-Hello-

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  Sabato arrivò velocemente e finalmente riuscii ad alzarmi alle nove (gli altri gironi avevo dovuto alzarmi alle otto), visto che la lezione di matematica era alle dieci. Quando mi alzai, dopo essere andata in bagno, mi recai stancamente a fare colazione dopo aver indossato la divisa. Le ragazze erano ancora a letto, nessuna di loro aveva voglia di alzarsi, ma erano tutte sveglie. Andai a fare colazione, la mensa era quasi deserta, mangiai velocemente qualcosa prima di dirigermi in classe.
Durante la settimana non avevo fatto amicizia con molte persone, per lo più con qualche ragazza che mi aveva presentato Lucia . Hanon se ne stava quasi sempre da sola o con dei ragazzi, un gruppetto di cui faceva parte anche la rappresentate degli studenti di cui non ricordo il nome, che io evitavo. Rina era perennemente in compagnia di un ragazzo, ma non sempre lo stesso e quindi non ero interessata a stringere amicizia con il mal capitato di turno.
Arrivai davanti l'aula con la voglia di essere fuori, sdraiata all'ombra di un albero, avvolta dal tepore del sole, invece che lì a fare matematica. Almeno, visto che ero in anticipo potevo sedermi a leggere un libro... La luce del sole entrava dalle finestre, luminosa e silenziosa, illuminando l'aula semi vuota. Infatti, anche se all'inizio non me ne ero accorta poi mi resi conto che c'era un ragazzo nascosto nell'ombra.
Appena entrai si voltò nella mia direzione e io mi pietrificai, anche se solo per un istante, perché era bellissimo, ma i suoi occhi erano freddi... incredibilmente freddi. Occhi castani intensi, sembravano metallici come quelli di Jin, capelli castani come il cioccalato, lunghi un pò più del normale, gli ricadevano scomposti sulla pelle chiarissima. I tratti del viso erano bellissimi e armoniosi, leggermente squadrati, e al contempo leggermente femminei. L'uniforme blu gli dava un'aria elegante e vagamente sofisticata, sottolineando il fisico asciutto e ben temprato, al contrario di me che faceva sembrare una mascot di una squadra di baseboll liceale.
Il suo sguardo mi percorse da capo a piedi, sembrava incredulo e scioccato. -Tu...tu che...ci fai qui?- la sua voce era un sussurro dolce e triste.
-Sono qui per la lezione.- risposi confusa, non riuscivo a comprendere il perché di quel comportamento.
Lui sgranò gli occhi per un istante, poi abbassò la testa. Mi avvicinai e gli sfiorai un braccio per attirare la sua attenzione: -Stai bene? Ti senti male?- chiesi un po' preoccupata.
Lui mi afferrò la mano e sentii il suo pollice accarezzarne il dorso un'unica volta, poi la lasciò e si allontanò appoggiandosi ad un banco.
Continuava a evitare il mio sguardo, quando alzò il volto i nostri occhi si incrociarono e lui mi fissò in modo curioso e distaccato, era come se non fosse ancora sicuro di quello che vedeva e non volesse lasciar trapelare alcun emozione. Infine mi sorrise e lo sguardo si addolcì un poco, ma improvvisamente divenne anche arrogante e impenetrabile.
-Credo tu abbia sbagliato aula, matricola, ti sei persa?- domandò con la sua voce profonda, melodiosa e fredda.
Matricola? Persa? Però che cambio di direzione! Come era successo? Mi ero persa qualcosa? -Io non sono una matricola.- gli risposi ancora un pò confusa. Ma quello era in classe con me? E che cosa gli era preso d'improvviso?
Lui alzò le sopracciglia vagamente confuso. -Di che hanno sei?- chiese soprappensiero, valutando qualcosa, lo sguardo perso nel vuoto.
-Sono al terzo anno.- risposi con tranquillità, ancora sorpresa per il cambio repentino di comportamento.
Lo sguardo che mi rivolse era a dir poco scioccato. -Al terzo anno? Sul serio? Pensavo fossi al primo.- pronunciò le parole con un certo divertimento, quasi per prendermi in giro o per prendere le distanze.
Mi irrigidii. -Invece sono al terzo!- dissi con tono irritato.
Lui alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere divertito dalla mia reazione, in quello non c'era niente di calcolato. -Ma come siamo permalose, ragazzina!- mi prese in giro.
-Senti un pò moccioso! Come ti permetti?!- scattai, la faccia rossa di rabbia. Ragazzina a me? Avevo un secolo, io!
Lui rise ancora di più, avevo voglia di prendere a pugni quel suo bel viso! Davvero e stavo per farlo, per la prima volta in vita mia avrei preso a pugni qualcuno e al diavolo il resto! Ma quando alzai il pugno lui mi fermò bloccandomi il polso in una presa ferrea.
-Scusa, davvero.- disse sorridendo. -Ma eri un amore, non sono riuscito a trattenermi.-
Lo fissai ancora più rossa, a causa dell'imbarazzo stavolta, totalmente senza parole.
Il suo sorriso si fece più ampio. Mi lasciò il polso, poi mi mise un dito sotto il mento facendomi alzare la faccia, mi baciò lievemente le labbra.
-Per scusarmi, principessa.- bisbigliò, poi si allontanò e uscì dall'aula mentre io me ne stavo impietrita a fissare il vuoto, il mio cervello assolutamente fermo a pochi istanti prima.
Que... que... quello era... era il mio... il mio... PRIMO BACIO!!!!
Avevo voglia di gridare, ma Hanon entrò nell'aula sbadigliando e mi guardò con aria sorpresa dopo avermi visto. -Che succede?-
Aprii bocca un paio di volte, ma non riuscii a dire niente. Alla fine mi misi seduta e fissai la lavagna con la mente totalmente vuota, Hanon continuava a guardarmi confusa.
Il ragazzo di prima rientrò con un libro, posai lo sguardo su di lui e lo fulminai, mi alzai dalla sedia battendo le mani sul banco.
-Tu!- iniziai, ma Hanon  mi afferro per una spalla, fermandomi.
-Che cosa le hai fatto Lorenzo?- domandò con aria di rimprovero.
Lui si finse offeso. -Io?- chiese con innocenza e incredulità.
-Si, esatto, TU!- sottolineò il "tu" in modo molto chiaro che mi fece sorridere.
-Io non ho fatto niente... di male alla piccola...?- chiese voltandosi verso di me.
-Rioko! Rioko Azuko!- risposi tra i denti, avevo davvero voglia di picchiarlo.
Lui mi guardò con rinnovato interesse. -Sei nuova, giusto?- domandò con gentilezza. Dove diavolo era la sua gentilezza dieci minuti fa???
-Si, ma non è un buon motivo per...- non terminai la frase, arrossii violentemente e distolsi lo sguardo da lui imbarazzata.
La professoressa entrò e noi ci mettemmo seduti. Lorenzo si sedette dietro di me, sentivo il suo sguardo sulla schiena e mi innervosiva.
-Oh, continuate pure ragazzi. Mancano ancora 15 minuti prima della lezione.- disse con un sorriso, era una donna davvero gentile, la professoressa migliore dell'istituto. In quel momento però avrei preferito che fosse un po' più severa.
Non mi mossi, pensavo fosse meglio restare dov'ero.
Lorenzo si avvicinò da dietro e mi disse. -Io sono Lorenzo Ostuni, piacere principessa.- il suo tono di voce aveva un che di sarcastico.
-Mi chiamo Rioko.- non avevo mai avuto un tono tanto velenoso in vita mia.
-E' un nome splendido.- continuò ignorando tutto il vetriolo presente nella mia voce. -Rioko, vuol dire oceano. Dovresti tentare di essere all'altezza del tuo nome, principessa.- concluse con gentilezza, come se cercasse di farmi un complimento.
-Smettila di chiamarmi principessa!- sbuffai girandomi.
Lui mi guardò sorridendo. -A me sembra un soprannome carino.-
Volevo tirargli uno schiaffo, ma c'era la professoressa e non mi sembrava il caso.
-Smettila Lorenzo .- l'avvisò Hanon , sembrava molto seria, era come se qualcosa le desse profondamente fastidio.
Lui la guardò di sottecchi. -Stiamo solo scherzando.-
Uno schiaffo! Uno solo! Vi prego!
-A me sembra che tu la stia solo irritando!- ribatté prontamente Hanon. Sembrava però che lo dicesse più per rabbia verso Lorenzo che per venire in mio aiuto.
-Che succede?- mi chiese Rina, non mi ero nemmeno accorta che era arrivata.
-Niente!- risposi a denti stretti, ancora irritata.
Rina guardò incuriosita Lorenzo, che la ignorò e la cosa mi sorprese, di solito i ragazzi sgomitavano per parlare con lei. Lucia prese posto accanto a Hanon sbadigliando e tirò fuori il quaderno, poi si voltò a chiedermi -Sicura di non voler venire con noi?-
Scossi la testa sconsolata, reprimendo la rabbia verso il mio maleducato compagno di classe e risposi con il tono più calmo possibile -Devo rimettermi in pari.-
In realtà era una scusa, Gaito mi aveva fatto notare che allentandomi non avrei potuto indagare sui vampiri e io avevo ceduto: il dovere prima di tutto, anche se con molto rammarico.
La professoressa iniziò la lezione e a me arrivò un bigliettino da parte di Rina.
*-Che voleva Ostuni?-*
Fissai il foglietto interdetta, che gli rispondevo? Optai per la sincerità e scrissi:
*-Rompermi le scatole!-*
Lei lesse la risposta e mi fissò sorpresa.
-Lui non parla mai con nessuno!- bisbigliò.
Ora toccava a me essere sorpresa, anzi sbalordita. -Cosa?- chiesi incredula, tentando di tenere la voce bassa.
-Si lui...-
-Signorina De la Cur, signorina Azkumo, la mia lezione vi annoia?- ci riprese la prof.
-Ci scusi.- facemmo il coretto e ci concentrammo sulla lezione, o meglio io mi concentrai, mentre Rina continuava a guardare Lorenzo .
Quando la lezione fu finita io corsi fuori e mi fermai ad aspettare le altre, Hanon e Lucia arrivarono quasi subito ma di Rina non c'era traccia e quando le guardai con aria interrogativa Lucia alzò gli occhi al cielo esasperata e Hanon mi fissò seccata.
-Sta parlando con Lorenzo.- era la prima volta che Hanon  era irritata con Rina per via di un ragazzo.
-Una bella coppia.- assentii ancora seccata per il comportamento di quel tipo.
-Ti sbagli!- replicò con rabbia la mia amica, quel giorno i suoi capelli ricci erano sciolti e lei ricordava vagamente un leone. -Lorenzo non è il tipo di ragazzo frivolo che credi! Non è come Rina! Non è il tipo che pensi! Non lo è affatto!-
Rimasi scioccata, non tanto perché quello che "non" doveva essere un ragazzo frivolo mi aveva baciato meno di tre ore prima con assoluta indifferenza nonostante fossi un estranea, ma perché Hanon non aveva mai prima di quel momento, perso le staffe. Era sempre stata calma e tranquilla, sembrava inoffensiva, ma in quel momento invece mi apparve almeno un po' pericolosa, anche se non saprei bene dire il perché.
-Scusa... non volevo offenderti. Ma... - temevo di porre quella domanda. -... per caso lui è... il tuo ragazzo?- dì di no, non voglio dirti che tre ore fa ti ha tradito!
-No, ovviamente!- disse lei scuotendo la testa. -Ma è un mio amico di vecchia data, per così dire.-
-E hai un debole per lui?- azzardai, sempre cauta.
Hanon mi fissò quasi disgustata -Assolutamente no!-
Feci cenno di si con la testa, lieta della notizia.
-Io mi avvio, Rina ci mette sempre una vita.- fece Lucia, per niente toccata dal comportamento della nostra amica. -Vieni Hanon??-
Hanon scoccò un occhiata preoccupata alla porta e io dissi. -Io non devo fare i bagagli quindi resto ad aspettare Rina, poi vi raggiungiamo.-
A quel punto fui io a guadagnarmi un occhiata preoccupata, e non capii sinceramente, ma sostenni il suo sguardo con serenità.
-Va bene.- bisbigliò, quasi con amarezza.
-Verremo appena esce.- tentai di rassicurarla.
Lei fece un cenno d'assenso e si girò avviandosi per le scale, Lucia e io ci scambiammo un occhiata confusa, del tipo:che accidenti sta succedendo? Poi seguì velocemente Hanon giù per le scale.
Tirai fuori una bottiglia d'acqua dallo zaino e ne bevvi un sorso, appoggiandomi al muro, mentre aspettavo pazientemente Rina.Neanche cinque minuti dopo lei corse fuori dall'aula in lacrime e si precipitò al piano terra senza nemmeno notarmi. Io rimasi un attimo esterrefatta a guardarla prima di entrare in classe a scambiare due paroline con Ostuni.
Lui era ancora al suo banco, il sole gli illuminava tenue la mano, i raggi entravano molto meno direttamente ora che era mezzogiorno. Mi avvicinai con passo tranquillo, anche se il mio cuore batteva un pò forte.
-Domanda.- esordii quando fui davanti al suo banco, lui alzò gli occhi che erano fissi sul suo zaino nel quale stava riponendo i libri -Un ragazza parla con te, è tranquilla, sorridente, e meno di venti minuti dopo la vedo uscire dalla classe piangendo...che cosa è successo?-
Serrò le mascelle. -Non sono affari tuoi Rioko.-
-Oh, devo irritarti per farti usare il mio nome, lo terrò a mente!- dissi con fare pensieroso e provocatorio.
Lui scosse la testa, ma gli sfuggì un sorriso. -Io e la tua amica non andiamo d'accordo, dovrebbe starmi alla larga, a me non piacciono i tipi come lei.- mi fissò intensamente, ma io evitavo di guardarlo negli occhi, fissavo invece le sue mani: aveva le dita lunghe e affusolate, sarebbe stato un ottimo pianista.
-Questo è un tuo diritto.- assentii alzando lo sguardo, lui mi fissò sorpreso. -Tutta via hai esagerato.-
-La tua amica non capisce il significato della parola no.->riprese lui con decisione
-Ha un nome... "la mia amica"... è Rina!- gli feci notare con una certa dose di irritazione.
-Oh... Immagino lo conoscano molti ragazzi.-fu il suo commento.
Stappai la bottiglia e gli vuotai il contenuto addosso. -Sei un idiota!- detto ciò mi voltai e me ne andai, lasciandolo lì totalmente sbalordito.

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