Capitolo 2.

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"Hai visto il mio cellulare?" Entra in camera un ragazzo alto, riccio, con una muscolatura prorompente e gli occhi di un verde affascinante.
"Oh, scusa non ti avevo vista. Sei nuova?" Mi sorride.
"Sì, è la ragazza prodigio" borbotta il ragazzo affianco a me.
"Ragazza prodigio? Significa che sei più bella delle altre? Perchè se è così è vero" continua il riccio con gli occhi verdi.
A quel complimento arrossisco.
"Piacere, Matt" mi porge la mano ed io la afferro dicendo "Violet".
Il mio compagno di stanza tossisce e Matt si gira verso di lui che sta tenendo il suo telefono tra le mani.
"Ciao Violet, ci vediamo in giro" sorride Matt ed esce.
"Vado a farmi una doccia" sospiro.
"Senti bambina, non osare entrare in doccia. Ci devo andare prima io, devo uscire con Natasha quindi la faccio prima io. Vado in camera di Matt, quel coglione ha dimenticato qui la sua maglietta" sbuffa e poi esce.
Guardo l'ora: tra poco sono le tre ed io non mi sono ancora lavata. Non posso aspettarlo, la faró in fretta e lui non se ne accorgerà nemmeno.
Prendo in fretta una t-shirt, un paio di jeans neri reggiseno e slip e mi dirigo di corsa nella doccia della mia camera.
Mi lavo in fretta lasciando scivolare tutti i pensieri che si sono accumulati già in una sola mezza giornata.
Esco dalla doccia e mi metto su il reggiseno e gli slip, ma solo ora mi accorgo di aver dimenticato il phone sopra il mio letto.
Esco anche dal bagno e prendo il phone ma vengo bloccata da una voce.
"Merda" vedo lui che mi guarda basito e con la mano sul cavallo dei pantaloni.
Squadra ogni centimetro del mio corpo e in quel momento mi sento davvero imbarazzata.
"Avevo dimenticato il phone" balbetto, di nuovo.
"Puoi dimenticarlo tutte le volte che vuoi, bambina" sorride malizioso.
"Beh allora cercheró di non dimenticarlo mai più" ironizzo.
Rientro in bagno mi asciugo i capelli e li lascio sciolti. Indosso la maglietta e i jeans ed esco.
"Ti posso fare una domanda?" Gli chiedo, lui non risponde ma io continuo ugualmente la domanda "come ti chiami?"
"Da quando in qua ti ho dato il permesso di rivolgermi la parola bambina?" Ringhia avvicinandosi sempre di più a me. I nostri respiri si toccano e il mio cuore accelera il suo battito.
"S-scusa" balbetto abbassando lo sguardo e uscendo dalla camera.
Quando dicono che la bellezza nasconde la cattiveria hanno proprio ragione.
Mi sento così fuori posto qui, come se il mondo mi avesse buttato addosso un macigno per vedere se riesco a tenerlo in piedi.
Non crollerai Violet. Non questa volta.
"Violet!" Mi chiama Matt con un sorriso stampato in faccia.
"Che succede?" "Oh niente, volevo farti una domanda" si gratta la testa imbarazzato.
"Ecco... Ti va se questa sera usciamo insieme? C'è un ristorante nel campus, potremo andare lì" sorride.
Il mio cuore inizia a battere fortissimo.
È un appuntamento? Il tuo primo appuntamento Violet.
"Uhm certo" abbozzo un sorriso.
Non ci posso ancora credere che un ragazzo carino come lui mi abbia chiesto di uscire.
Lo saluto e per tutta la giornata non smetto di sorridere.
Ritorno in camera mia e sul letto c'è ovviamente il ragazzo insopportabile che ho come compagno di stanza che gioca al cellulare.
"Studierai tutta la sera, bambina prodigio?" Sghignazza lui.
"No, devo uscire con Matt" gli rinfaccio.
Lui spegne il cellulare e mi guarda storto.
"E comunque non mi serve studiare, perchè come mi rinfacci da quando sono entrata nella tua camera, sono una bambina prodigio." Continuo.
"Beh allora sbagli ad andare con lui. Ha un Qi pari ad una patata"sghignazza e poi indica i miei pantaloni "quella patata."
"E insomma la tua Natasha? Ha un Qi equivalente ad una banana?" Indico il cavallo dei suoi pantaloni "quella banana."
"Piccola Violet, da bambina prodigio che sei, non sei capace di inventare battute, al posto di ricopiare quelle degli altri?" Si alza dal letto e si avvicina a me.
"Non mi spreco per persone come te" sorrido soddisfatta e mi allontano verso l'armadio.
"Puoi uscire? Devo cambiarmi" chiedo imbarazzata "non è nulla di ció che io non abbia mai visto" sussurra al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Lo lascio perdere e vado nel bagno per cambiarmi.
Quando esco lo vedo lì sulla porta del bagno.
"Daniel." Dice lasciando sfiorare i nostri sguardi.
"C-cosa?" Balbetto.

"Mi chiamo Daniel. Daniel Sharman" la sua bocca si allarga in un piccolo sorriso, probabilmente involontario.

Una camera per 2//Daniel Sharman [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora