- Love song for a vampire-

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Avevo cantato con tutto il mio cuore, quella canzone era solo per il mio vampiro, lo stesso che mi stava tenendo stretta e mi portava in braccio attraverso la scuola. Da notare che avevo usato al parola "vampiro" e non ragazzo. "Vampiro". Dovevo abituarmi!
-Dove mi stai trascinando?- domandai a mezza voce.
Lui rallentò fino a fermarsi e mi mise delicatamente a terra, anche se io stavo bene dove stavo, ma non mi sembrava il caso di protestare.
Eravamo vicini a un edificio piuttosto malridotto, ma non avevo idea di che funzione svolgesse, comunque c'eravamo allontanati parecchio dal teatro e dalla calca di gente. Hanry mi sfiorò le ali con un dito, accarezzandone i bordi. Rabbrividii anche se non mi aveva toccata.
-Non mi ero accorto delle ali.- disse pensieroso.
-Dove siamo?- domandai ancora, guardandomi intorno. Eravamo nel bel mezzo del nulla, circondati da alberi di ogni genere.
-Questo è ... una sorta di mio rifugio segreto. Vengo qui quando ho voglia di starmene in pace.- spiegò.
Entrammo nell'edificio mezzo diroccato e Hanry mi guidò con attenzione fino a una stanza al secondo piano. La cosa strana fu che salite le scale l'aspetto diroccato scomparve: le pareti erano dipinte in un tenue colore panna e il mobile e le porte di legno erano come nuovi. La stanza in cui mi condusse aveva le pareti azzurre, in mezzo alla stanza c'era un semplice materasso con una coperta e un cuscino appoggiati sopra, mentre il pavimento era rivestito di moquette. Un mobile conteneva una piccola collezione di CD e vari libri, altri erano sparsi per la stanza, sul pavimento. Appoggiato al letto c'era un walkman e la custodia di un CD, mi misi seduta sul letto e lo presi in mano: scopri che si trattava dai un vecchio CD dei Linkin parck.
-Stenditi.- suggerì la voce di Hanry al mio orecchio, mentre non lo guardavo era arrivato alle mie spalle.
Seguii il suo suggerimento e mi lasciai andare sul letto, trovandomi a fissare un soffitto ... o meglio quello che ne rimaneva. Infatti dall'enorme quadrato dove ci doveva essere del cemento ora si trovava un vetro dal quale si scorgeva il cielo notturno. Le stelle erano molto luminose e belle, le ali però mi davano fastidio.
Mi rimisi seduta quasi subito.
-E' molto bello.- dissi.
-Perché ti sei alzata?- domandò lui con la sua voce dolce e l'aria interrogativa, si era sdraiato accanto a me e ora mi fissava con uno sguardo limpido.
-Sto scomoda per via delle ali.- spiegai, tirandomi un occhiata alle spalle: come facevo a toglierle?
-Serve una mano?- domandò di nuovo, quando alzai gli occhi la sua faccia era a pochi centimetri dalla mia.
Come faceva a muoversi così veloce? Non riuscivo nemmeno a percepirlo.
-Sei flash.- scherzai sorpresa.
Lui scrollò le spalle. -E' la mia naturale velocità.- disse trafficando con l'attaccatura delle ali, le sue mani fredde mi sfiorarono la schiena facendomi rabbrividire. -Se vuoi posso muovermi più piano.- aggiunse riuscendo dopo un po' a staccarne una. -Ti ho fatto male?-
Scossi la testa, il suo tocco era così gentile che non avevo sentito niente.
-Quegli affari sono snervanti.-cambiai argomento.
Julie, che mi aveva aiutato a prepararmi, li aveva fissati con attenzione alla schiena con della specie di colla.
-Sei molto bella vestita così.- commentò lui mentre si dava da fare con l'altra.
Arrossi, felice però del complimento. -Sei gentile.- bisbigliai
Scosse la testa -Sono sincero.-
Mi stesi nuovamente sul letto e lui si stese accanto a me, appoggiandosi su un gomito, iniziò a giocare con una ciocca di capelli, arrotolandosi il boccolo tra le dita.
-E' stata Julie, vero?- domandò con un sorriso divertito.
-Si. Voleva farmi un look alla "Full moon", qualunque cosa volesse dire. Ma a quanto pare i miei capelli erano troppo corti e così ha dovuto ispirarsi al look di "Oluha", chiunque sia. Immagino si tratti di fumetti.- raccontai fissando il cielo limpido.
-C'era da aspettarselo.- assentì lui con un tono divertito.
Sorrisi incontrando i suoi occhi. -Se ci pensi bene è dolce nella sua psicopatologia.- citai, sapendo che non l'avrebbe mai capito.
-Gilmor Girls.- disse sorprendendomi, il sorriso che gli attraversava la faccia.
-Come lo sai?- domandai sconcertata.
Lui si avvicinò fin quando le sue labbra non sfiorarono le mie -Questo è un segreto.- bisbigliò prima di baciarmi. Lo abbracciai stringendolo forte a me, sentii il suo braccio scivolare dietro la mia schiena, poi sollevarmi leggermente per far aderire i nostri corpi.
Dopo poco si allontanò da me con un sospiro e si rimise in piedi. Per un attimo mi fissò intensamente negli occhi, i suoi occhi azzurri erano metallici e stavolta sapevo il perché e mi piacevano un mondo.
-Crystal mi ha detto una cosa ...- iniziò un po' incerto rimanendo in piedi.
-Perché lo fai?- domandai inclinando la testa di lato e fissandolo incuriosita. Mi ero resa conto che a volte si allontanava da me di colpo.
-Cosa?- chiese sorpreso.
-A volte ti allontani di botto.- spiegai appoggiando le gambe al petto e abbracciandole.
Lui abbassò un attimo gli occhi, poi incrociò il mio sguardo -Se vuoi proseguire dove mi ero interrotto sono a tua disposizione.-rispose con un sorriso malizioso.
Scossi la testa sospirando, stava di nuovo cambiando argomento.
Appoggiai il mento ai ginocchi fissandolo -Se ti dicessi che voglio continuare cosa faresti?-
Il suo sguardo si accese per un attimo, poi sembrò oscurarsi. Sospirò con quella che mi sembrò rassegnazione -Non mi nutro da un po'.- bisbigliò -E' un po' difficile avere il pieno controllo se siamo così vicini.-
Lo fissai con indifferenza: a quello proprio non avevo pensato ma immagino fosse una cosa normale.
-Grace, dì qualcosa.-mi chiese con preoccupazione.
Lo fissai un attimo, poi appoggiai le braccia sul materasso e stesi le gambe.
-Che peccato! Un letto libero e nessun modo di sfruttarlo.- scherzai, pensando di potermelo permettere. Ammetto che in parte era una provocazione, ma visto che non poteva succedere niente e che lui mi inchiodava sempre con queste battute, per una volta volevo invertire i ruoli.
Lui mi fissò sorpreso, poi scoppiò a ridere e scosse la testa. -Pensandoci potrei farcela a resistere, non ho poi così tanto bisogno di sangue.-
Gli feci la linguaccia -Scordatelo!-
-Sapevo che lo avresti detto.-fece con finto tono affranto.
Abbassai gli occhi, ogni tanto avevo la sensazione che Hanry dicesse sul serio quando parlava di queste cose, ma io preferivo non approfondire.
-Hanry, so che ti diverti a mettermi in imbarazzo ...-
-Sei così carina quando arrossisci.- disse con dolcezza, togliendomi i capelli dal visto con una carezza.
Trasalii perché non mi ero accorta che si era avvicinato: era seduto proprio accanto a me, forse Lucy aveva ragione quando aveva detto che non ero pronta.
-Scusa, non volevo spaventarti.- disse con un sorriso contrito.
-Non importa.- mi affrettai a rispondere.
Lui mi attirò a se e mi strinse forte.
-Sai vorrei ascoltarti cantare ancora.- disse improvvisamente cambiando discorso.
Nascosi la testa nella sua spalla senza parlare.
-Non vuoi?- domandò rompendo il mio silenzio.
-E' che... è imbarazzante. Non ho una bella voce. Cioè, aspetta.-lo bloccai prima che ribattesse. -Non è proprio che non ho una bella voce, so che a te non sembra. Ma se avessi sentito cantare Crystal o Lucy... soprattutto Lucy, ha una voce splendida.-
-Non mi piace molto quella ragazza.- mugugnò soprapensiero.
-So che con te non è stata esattamente gentile, ma è una ragazza molto dolce.- la difesi, era praticamente mia sorella.
Lui mi fissò incredulo.
-Non le piacciono i vampiri, ha le sue ragioni. Però è una persona molto dolce quando non perde totalmente la testa. E poi è davvero bella ed elegante, a volte penso che sia perfetta ... a parte quando perde totalmente la calma.-
Lo sentii scuotere la testa. -Non capirò mai i tuoi complessi verso quelle due!-
-Siamo sorelle.-mi limitai a rispondere.
-Gia, bè. Non so perché pensi di essere da meno di loro, ma tieni presente che a incantare la sala questa sera non sono state loro, sei stata tu!-
-Davvero?-domandai sorpresa. Ero così nervosa che mi sentivo svenire quando ero sul palco. Temevo di sbagliare i tempi, di dimenticare la parole, di sembrare ridicola conciata in quel modo.
-Certo! Eri così bella che ero tentato di accecare tutti i presenti. E meglio che tu sappia fin da subito che sono abbastanza possessivo.- disse polemico.
-Ma perché volevi accecare i presenti?-chiesi ancora confusa.
-Perché eri bellissima! Più bella del solito, incantevole! E tutti ti stavano guardando. Era irritante sapere che qualcun altro ti avrebbe osservato mentre apparivi così fragile e affascinante; avrei voluto portarti via all'istante.-il tono deciso e serio mi fece sorridere.
-Stai esagerando.-gli feci notare.
-Per niente! Ma sono contento di non averlo fatto, solo perché ho potuto ascoltarti cantare. Avevi una voce bellissima. Immagino sia normale per una sirena...-
-Veramente quella era la prima volta che riuscivo a cantare così bene.-ammisi -Non sono mai stata molto portata per il canto.-
Lui si allontanò da me per guardarmi. -Sei incredibile.- disse con dolcezza.
Mi allungai per baciarlo, quando mi allontanai lui si chinò a sfiorarmi la spalla con le labbra, il volto seppellito nei miei capelli.
-Ti è assolutamente vietato andare in giro con questo vestito.- ordinò in tono serio.
Scoppiai a ridere. -Stai esagerando.- ripetei.
-So che non ti rendi conto di quanto tu sia incredibilmente attraente con questo addosso, ma sono serio, non voglio vedere ragazzi che ti girano attorno, potrei decidere di ucciderli.-
-Non penso che sarò mai assediata dai ragazzi.- dissi tranquilla, mi sembrava strano che dicesse sul serio ma il suo tono sincero e deciso non lasciava spazio ai dubbi.
-Fammi contento e non metterlo!- ripeté risoluto.
Scrollai le spalle. -Non potrei comunque, è un costume non un vestito.-
Lui mi baciò il collo. -Benissimo. Domani canterà Seline.-
-Su questo non c'è dubbio. Pensavo di svenire sul palco, sarebbe stato alquanto imbarazzante.- confessai.
Alzò la faccia e i nostri occhi si incatenarono -Sei stata splendida.-
Arrossi. -Grazie.-farfugliai.
-Grace, canta per me.. per favore.- chiese dolcemente, con un sorriso tenero sulle labbra.
Abbassai lo sguardo sul suo torace, continuava a cambiare argomento ogni due minuti.
-Non sono brava nelle esibizioni, è stata pura fortuna. Potrei essere pessima stavolta.- lo avvertii.
-Non penso sia possibile.- mi rassicurò baciandomi la fronte, alzai di nuovo lo sguardo mentre lui appoggiava la sua fronte alla mia. -Non vuoi cantare per me, mia bella sirena?- chiese ancora con dolcezza.
Sorrisi. "Mia bella sirena", ecco un modo in cui mai pensavo mi avrebbe chiamata, ma sembrava davvero indifferente al fatto che fossi una sirena.
-Che canzone?-domandai cedendo alla sua richiesta.
I suoi occhi sembrarono illuminarsi, era incredibilmente bello. Come avevo fatto all'inizio a considerarlo normale? La sua bellezza non mi aveva incantata allora eppure ora ero totalmente rapita dal suo fascino e dal suo modo di comportarsi. Come era successo? A che punto lui era diventato così caro per me?
All'inizio non lo sopportavo, poi non sopportavo la sua assenza ...
-Quella che vuoi, non ha importanza quale. Voglio solo sentirti cantare.- disse stringendomi.
Mi allontanai lentamente, anche se a malincuore, da lui e mi misi seduta. Lentamente iniziai a cantare, stando attenta a non sbagliare i tempi e lasciandomi trasportare dalla canzone. Quando arrivai alla fine il silenzio riempì la stanza come un liquido denso e dolce, mi volai a guardare Hanry con una punta di incertezza.
Lui si era steso sul letto, la testa appoggiata sul cuscino, le braccia incrociate sulla pancia e gli occhi chiusi, sembrava quasi addormentato. Era come guardare il principe delle favole, le sue ciglia creavano un ombra sottile sulle sue guance.
Non so come accadde, ma improvvisamente mi ritrovai premuta contro il suo torace, le sue braccia che mi circondavano con gentilezza e insieme con forza.
-Sei stata eccezionale.- bisbigliò baciandomi i capelli, la sua voce era... assonnata, in assenza di un aggettivo migliore.
-Sono contenta che ti sia piaciuta.- bisbigliai sorpresa.
-Che canzone era?- domandò con un pizzico di curiosità.
Tentai inutilmente di soffocare la risata che mi saliva alla labbra, scoppiai a ridere contro il suo petto, lui mi sollevo con gentilezza stringendomi le mani intorno ai bracci, ma la sua espressione confusa non fece che accrescere la mia risata.
-Che c'è?- domandò, mentre io non riuscivo a smettere di ridere. Lui mi osservava sempre più sconcertato.-Hai intenzione di dirmelo?- chiese.
Smisi di ridere il tempo di prendere una boccata d'aria e mi limitai a scuotere la testa in risposta.
-Che canzone era?-domandò sempre più incuriosito.
Mi misi le mani davanti alla faccia tentando di smettere di ridere senza riuscirci.
Lui mi fece scivolare accanto a se e si appoggiò su un gomito mentre io continuavo a ridere.
-Ti ricordi di riprendere fiato, vero?- chiese ironicamente.
Mi raggomitolai su me stessa, il mio corpo scosso dalle risa più di prima, tenendomi la pancia e guardandolo con gli occhi velati di lacrime. Non riuscivo a vedere bene il suo volto ma ero certa che vi fosse dipinto un sorriso.
-Quando hai finito avvertimi.- disse con tono vagamente offeso.
Mentre tentavo di riprendere fiato, ridendo ininterrottamente, guardavo il suo volto e lentamente riuscii a calmarmi. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, respirando a pieni polmoni. Le sue braccia mi avvolsero subito, gentili e protettive.
-Una canzone d'amore per il mio vampiro preferito.-bisbigliai affondando le labbra nel suo collo freddo.
Lui mi baciò i capelli.
Allora non lo sapevo ma quella era l'ultima notte tranquilla che avremmo passato insieme, perché presto si sarebbe scatenata una tempesta.

||•Mermaid Vampire•||♡Lorenzo Ostuni♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora