-Sisters-

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<< Alla buon ora! >> ci accolse Sarah con la sua voce delicata e profonda, che se ne stava seduta a gambe incrociate davanti alla porta della nostra stanza. Osservò per un attimo attentamente Hanon, inclinando lievemente la testa, i capelli dal taglio asimmetrico le ricaddero sulla maglia azzurra come fili d'argento liquido. << Salve. >> salutò con un sorriso che fece tendere le labbra delicate.
<< Lei è Hanon, una mia compagna di stanza .>>la presentai facendomi da parte.
Sarah si limitò ad annuire, poi si alzò agilmente in piedi. << Andiamo a dormire? >>
Feci un cenno d'assenso e aprii la porta: Lucia era sul letto che leggeva un libro, di Rina non c'era taraccia.
<< Lei è Sarah. >>mi limitai ad annunciare.
Sarah entrò con delicatezza e si sedette sul mio letto. << Puoi prestarmi qualcosa con cui dormire? >> chiese con gentilezza.
<< Cosa? >>sentii bisbigliare Lucia spaesata, mentre gli occhi di Hanon rimanevano fissi sulla sua schiena.
<< Si, va bene. >> tirai fuori un paio di pantaloncini e una maglietta e li lanciai sul letto.
Lei si tolse la maglia e, ne ero certa anche senza voltarmi, le ragazze sgranarono gli occhi. Sotto la maglia indossava una camiciola bianca, semplice, senza fronzoli, che le sottolineava il seno non molto ampio ma ben fatto. Era molto bella, il corpo minuto sembrava sempre androgino per via delle maglie larghe che indossava, ma era slanciato e atletico, e celava più muscoli di quanto potesse sembrare.
<< Mia sorella dormirà con noi stasera. Va bene, vero? >>domandai non preoccupandomi della risposta, anche perché Sarah si era già infilata sotto le coperte.
<< C..certo. >>la voce di Lucia suonava incerta.
<< Si, non c'è problema. >>assentì Hanon, che si era ripresa più velocemente. << Rioko, prima di tornare Lorenzo mi ha chiesto di dirti che domani ti aspetta nell'aula di letteratura per studiare Romeo e Giulietta. >>
Mi voltai di scatto mentre mettevo il vestito a cavallo della poggia schiena della sedia.
<< Perché non l'ha detto quando ci ha riaccompagnato? >> domandai sorpresa.
<< Non voleva litigare. Dopo avete anche le prove con la prof di teatro. >> spiegò lei mettendosi il pigiama.
Sbuffai. << Ho accettato, no? >>
<< Molto contro voglia. >>mi fece notare Hanon.
<< Si vede che non ti va di farlo. >>aggiunse Lucia facendo un cenno d'assenso con la testa. << Quindi farai il progetto di teatro di Shakespeare invece dell'esame orale? >>
<< Si. >>risposi controvoglia, infilandomi la maglia e i pantaloni che avevo addosso prima di uscire. << Lui l'ha proposto e io ho accettato. Non sarà così male ... forse. Tu lo farai con Sasuke ? >> le domandai.
Lucia arrossì. << Io ... ecco ... Si, ci stavamo pensando ... >> farfugliò fissando la copertina del suo libro.
Io e Hanon ci scambiammo un occhiata esasperata: quanto ancora avrebbero finto di non stare insieme? Oppure davvero non se ne rendeva conto?
<< Tu reciterai? >>domandò incredula Sarah. Mi voltai a guardarla e mi accorsi che mi fissava con i suoi profondi occhi blu, forse le altre non se ne accorgevano, ma era sorpresa.
<< Ci proverò. >> sospirai con una punta di tristezza. << Meglio quello che un orale. >> dissi massaggiandomi le braccia.
Sarah si fece da parte e alzò la coperta invitandomi ad entrare, io scivolai al calduccio rannichiandomi accanto a lei, mentre mi rimboccava le coperte.
<< Ma voi ...? >>iniziò Lucia, che si bloccò quasi subito, incerta su come proseguire la domanda.
<< Sono sua sorella. >> si limitò a dire Sarah, mentre io le ascoltavo, guardandole di soppiatto. << Sua sorella maggiore. >>

<< Okay, riproviamo? >> chiese Lorenzo . Aveva una pazienza incredibile, dovevo ammetterlo.
Eravamo in aula di letteratura, Lore tentava di farmi imparare la parte e di farmela recitare, ma io non era molto brava come attrice. Sarsh se ne stava in un angolo ad osservarci, a me ricordava uno squalo bianco che fissa un altro predatore potenzialmente pericoloso per qualcuno della sua razza. Tuttavia appariva tranquilla, le sue pupille castane nascondevano l'incertezza come le oscure profondità del mare nascondono ciò che li finisce.
<< Dai, è una scena semplice. Non ci sono poi tante battute. >> mi incoraggiò lui, irritato dal fatto che Sarah ci stesse osservando. Non aveva ancora capito che era una ragazza.
<< E ci sarà solo la professoressa a vederla. >> ricordai io.
Lui distolse lo sguardo.
<< Ci sarà solo la professoressa, non è vero? >> domandai messa all'erta dal suo modo di comportarsi.
<< Teoricamente si. >>
<< Teoricamente? >>domandai sentendomi preda di un attacco di panico. Sarah mi fu istantaneamente accanto per sorreggermi.
<< Calmati. Non è niente. Calmati . >>mi ripeté un paio di volte con la sua voce vellutata, mi sentii lentamente meglio.
<< Non ci saranno molte persone, ma visto che è un compito ci sarà una sorta di giuria, composta dai docenti. >>spiegò.
<< Giuria? >> iniziai a sentirmi seriamente male. Sarah mi prese in braccio e mi depositò su una sedia, poi si voltò ad affrontare Lorenzo .
<< Non lo sia che ha problemi con le apparizioni pubbliche e le valutazioni? >>domandò alzando un sopracciglio con fare critico.
Lorenzo fece un cenno con la testa. << Ma con un pubblico più ridotto pensavo non ci sarebbero stati grossi problemi >>spiegò inginocchiandosi accanto a me e fissandomi preoccupato, mi prese la mano e se l'avvicinò alle labbra. << Non c'è d'aver paura Rioko. Ci sono io con te. >>promise guardandomi con i suoi occhi magnetici.
Scossi la testa cercando di non pensarci.
<< Ha problemi seri con queste cose. >>spiegò Sarah a Lorenzo ,
<< Non c'è niente di cui avere paura. >>rispose Lorenzo fissandola seccato.
<< Ma lei ha paura. È irrazionale ma è così. E tu non puoi farci niente. >>
<< Se è con me non ha niente da temere. >> disse prontamente Lorenzo .
<< Se pensi che questo basti è perché non capisci niente. >>ribatté Sarah con una punta di rabbia a incrinare la sua voce. Era come una crespa sull'acqua del mare tranquillo.
<< Qual è il problema? >> domandò stavolta a me.
<< Brutto ricordo. >>mi limitai a dire. Non volevo pensarci, preferivo non pensarci.
<< Rioko. >>chiamò Lorenzo prendendomi gentilmente le mani. << Ti fidi di me? >> domandò fissandomi intensamente negli occhi.
Sorrisi << Mi sembri Aladin, quello del cartone animato della Disney. Stai per chiedermi di saltare? >> scherzai.
<< Qualcosa di simile. >>assentì con un sorriso.
Sarah alzò gli occhi al cielo e mimò con le labbra: "I ragazzi sono tutti degli idioti!"
Sorrisi scuotendo la testa, Lore era solo molto dolce.
<< Ci sarò io con te , fidati. Se ti bloccherai allora ti porterò via dal palco in braccio, faremo le valige e inizieremo a viaggiare per il mondo. Che ne dici se la prima tappa è Tokyo? Così potrai mandare dei regali a Hanon poi ignorarla per il resto del tempo. >> propose con un luccichio particolare negli occhi azzurri. << Potremmo dedicarci a qualcos'altro. >>
Sarah gli tirò uno scappellotto piuttosto forte.
<< Giù le tue zampe da mia sorella! >> il tono di voce suonava come un avvertimento.
Lui le lanciò un occhiata un po' seccata. << Che fratello iperprotettivo. >>
Stavo per correggerlo, e per evitare che Sarah lo aggredisse di nuovo a prole, quando nell'aula entrò il preside della scuola. Non lo vedevo dalla mia venuta in quella scuola, il primo giorno di lezione.
Indossava un completo gessato molto elegante, aveva i capelli ordinatamente messi all'indietro, ma un ciuffo gli ricadeva sul volto spigoloso, i suoi occhi grigi erano come sempre vivaci e brillanti. Ci sorrise facendosi da parte e lasciando entrare una persona.
Nella stanza fece il suo ingresso una ragazza di circa vent'anni, o almeno così sembrava, aveva i capelli biondi scuri, come l'oro, e gli occhi azzurri, di un azzurro particolare, tendevano al verde, erano quasi turchesi e sembravano trasparenti come cristalli. Era alta più o meno quanto Sarsh, ma aveva un viso bellissimo e delicato, ricordava quello di una statua delle grazie o di una Maria, tanto era espressivo e splendido. Un vestito bianco le fasciava il corpo rivelandone la perfezione. In effetti lei era ciò che di più vicino alla perfezione avessi mai visto.
<< Ciao ragazzi, scusate l'interruzione. >>disse educatamente. La sua voce era come me la ricordavo, un po' bassa, ma cristallina, aveva un ritmo ipnotizzante.
<< Noelle. >> bisbigliai osservandola. Solo dopo averla conosciuta mi resi conto che le sirene esistevano davvero e che, per quanto improbabile sembrasse anch'io ero una di loro.
Lei piegò la testa in un cenno di saluto che fece ondeggiare i suoi capelli biondi in avanti, come oro liquido. Eravamo noi tre le "pupille di nettuno". Potevo facilmente capire il perché della scelta di Sarah e Noelle: la prima, sebbene odiasse vestirsi da ragazza aveva un fascino particolare che le faceva sembrare irreale e senza tempo; la seconda invece era così bella e delicata da sembrare una principessa delle favole. Io invece ... bè, io ero il brutto anatroccolo della situazione, sguazzavo in un lago pieno di cigni cercando di non farmi notare troppo, purtroppo non sarei mai diventata un cigno, io non sarei mai cresciuta, ma anche se così non fosse stato non penso che sarei mai arrivata ad essere come loro.
Lanciai un occhiata a Lorenzo , che mi immaginavo stesse fissando Noelle con la bocca spalancata e lo trovai invece a fissare me. I suoi occhi fissi nei miei erano intensi, sembravano scrutarmi dentro, gli sfiorai il volto con la punta delle dita, la sua pelle era liscia come la seta o il marmo, e molto fredda. Sorrise con dolcezza, ma sembrava stesse pensando a qualcosa, era come se ci fosse stato qualcosa che doveva valutare con accuratezza, qualcosa di incredibile importanza.
<< Ciao tesoro. >>mi salutò Noelle avvicinandosi a me e scostandomi i capelli dal volto. Alzai gli occhi per sorriderle ed ebbi una strana sensazione, come una vertigine.
<< Rioko? Tutto bene? >>domandò con dolcezza Lore. Sentii lo sguardo di Noelle posarsi su di lui.
Guardai Sarah che si limitò a sostenere il mio sguardo senza dire niente, il suo volto era impassibile.
<< Ragazze, posso parlarvi fuori? >> ci domandò con la sua solita gentilezza Noelle, il suo tono era come la carezza dell'acqua tiepida, ti dava una sensazione di benessere.
<< Rioko deve provare. >>la bloccò Sarah, fermando anche la mia risposta. << Puoi parlargliene dopo. >>
<< Dopo? >>il suo tono ora era lievemente incredulo.
Sarah si avvicinò e tese la mano, invitandola a prenderla << Dopo. >>confermò.
Uscirono senza dire altro, che questo fosse un bene o un male io non avrei saputo dirlo, ma stranamente la risposta che mi aspettava mi spaventava, era il mio istinto a dirmi che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di semplice che continuava a sfuggirmi.
<< Continuiamo a provare? >>propose Lorenzo dopo che se ne furono andate.
Abbassai le palpebre e lo fissai da sotto le ciglia con un uno sguardo preoccupato, lui sorrise con gentilezza, mi prese il volto tra le mano e poi premette le sue labbra sulle mie piano, poi si allontanò un po' da me fissandomi negli occhi.
<< Ti prometto che ti proteggerò da qualunque cosa possa accadere sul palco, andrà tutto bene, te lo assicuro. >>aggiunse con un sorriso.
Gli regalai un sorriso, scuotendo però la testa.
<< Come mai hai così paura di salire su un palco? >> domandò incuriosito.
Ci pensai su. << Non lo so. Ansia da prestazione credo. >> risposi alzando le spalle.
Mi prese le mani nelle sue e mi fece alzare, bisbigliando poi contro le mie labbra. << Ci sono prestazioni più interessanti per cui essere ansiosi . >> Poi mi baciò e sentii che lentamente tutto il nervosismo se ne andava. Mentre le sue labbra si muovevano sulle mie con impeto e gentilezza sentii l'eccitazione prendere il posto dell'ansia. Quando smise di baciarmi si allontanò per accarezzarmi le labbra con la lingua, non riuscii a resistere e prendendo il suo volto tra le mani ricominciai a baciarlo. Dopo un tempo che a me sembrò decisamente breve mi afferrò le mani e si allontanò un po' da me tenendo gli occhi chiusi. Lo guardavo con una punta di incertezza, forse avevo esagerato e mi ero dimostrata troppo audace...
<< Lore ... io ... >> farfugliai incerta se fosse o meno il caso di fargli le mie scuse.
Lui aprì gli occhi e li fissò nei miei, il loro colore azzurro mi ricordava la trasparenza dell'acqua del mare a riva, sembravano risucchiarmi, quasi volesse mangiarmi.
Le sue labbra si piegarono in un sorriso luminoso, incredibilmente brillante, che mi fece perdere la testa. Lo abbracciai forte e lui mi strinse delicatamente mentre appoggiavo la testa al suo petto, chiusi gli occhi per ascoltare il battito del suo cuore. Ma non sentii niente.
<< Lorenzo il tuo cuore non batte. >>dissi senza pensare.
Lo sentii irrigidirsi per una frazione di secondo, poi scoppiò a ridere. << E come farei a essere vivo se il mio cuore non battesse? >>domandò con sarcasmo, allontanandosi un poco per fissarmi negli occhi. 
Rimasi un attimo assorta, era strano che io non riuscissi a cogliere un suono, ma in effetti il mio orecchio non è poi così eccezionale.
<< Potresti essere uno zombi >>lo presi in giro, nascondendo il fatto di non essere proprio convinta della cosa.
Lui sorrise prima di baciarmi la fronte. << Continuiamo a provare, dai. >> mi incoraggiò, poi mi lasciò andare per andare a prendere il copione.
<< Posso chiederti perché hai scelto quella scena? >>domandai incuriosita.
<< Non lo  indovini? >>domandò con uno strano luccichio negli occhi.
Scossi la testa un po' confusa.
Lui si avvicinò e alzandomi il mento con una mano mi diede un bacio veloce.
<< Era l'unica scena con solo due persone ... >> iniziò con un sorriso che si allargava a ogni parola << ... e l'unica in cui potessi baciarti quanto mi pare! >>
<< Julie ha ragione! Sei un maniaco! >> dissi con imbarazzo.
Lui scoppiò a ridere.<< Ma zitta! >> disse facendosi serio. << Qual luce entra da questa finestra? Quello è l'oriente, e Giulietta è il sole! Sorgi, bel sole, e scaccia l'invidiosa luna, che già inferma e impallidisce di dolore perché tu che sei soltanto una sua ancella sei tanto più bella di lei. >> recitò accarezzandomi una guancia.
<< Giulietta non c'è in questo momento. >>gli feci notare leggendo il copione che avevo preso dalle sue mani.
<< Licenziati dal suo servizio. Dal momento ch'ella ti invidia tanto: la sua livrea di vestale è di un verde color malato, e non l'indossano più altro che i dissennati. Gettala via! È la mia signora. Oh, è il mio amore! Oh, se ella sapesse d'esser l'amore mio! >> continuò a recitare mentre io seguivo il testo sul copione. << Ella parla eppur non dice nulla. Come può accadere? Sono gli occhi suoi a parlare, ed è allora che io risponderò. >> sussurrò le ultime due frasi con dolcezza, tanto che alzai gli occhi dal copione, lui si avvicinò e alzando una mano mi sfiorò le labbra con la punta delle dita. << Ma io presumo troppo: non è a me ch'ella parla. Due fra le più belle stelle del cielo, avendo che fare altrove, supplicano gli occhi suoi di brillare nelle proprie sfere fino al loro ritorno. E se i suoi occhi fossero laggiù, e le stelle fossero sul viso di lei? >> disse accarezzandomi il volto e mettendomi i capelli indietro. << Lo splendore delle sue gote svergognerebbe quelle stelle, al modo che la luce del giorno fa onta a quella d'una lampada. Gli occhi di lei in cielo lustrerebbero d'un tal splendore per le regioni dell'aria che gli uccelli si darebbero a cantare credendo che non fosse più notte ... >>
<< Stai tentando di sedurmi con Shakespeare? >> domandai con un sorriso divertito.
<< Giulietta in questa scena non parla. >>mi fece notare, smettendo di recitare.
<< Allora fammi dire qualche battuta. >>improvvisai.
Noelle entrò in quel momento seguita da Sarah.
<< Interrompiamo qualcosa? >>domandò Noelle con la sua solita voce cristallina.
"Si." avrei voluto dirle, ma rimasi in silenzio: in fondo era sempre mia sorella.

||•Mermaid Vampire•||♡Lorenzo Ostuni♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora