La settimana andava avanti in modo caotico, ma non ero mai stata così felice, le mie giornate si dividevano tra il tempo che trascorrevo con Lorenzo , le lezioni e le ore di studio, in questo ordine preciso. Anche con Hanon le cose andavano meglio, parlavamo di più e mi aveva obbligato a iniziare a leggere alcuni manga: Fruits Backet, Clover e Mars. Devo dire che mi piacevano abbastanza.
Mancava una sola settimana alla recita e la cosa non mi piaceva nemmeno un pò, anche perchè il musicista aveva detto che usare una canzone famosa non gli piaceva e ne aveva scritta un altra: ora a me toccava impararla a memoria e saperla cantare. Le scenografie erano quasi pronte, dipingere la luna non era stato molto difficile, il problema erano le pareti e le finestre.
Mentre finivo il disegno della finestra dal quale si vedeva la luna sentii qualcuno poggiare a terra qualcosa, probabilmente un'altra anta della scenografia da dipingere, mentre finivo di dipingere un finto stipite della finestra stando attenta a fare l'ombra, quando qualcuno mi mise una mano sulla spalla per attirare la mia attenzione. Mi voltai con il pennello di vernice alzato e rimasi un pò sorpresa: mi trovai davanti a un ragazzo molto attraente, muscoloso, con una maglietta bianca aderente che sottolineava i muscoli del petto ampio, era alto una ventina di centimetri più di me. Aveva i capelli corti e castani, tutti spettinati, che incorniciavano il bel visto ovale, dai lineamenti morbidi, solo lievemente squadrati, e gli occhi dalle ciglia lunghe... occhi verdi come smeraldi grezzi... che fosse...?
-Come stai?- domandò con voce roca e profonda, era molto bella, calda. Quel ragazzo non aveva più di vent'anni.
-Lei è...la persona che mi ha salvato?- chiesi sorpresa.
Lui sorrise, il suo sorriso aveva un che di caldo e di rassicurante, era la prima volta che qualcuno mi appariva così.
-Già. Sembri stare meglio.- constatò con gentilezza scompigliandomi i capelli con fare affettuoso, era piuttosto amichevole.
-Si, mi spiace per l'altra volta.- mi scusai. -Le chiedo scusa per il disturbo che le ho arrecato quel giorno.-
Lui inclinò la testa di lato e mi guardò come valutandomi, poi dopo alcuni istanti scrollò le spalle. -Non hai disturbato nessuno ragazzina, eravamo solo preoccupati per te.- disse poi mi accarezzo la testa con gentilezza. -Nonostante il tuo comportamento irresponsabile sei una brava ragazza.- concluse sorridendo.
Sorrisi di rimando un pò imbarazzata, poi gli porsi la mano libera.
-Io sono Rioko Azkume.- mi presentai porgendogli la mano, lui la strinse con un sorriso.
-Io sono Adrian du Loup, è bello sapere il tuo nome finalmente. Lascia perdere il lei e dammi del tu, chiamami Adrian , anch'io ti chiamerò Rioko.- scherzò stringendomi la mano.
-Adrian, grazie per avermi trovato nella foresta.- assentii con un sorriso.
-Figurati, è stato un piacere.- rispose sorridendo a sua volta, poi appoggiò il gomito alla mia testa -Devo dire che sei piuttosto bassa, un ottimo poggiagomito!-
-Non sono un mobile!- protestai vagamente divertita.
-Hey! Mi stai colorando le scarpe!- fece facendo un salto indietro.
In effetti la vernice gli era gocciolata sulle nike bianche.
-E' la punizione per avermi usato come un mobile.- scherzai facendo un passo indietro e chinandomi a posare il pennello.
-E dovevano pagare le mie scarpe nuove per questo? Prenditela con qualcuno della tua taglia!-
-Volevi che ti colorassi il viso?- domandai alzandomi in piedi.
-Non ci saresti riuscita.- continuò a prendermi in giro.
-Vogliamo provare?- minacciai tirando un occhiata al secchio di vernice con il pennello. Non avevo mai fatto amicizia così in fretta, quel tipo era davvero unico, aveva qualcosa che mi metteva a mio agio.
Lui sorrise. -Attenta, io sono più forte e più veloce di te, non ti conviene sfidarmi.- mi avvertì.
Per tutta risposta presi il pennello, ma quando mi alzai di scatto lui mi afferrò i polsi.
-Come la mettiamo ora?- domandò con un sorriso molto divertito.
In risposta gli feci la linguaccia.
-Vedo che vi state divertendo!- la voce fredda -perdon, gelida- che veniva dalle mie spalle ci bloccò entrambi, mi voltai per incontrare lo sguardo molto seccato di Lore che ci fissava. -Adrian tua sorella ti cercava!-
Adrian mi scompigliò di nuovo i capelli e mi disse -Scusa scriccolo! Ci vediamo.-
Lo guardai allontanarsi con passo elegante mentre salutava Lorenzo , che mi affiancava, con un cenno della mano.
-A quanto pare avete fatto amicizia.- commentò con freddezza quando Adrian se ne fu andato.
Lo fissai con sorpresa. -Più o meno. Perchè sei arrabbiato?- chiesi cautamente scrutandolo in volto.
Si voltò a fissarmi negli occhi. -Non sono arrabbiato.- era di ghiaccio.
-Che c'è che non va?- domandai ancora, sempre preoccupata. -Adrian...- iniziai, ma non riuscii a finire la frase.
Lorenzo mi attirò a se e mi baciò in modo impaziente, impetuoso, quasi violento. Il pennello mi cadde di mano ma non ci feci nemmeno caso, in quel momento la mia mente era altrove e il mio cuore aveva iniziato a battere a mille, confuso e felice al tempo stesso. Quando si allontanò mi fissò negli occhi con intensità, provai a dire qualcosa ma non riuscii a fare altro che aprire bocca per poi richiuderla senza che vi uscisse alcun suono. Lorenzo sorrise compiaciuto.
Mi abbandonai contro di lui, nascondendo il volto, certa di essere arrossita, anche perché non eravamo esattamente soli sul palco.
Sentii le sue braccia circondarmi e stringermi, e il suo respiro tra i miei capelli, lentamente avvertii che si stava calmando.
-Lorenzo , c'è qualcosa che non va?- mi azzardai di nuovo a chiedere.
Lo sentii sbuffare. -Niente.- il tono ancora seccato.
Tentai di allontanarmi ma lui non mi lasciò andare. -Non e niente- ripeté. -che tu e Adrian siate diventati amici.. - continuò con voce alterata, non riuscivo a capire con chiarezza quello che provava.
-Si. In fin dei conti è lui che mi ha trovato... è un tipo simpatico.- assentii con un pò di sorpresa.
-Ah, davvero?- la rabbia era tornata.
-Non ti piace Adrian? Credevo fosse un tuo amico...- farfugliai confusa.
Lorenzo non rispose e io lo spinsi per allontanarlo, stavolta lui mi lasciò andare, quando lo fissai negli occhi la rabbia e l'irritazione che ci leggevano mi sorpresero.
-Dimmi cosa ti da fastidio!- insistetti, in tono fermo. -Anche perché se non me lo dici non posso fare niente.-
-Te lo ho già detto, non è niente.- ripeté seccato.
Mi sentii un po' delusa, che non si fidasse di me? In effetti stavamo insieme da poco ed anche se non eravamo ancora molto uniti, direi che comunque eravamo molto vicini.
Penso che la delusione mi si leggesse in faccia perché Lorenzo avvicinò il suo volto al mio finché le nostre fronti si sfiorarono e i nostri sguardi si incrociarono: mi sentii sprofondare in un mare azzurro, cristallino, ma era solo la superficie...
-Scusa, non è un segreto per farti star male. Non fare quella faccia dai!- bisbigliò con dolcezza.
Sorrisi, un po' più confortata, e mi misi in punta di piedi per baciarlo, le sue labbra avevano un sapore unico, avrei voluto baciarlo per ore. Ovviamente non lo facevo perché, lo ammetto, non ero molto audace su quel versante. Quando mi allontanai lo guardai negli occhi e lui mi sorrise, poi prese il mio volto tra le mani e mi baciò di nuovo e quando ci separammo di nuovo lui continuò a tenere il mio volto tra le mani e mi fisso con intensità negli occhi, poi sospirò.
-Mi arrendo! Ma giuro che se mi prendi in giro per questo mi arrabbierò tantissimo!- avvertì con tono freddo.
Sorrisi e feci un cenno d'assenso, felice che finalmente si confidasse con me.
-Tu sei la mia ragazza e mi da fastidio che voi due ... ecco che ... facciate così ...- tentò di spiegarmi con molti tentennamenti.
Ci pensai un attimo, poi sorrisi. -Sei geloso?- chiesi un po' sorpresa, mi sembrava strano che questo ragazzo così bello fosse geloso di me.-Davvero?-
-Non ridere!- mi ordinò con imbarazzo.
Scossi la testa. -Non rido, mi limito a sorridere. Sono felice che tu sia geloso, anche se non ne hai davvero nessuna ragione. Sono la tua ragazza, no?- risposi con un sorriso felice e imbarazzato.
Lui rispose al sorriso e si chinò a baciarmi velocemente.
-Ostuni, dobbiamo provare!- disse una voce petulante alle mie spalle, la sua co-protagonista, una ragazza avvenente, dai lunghi capelli biondi ossigenati. Era carina, ma non bella, non era come Isabelle che sembrava una super modella, e soprattutto lei al contrario di Isabelle gli faceva gli occhi dolci.
Afferrai il polso di Lore , non mi andava di lasciarlo andare, lui si chinò fino a sfiorarmi l'orecchio con le labbra -Ora chi è geloso di chi?- sussurrò con voce dolce.
Arrossii e distolsi lo sguardo puntandolo sul pavimento, lo sentii ridacchiare ma non provò ad allontanarsi da me perché gli tenevo ancora il polso.
-Dammi un momento Ginger.- disse Lorenzo ad alta voce -Vorrei salutare come si deve la mia ragazza.- e così dicendo mi alzò di peso, io appoggiai i gomiti alle sue spalle mentre lui mi baciava le labbra ripetutamente, poi mi fissò negli occhi sorridendo. -Dopo pranziamo insieme?- chiese posandomi a terra.
Feci un cenno d'assenso con la testa, nel pomeriggio avevo biologia e chimica e fortunatamente almeno biologia l'avevamo insieme. In effetti io e Lorenzo avevamo varie lezioni insieme oltre a matematica, biologia e letteratura: c'erano anche fisica e letteratura straniera. Mi piaceva stare con lui a lezione, ora che stavamo insieme si sedeva sempre accanto a me e durante fisica mi bisbigliava le spiegazioni di quello che non capivo, era molto utile. Il problema è che sentirlo bisbigliare nel mio orecchio mi dava i brividi e mi distoglieva del tutto dalla lezione, così che lui doveva ripetere tutto quando studiavamo, ma non sembrava arrabbiato anzi la cosa lo divertiva.
C'era qualcosa in Lore che non riuscivo a capire o a spiegare, era qualcosa che lo rendeva diverso dal resto delle persone che avevo incontrato, ma visto che si trattava di un qualcosa di indefinito era difficile spiegarmelo.
Scossi la testa e tornai al mio lavoro, anche se non ne avevo molta voglia. Jessy, il musicista che aveva riscritto la canzone si avvicinò molto seccato. Era alto venti centimetri buoni più di me, ma era mingherlino quindi non faceva molta scena. Aveva i capelli neri e gli occhi nocciola, portava gli occhiali e aveva le dita lunghe, adatte a un pianista.
-Rioko dobbiamo provare!- mi chiamò un po' seccato.
Io mi ero sempre rifiutata di provare davanti agli altri e quindi fino a quel momento non avevo mai cantato la canzone.
-Ti ho detto che davanti a tutti io non provo!- ribadii per l'ennesima volta. Era una schermaglia che andava avanti da ormai quattro giorni.
-Infatti proviamo nell'aula di musica, così finalmente ti deciderai a cantare. Celine ci sta già aspettando.- replicò con le mani serrate a pugno, appoggiate sui fianchi e lo sguardo esasperato. -Allora, andiamo?! Farai meglio a essere intonata! Con tutte le storie che hai fatto!-
Sbuffai esasperata, poi buttai il pennello nella vernice e lo seguii, sebbene l'idea di farmi vedere in giro con una salopette di jeans e una maglietta rosa non mi piacesse molto, in fin dei conti avevo un immagine da mantenere. Non era una grande immagine, certo, e non me ne era mai importato molto, ma ora stavo con Lorenzo e anche se lui sembrava totalmente indifferente a qualunque vestito io indossassi ci tenevo a fare bella figura, anche perché lui la faceva sempre.
Entrammo a scuola e andammo nell'aula di musica al piano terra dove ci aspettava Celine. Quando entrammo lei stava suonando il pianoforte, una melodia che non conoscevo, dolce e antica, mi faceva venire in mente una notte di luna piena, non alzò gli occhi nemmeno per un istante. L'aula di musica aveva una finestra che dava ad ovest e la luce illuminava tutta la stanza, con banchi e sedie, accanto alla cattedra c'era il pianoforte. Quando la melodia finì, Celine si alzò in piedi e io la osservai attentamente: era alta non più di un metro e sessanta, aveva i capelli neri e lisci, che gli scendevano fino a poco sotto le spalle per incorniciargli il viso ovale e bellissimo, aveva gli occhi neri dalla forma allungata, a mandorla, in giro si vociferava che fosse per metà giapponese, ma aveva la pelle rosata tipica delle occidentali. Era molto amica di Hanon , o per meglio dire Hanon la sfruttava per farsi tradurre i fumetti in giapponese che ordinava su internet . Conosceva tante lingue quante ne conoscevo io, il che era tutto dire. Era anche molto amica di Lorenzo , anche se lui non me l'aveva mai presentata, in effetti non mi aveva mai presentato i suoi amici.
-Iniziamo?- domandò alzandosi dalla sedia di fronte al pianoforte. La sua voce cristallina era splendida, mi ricordava un pezzo di ghiaccio trasparente e freddo, imponente e molto bello.
-Si, bene ...- balbettò Jessy sedendosi, sembrava quasi incantato.
Lo capivo, incantava anche me. Aveva qualcosa di strano, quasi esotico, qualcosa che non riuscivo a capire con chiarezza, un po' come la sensazione indefinita che mi trasmetteva Lore, solo ... diversa.
Celine si accostò a me e mi sorrise, i suoi occhi brillavano mentre mi squadravano attenti, come valutandomi, ma dalla sua espressione non avrei saputo dire a cosa pensasse.
-Piacere, io sono Seline Favre.- si presentò con un cenno del capo simile a un inchino.
Accennai un sorriso. -Piacere. Io sono ...-
-Rioko. La ragazza di Lorenzo . Parla spesso di te. Lorenzo intendo, e anche Hanon . Anche se lei parla di te solo quando non parla di fumetti o di libri.- raccontò con un sorriso amichevole e gentile.
Il mio sorriso si allargò: Lore parlava di me. Non me lo aspettavo, non pensavo che parlasse di me con i suoi amici, anche perché io non ci avevo mai parlato con loro. E in effetti non avevo mai parlato di lui con Lucia o Rina , questo perché a Lucia era diventato difficile parlare visto che si era praticamente buttata nello studio e sulle attività extra scolastiche, a volte Sasuke mi faceva un po' pena perché anche se si vedeva che aveva un debole per lei, lei sembrava totalmente indifferente. Mentre con Rina era impossibile parlare di qualunque cosa che non riguardasse lei, poi non sopportava Lorenzo perché l'aveva respinta; un comportamento un po' esagerato quello di Rina secondo me, visto che già le correvano dietro una decina di ragazzi e che per Lorenzo non aveva versato che qualche lacrima.
Lorenzo . Il mio ragazzo. Suonava così strano. Così ... elettrizzante, eccitante, entusiasmante ... così spaventoso a volte. Non mi ero mai innamorata, non avevo mai incontrato qualcuno da amare, forse non ne avevo mai nemmeno avuto il tempo. Non ne capivo molto, il più delle volte provavo un emozione così incredibile da sorprendermi, ma una cosa mi era chiara: era qualcosa più grande di me, un sentimento più grande di chiunque ... di qualunque cosa. Abbastanza da spaventarmi insomma, abbastanza da farmi arretrare di qualche passo qualche volta. Mi sembrava così impossibile, eppure ora avevo Lore accanto a me; non so perché ma avevo la certezza che se avessi allungato la mano sarei sempre riuscita ad afferrare la sua. Era una sensazione naturale e semplice eppure mi appariva come qualcosa di unico, come un sogno. Speravo non arrivasse nessuna alba a destarmi da questa visione.
-Rioko, tocca a te.- mi disse Jessy attirando la mia attenzione, il tono un po' sognante, in effetti Celine aveva appena smesso di cantare, anche se io non l'avevo ascoltata.
Presi lo spartito della canzone e iniziai a cantare seguendo la melodia e stringendo nel cuore quel sentimento così intenso.
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||•Mermaid Vampire•||♡Lorenzo Ostuni♡
FanfictionRioko è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena per sconfiggere il male che si cela sotto gli abissi. ma si innamorerà di un ragazzo che va a scu...