente.
"Certo, non ci sono problemi" rispondo. Lui sorride e mi consegna le chiavi della camera.
Mi dirigo di corsa verso il dormitorio ma mentre sto andando sbatto contro qualcuno.
"Mi disp-" non termino la frase che lui esorta con "Stai attenta bambina. Non è il tuo posto qui." Mi guarda freddo, e a quello sguardo gelo.
Ha gli occhi azzurri e profondi come un oceano, nella quale vorresti nuotare e rinuotare all'interno.
Il fisico è snello ma allo stesso tempo contornato da una bellissima muscolatura.
Il suo viso è leggermente scavato e le sue labbra sono carnose e irresistibili.
Sbuffo e passo oltre.
È tutto davvero bello qui.
Cerco la mia camera ripetendomi mentalmente il numero che trovo scritto su ogni porta.
"Eccola!" Esclamo sorridendo quando vedo il numero 219 sulla porta.
Entro e rimango stupefatta da quanto sia grande la camera.
Ci sono due letti e una parte della stanza è tappezzata di poster e foto che riguardano il football.
L'idea che io debba dividere la camera con un ragazzo si fa sempre più ampia.
La porta si apre ed io mi giro di scatto.
Un ragazzo e una ragazza si stanno baciando e non si sono per nulla accorti della mia presenza.
Tossisco imbarazzata e il ragazzo si stacca irritato.
È il ragazzo di prima.
"Che ci fai tu qui?" Ringhia lui.
"È la mia camera" balbetto.
Sono sempre stata una ragazza timida e infatti sento le mie guance andarmi letteralmente a fuoco.
Lui bacia per un'ultima volta la ragazza e poi la fa uscire così mi ritrovo da sola, con lui, in una camera che in questo momento è troppo piccola.
"Bene, bene. Una piccola ragazzina nella mia camera. Qual è il tuo nome?" Sghignazza.
"Violet, Violet Pencil" sorrido imbarazzata.
"Oh. Sei la ragazza prodigio" ridacchia ancora più forte.
Sono sempre stata presa in giro dappertutto per questo, ma a Boston avevo Milly che mi difendeva, mi aiutava, mi proteggeva. Invece qui mi sembra di essere sola.

Una camera per 2//Daniel Sharman [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora