-Ready set go!-

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  Era tutto totalmente bruciato e la cosa triste è che dai resti delle macerie sembrava anche essere stato un bel posto, molto fornito, pieno di attrezzature e altra roba, ora però era solo una stanza molto annerita, grande quanto tre stanze da letto del dormitorio, ma il mobilio era completamente bruciato. Mi guardavo attorno un po' confusa, Lorenzo era appoggiato sullo stipite di legno bruciacchiato della porta e mi osservava mentre mi guardavo attorno, attenta a non pestare le macerie o ciò che rimaneva di qualche strano macchinario.
-Non sembra sia rimasto molto.- commentai senza guardarlo.
-Quello che è sopravvissuto è stato prontamente spostato. L'incendio è stato subito fermato, ma alcune attrezzature, più tutto il sangue che era stato creato, sono ormai totalmente inutilizzabili.-
-Mi dispiace.- mi scusai, anche se non ero stata io a fare quel disastro.
-Non è colpa tua. Dovremmo prendercela con Noelle.-> mi fece notare Lorenzo , pronunciando con un certo astio il nome di Noelle.
Diedi un calcio a un pezzo di legno che mi sporcò di cenere la scarpa. -Lei è fatta così.-
-Smetterai mai di giustificarla?- domandò un po' seccato.
-La vera domanda è "smetterai mai di volerle bene?"- dissi soprapensiero a voce bassa.
-Ogni tanto mi faccio una domanda diversa.- bisbigliò al mio orecchio Lore, abbracciandomi.
Gli lanciai un occhiata confusa, ma non replicai.
-Ora come farete?- domandai incuriosita.
-Tranquilla, abbiamo delle scorte, in casi estremi comunque posso sempre mangiare te!- mi prese in giro baciandomi il collo. Mi sentii percorrere da un brivido.
-Dobbiamo andarcene.- gli feci notare riprendendo il controllo di me.
-Allora è il caso che le portiamo via.- si limitò a dire.
-Dove?- chiesi. Era un ottima domanda. Dovevamo andarcene, ma dove?
-Pensavamo di spostarci verso l'Inghilterra. C'è una casa ... proprio sulla costa, vicino a Norwich.-
-Sulla costa? Inghilterra? Vuoi attraversare il mare? Sei totalmente impazzito?- domandai scioccata. -Non possiamo andare in un luogo circondato dall'acqua, ci ucciderebbe in pochissimi secondi!-
-Okay, possiamo prendere un aereo. Così è più ragionevole.- propose stringendomi ancora più forte e impedendomi di muovermi.
-Non è una buona idea. Blast scatena i temporali, sarebbe più pericoloso che in mare.. forse... Meglio evitare.- tentai di spiegare mentre le sue labbra mi accarezzavano il collo. Parlavo un po' a fatica. -Lore.. dovresti...-
-Trovare una camera da letto?- propose.
Mi allontanai da lui con una spinta. -Restare serio.- dissi respirando piano e tentando di calmare il battito accelerato del mio cuore. -Lorenzo  siamo in pericolo. Tu, io, Lucia e anche gli altri. Siamo in pericolo, non c'è tempo di scherzare.- bisbigliai.
-Non scherzo quando dico che ti voglio.- il suo tono dolce era serio.
Scossi la testa. Non era il momento, non era proprio il momento, ma capivo anche il suo punto di vista. Sospirai.
-Io non sono pratica di queste cose.- mi scusai quasi.
Lui scoppiò a ridere. -Non è questione di essere pratici, non si tratta di un lavoro, Rioko!-
Mi coprii la faccia con le mani, rossisissima. Lui tornò ad abbracciarmi con dolcezza, baciandomi la fronte. -Non volevo metterti a disagio.-
-Non importa.- bisbigliai.
-Non ti sei mai innamorata?- domandò con gentilezza. -Non c'è mai stato qualcuno a cui volevi essere vicina come io voglio esserlo con te? Io scherzo perché sei adorabile quando ti imbarazzi, ma ti voglio, ti voglio davvero.-
Nascosi la testa nella sua spalla.
-Davvero non ti sei mai innamorata di nessuno?- chiese divertito.
-Una sirena può amare una sola persona per tutta la vita.- risposi seria.
-E quella persona sono io?- chiesi con leggerezza e un pizzico di incertezza.
-No, Bred Pitt.- scherzai a voce bassa.
-Vorrei che lo dicessi.- bisbigliò con voce dolce più del miele, e così persuasiva. Avrei fatta qualunque cosa se mi fosse stata chiesta con un tono di voce tanto dolce.
-Ti amo.- dissi fissandolo negli occhi. Lui si chinò a baciarmi e io mi persi totalmente in quel bacio. Perché era Lorenzo , solo perché era Lorenzo , riuscivo a lasciarmi trasportare dai suo baci, cosa che non riuscivo assolutamente a fare quando il suo aspetto meno umano veniva fuori.
-Ti amo anch'io, piccola.- bisbigliò con dolcezza a pochi centimetri dalle mie labbra.
Un esplosione ci fece trasalire spezzando il momento.
-Che succede?-chiesi spaesata, guardando la porta. In un istante davanti a me si materializzò Francesca.
-Ci stanno attaccando.- disse sbrigativa.
-"Stanno"? Chi?- domandai confusa.
-Tua sorella con altre cinque persone.- rispose sparendo poi nel nulla.
-Altre cinque?- ripetei. Non mi veniva in mente nessuno che poteva aiutare Noelle ad attaccarci, anche se indubbiamente parecchie sirene sarebbero corse in suo aiuto in situazioni normali, visto che Gaito aveva rinunciato a dare battaglia le altre sirene avrebbero rifiutato di inalberarsi in questa battaglia per rispetto verso di lui, o forse, semplicemente, perché lo temevano. Ma allora chi? Chi poteva essere?
Stavo per incamminarmi verso la porta quando sentii Lore bisbigliare -Rimani qui.-
Mi voltai per guardarlo ma vidi che era svanito, quando andai verso la porta la trovai bloccata da un mobile. Accidenti a lui! Ero una sirena, io non avevo bisogno di essere protetta!Il mio problema principale era che non sapevo come uscire da quella stanza, né chi avrei dovuto affrontare. Mi guardai intorno in cerca di una finestra, ma non c'era niente a parte tre pareti molto nere.
Un'altra esplosione riempì l'aria. Chissà se Lorenzo stava bene. Se ne era andato da pochissimo tempo e ero già preoccupatissima. Perché accidenti mi aveva lasciato lì? Davvero era solo per proteggermi? Basta pensarci! Un uscita! Avevo bisogno di un uscita! Era il momento di sfruttare i miei poteri per abbattere una parete, gli stessi poteri che non ero mai riuscita a controllare, gli stessi che avrebbero potuto distruggermi, quei poteri, dovevo usare quei poteri.
E se invece avessi provato a prendere a mazzate la parete? Magari sarei riuscita a buttare giù la parete comunque ...
Scossi la testa sconfitta e rassegnata: potevo solo usare i miei poteri e sperare che tutto andasse bene. Certe le ultime volte avevo scatenata una tempesta, rotto una diga, creato un'onda di maremoto e non avevo provato a fare nessuna di queste cose. Ma forse, solo forse, stavolta sarebbe andata bene.
Chiusi gli occhi respirando regolarmente, tentando ci calmarmi, di concentrarmi, paradossalmente come mi aveva insegnato Noelle. Inizialmente ero troppo tesa, quando poi un altro rumore molto forte, una sorta di schianto, come qualcosa che viene scagliato contro un mobile fracassandolo, mi sorprese trasalii.
Sospirai rumorosamente, così non andava! Chiusi di nuovo gli occhi e provai ricordare la pace che c'era nel mare profondo, i suoni attenuati, la luce fioca, la dolcezza di un blu infinito che si stendeva dappertutto intorno a me. Lentamente i miei sensi iniziarono a percepire l'acqua nel sottosuolo, le tubature in cui scorreva e l'energia dello stesso tipo fuori da quella stanza. Provai ad analizzarla più attentamente, la chiamai a me fino a percepirla, a sentirla, quasi fosse palpabile. Poi fu come essere attraversata dall'acqua, mi sentii sciogliere lentamente, prima la carne, poi le ossa, fino alla mia anima, tutto di me diventava liquido. Non era doloroso, solo freddo e un po' viscido.
Sentii l'acqua scivolarmi dal corpo, quando riaprii gli occhi mi trovai davanti a una strana scena: Francesca, Dave e Hanon erano vicino alla parete e stavano sulla difensiva, Isabelle era accanto ad Adrian e a la professoressa Gordon, dietro di loro c'era Elle, dalla cui camicia strappata si vedevano dei tagli che si rimarginavano molto velocemente. Lorenzo  era ... bèh, accanto a me, dove fosse prima non lo so, ma in quel momento era alla mia sinistra e mi stringeva un polso con uno sguardo preoccupato. Guardai gli altri: niente di positivo! Oltre a Noelle che mi fissava incredula c'erano Aletto, Tisifone e Megera, le tre figlie di Ade. Ed ecco la risposta a chi aveva appoggiato Noelle: Ade.
Aletto mi sorrise divertita, le sue mani erano macchiate di sangue come il suo flagello, indossava un vestito nero senza maniche che esaltava la pelle chiara, gli occhi ambrati avevano un bagliore sinistro e divertito, mentre i suoi capelli verdi e ricci erano legati in una coda, alcune ciocche però le ricadevano scompostamente sul visto aquilino, incorniciandolo e dandole un effetto quasi grazioso.
Tisifone invece si mosse con cautela verso la sorella Megera, entrambe indossavano jeans e maglietta nera, e la loro pelle era chiara come quella della sorella. Tisifone aveva in mano una spada e portava i lunghi capelli rossi e gialli lisci raccolti in una coda, gli occhi rossi brillavano sinistri, aveva le labbra sottili stese in una smorfia seccata, come se non le andasse particolarmente di essere lì, il volto aveva dei lineamenti spigolosi e squadrati. Megera invece aveva i capelli mossi, rossi e neri, e gli occhi verdi come quelli dei serpenti e aveva in mano dei coltelli da lancio, le sue dita erano sottili così come il corpo agile, ma aveva un viso un po' schiacciato, dalla fronte ampia e l'espressione era disgustata. Tutte e tre erano alte più o meno un metro e sessanta, e indossavano abiti che lasciavano scoperta la schiena.
Feci una smorfia. Sarei dovuta essere sorpresa, vero? Be, meglio loro che le arpie, quelle tre erano tremende. Non che le erinni fossero da meno! Anzi erano peggio, ma non avendoci legato riuscivo ad andargli contro più facilmente.
-Tu! Mocciosa indegna ....- disse una voce tonante e baritonale alla mia sinistra, mi voltai in tempo per vedere Thanatos puntarmi contro un dito. Nell'altra mano stringeva in modo spasmodico la grande lancia che aveva due lame: una lunga e ampia all'estremità maggiore e una piccola e molto più corta a quella minore, si poteva impugnare solo al centro e aveva un aspetto tutt'altro che rassicurante. I capelli nerissimi come la notte gli ricadevano sulle ampie spalle muscolose, il suo sguardo era freddo e nerissimo tanto che mi diede i brividi. Era alto almeno un metro e novanta e aveva un corpo muscoloso e imponente, un espressione furiosa e fredda.
-Calmati fratello.- gli disse la sua gemella Hypnos, che con eleganza gli posò un amano sottile sul braccio muscoloso, i sui lunghi capelli argentei sfiorarono il braccio del fratello, i suoi occhi erano di giallo dorato, come quello dei gatti. Nell'altra mano stringeva un alabarda che in qualche modo sembrava inappropriata associata a lei. Il suo sguardo era crucciato e un po' seccato e deformava il suo volto splendido e delicato. Era alta poco meno del fratello, ma al contrario di lui era calma e aveva una spetto delicato.
Non la invidiavo con un fratello simile!
Tirai fuori le mie armi, che si trasformare in una scia d'acqua che si solidificò nelle mie mani, preparandomi a combattere i caso fosse necessario. Sentii che dietro di me Lorenzo  si stava irrigidendo, pronto anch'egli a combattere e, ne ero certa, a proteggermi da qualunque aggressione.
-Che sta succedendo?- domandai con una certa calma, ignorando Lore dietro di me e concentrandomi unicamente sui due gemelli Hypnos e Thanatos, che però non si assomigliavano poi così tanto. La ragazza sembrava molto più dolce di suo fratello ... In fondo nella mitologia greca Hypnos rappresentava il sonno e Thanatos la morte. -Perché siete qui? Gaito a rinunciato alla missione, loro non sono nemici.- chiesi ancora fissandoli.
-Nettuno avrà anche rinunciato, ma Ade no!- rispose con freddezza Thanatos. -E noi avremo la vita di quei mostri e se ti ostinerai a metterti in mezzo anche la tua!-
-Non mi fai paura, sbruffone!- Esclamai ruotando le armi che avevo in mano. L'esperienza aiuta a volte.
-Pensi di potermi sfidare con i tuoi sai? Pensi di farmi paura, sirena?- chiese con aria di sfida, era il solito sbruffone.
Lo fissai confusa. -Con che?- chiesi senza capire.
Lui mi guardò seccato, poi scosse la testa stancamente. -I "sai"! I tuoi pugnali!-
-Ah...!- esclamai, guardandoli. Finalmente conoscevo i nomi di quei cosi!
-Ecco perché le donne non dovrebbero combattere.- mormorò seccato.
Aletto gli saltò addosso mentre Megera gli tirava un coltello che si andò a conficcasi nel suo avambraccio.
-Come osi?- domandò in tono velenoso Aletto, mentre Tisifone teneva sotto controllo i vampiri e quelli che avevo creduto due umani presenti nella sala.
-Togliti razza di inutile pipistrello!- disse colpendola al braccio con la lancia, lei schizzò indietro con una mossa veloce, dalla sua schiena spuntarono delle cupe ali nere e sottili, come quelle dei pipistrelli.
-Perché Noelle?- mi voltai a chiederle ignorando quelli idioti: far arrabbiare le dee della vendetta, come si può essere così incredibilmente stupidi? -Perché vuoi così tanto la loro morte?-
Lei mi fissò senza rispondere, il suo sguardo era tornato freddissimo e indifferente.
-Qual è il tuo problema?- domandai ancora. -Perché devi sempre fare così? Cosa ti hanno fatto i vampiri, si può sapere?-
A quella domanda Blast si materializzò nella sua mano, lei la puntò verso di me con mano ferma, in un istante Lorenzo  mi si materializzò davanti.
-Accidenti! Stupido!- imprecai tentando si spostarlo; forse Noelle non avrebbe colpito me, ma di certo avrebbe ucciso lui!
Quando il colpo si sprigionò dalla punta del tridente un simbolo mi si materializzò nella testa, era come vedere una diapositiva che appare all'improvviso, poi inizia a bruciare come un marchio a fuoco, emanando potere e luce. Senza che me ne rendessi conto i miei poteri si unirono a quel simbolo, formandolo davanti ai miei occhi in forma liquida. Vidi il potere di Noelle scagliarsi su di noi e scivolare addosso allo scudo che avevo evocato come un l'acqua del mare scivola sugli scogli. Sperai che lo scudo avesse avvolto anche gli altri così nessuno si sarebbe fatto male.
Tisifone si scagliò verso di noi mentre lo scudo si dissolveva, io evitai il colpo della sua spada, che mi sfiorò il braccio sinistro, parai un altro colpo con il sai che stringevo nella mano destra e usai quello a nella sinistra per trapassarle il braccio con cui stringeva la spada. Lanciò un urlo e la spada le cadde di mano, mentre riprendevo l'arma e facevo un passo indietro le dita della sua mano e le unghie si trasformarono in artigli. Con un movimento veloce mi graffiò la faccia colpendomi in pieno viso. Barcollai e caddi sul pavimento, ma mi rialzai con un salto agile mettendomi in posizione di difesa. Thanatos puntò la sua gigantesca lancia verso di me.
-Non sei così male ragazzina, penso sia un peccato che tu debba morire.- disse con un discreto sorriso, la sua lama che vibrava di una cupa luce nera.
Lorenzo  mi affiancò con il suo solito fare protettivo, mi voltai a guardarlo e vidi che era incredibilmente teso, i muscoli pronti allo scatto, ricordava una tigre che se ne stava sdraiata a terra, sembrava tranquilla, ma era sempre all'erta, pronta a muoversi al minimo movimento.
-Se fossi in te non farei un altro passo.- minacciò Lorenzo  con un ringhio, la sua voce nonostante tutto suonava ugualmente bellissima alle mie orecchie.
Scossi la testa per riacquistare la lucidità: dovevo trovare un modo per andarcene di lì e in fretta. Proprio come avevo fatto prima, ci doveva essere un modo per scappare tutti insieme usando l'acqua.
Lorenzo  mi strattonò violentemente, evitando così che il colpo di Tisifone mi prendesse in pieno.
-Ma che accidenti---?- farfugliai quando mi si formò un taglio sul braccio, a quanto pare non avevo nemmeno il tempo di riflettere per trovare una soluzione.
Lei ghignò. -Hai appena iniziato a soffrire.-
Sbuffai. -Se pensi di farmi paura bella mia, vuol dire che non mi conosci.-
Lei mi si avventò contro ma io riuscii a evitare tutti i colpi arretrando e scansandomi, alla fine ne parai uno con una mano e girando sul me stessa lungo il suo braccio le ficcai uno dei miei tridenti nella schiena. Lei lanciò un urlo e si inginocchiò a terra, poi si voltò fissandomi con odio sibilò con rabbia il mio nome.
Mossi la mano per richiamare il pugnale che come una scia liquida si materializzò nuovamente nella mia mano, quando Tisifone si alzò dalla sua schiena uscirono cupe ali nere che, come quelle della sorella, ricordavano le ali di un gigantesco pipistrello. Dovevamo trovare il modo di andarcene e in fretta, la situazione stava diventando sempre più confusa e sempre più pericolosa.
Feci tre passi indietro e provai nuovamente a concentrarmi, percepii l'acqua attorno a me, probabilmente ci riuscii facilmente anche perché stavo combattendo, poi percepii qualcosa di oscuro e di rosso, come le fiamme, ma al tempo stesso era freddo come il ghiaccio, qualcosa che aveva l'essenza dello zolfo e del mercurio e che stava tentando di colpirmi. Usai l'acqua, la chiamai a me e la plasmai per fermare i suoi colpi e per avvolgerla, per imprigionarla. Funzionò. L'acqua rispose al mio volere come fosse parte della mia anima o della mia essenza. Un potere che forse avrebbe potuto essere definito magico... Non avrei saputo dirlo con certezza.
Visto che l'acqua sembra rispondermi quando avevo bisogno d'aiuto, chiesi a lei come fare per fuggire via da lì, il più lontano possibile. Nell'acqua, in un angolo della mia mente, si formò l'immagine di una luce azzurra di cui l'acqua stessa era pervasa. La chiamai a me chiedendo di avvolgerci tutti e di portarci lontano da lì. Poi sentii che mi avvolgeva una coltre blu intenso, riuscivo a vederla con gli occhi della mente mentre avvolgeva anche Lorenzo  e Hanon e tutti gli altri. Quel blu divenne sempre più scure, poi d'improvviso percepii un colore più tenue, come se fosse illuminato da della luce, e trascinai tutto verso di lui.
Quando riaprii gli occhi avevo i piedi in una fontana, sentii su di me lo sguardo di tutti i vampiri che mi ero portata dietro, più quello di Elle e Adrian. Il mio sguardo era rivolto in alto, al cielo limpido che si stava lentamente rischiarando. Fui assalita da una tremenda stanchezza e mentre guardavo le stelle che sembravano scomparire all'orizzonte mentre la luce avanzava, davanti ai miei occhi tutto divenne nero.

||•Mermaid Vampire•||♡Lorenzo Ostuni♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora