-Love in cold blood-

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-Torna a letto!- Fu la pronta risposta di Hanon quando le dissi che dovevamo andarcene subito.
-No! Non c'è tempo per questo! Quanto pensi ci metteranno a trovarci?- ribattei parecchio seccata.
-Come fanno a sapere che siamo qui?- domandò testardamente Isabelle, mentre Adrian le accarezzava le braccia, baciandole il collo.
-Non ci vuole molto a rintracciare lo spostamento che ho fatto usando l'acqua ...- spiegai pazientemente. -Non ho coperto le mie tracce! Diavolo! Non so nemmeno se c'era un modo per coprirle!-
-Ma ci siamo allontanati dalla fontana.- mi fece notare Hanon con un mezzo sorriso.
Scossi la testa. -Non è sufficiente.-
-Perché?- domandò Isabelle.
-Loro posso trovarmi piuttosto facilmente, hanno secoli più di me, quindi un infinità di esperienza in più, e possono anche percepire i vampiri. Si, lo so.- aggiunsi subito guardando Lore -Sono stata stupida a non chiedere il loro aiuto subito quando ho incontrato due vampiri, poteva essere pericoloso, lo so. Non metterti a farmi la predica anche per questo.-
-Non lo avrei mai fatto.- mi assicurò prendendomi la mano e portandosela alle labbra.
-Ma per favore!- fece Isabelle seccata. -Torniamo all'argomento principale, perché pensi che ci troveranno? È un assurdità.- recriminò mentre qualcuno entrava dalla porta.
La mia ex professoressa di matematica entrò in salotto con una busta della spessa in mano. -Ci hanno trovato.- annunciò un po' seccata.
Dopo di lei fece il suo ingresso Sarah, indossava un top corto azzurro, che rivelava che era decisamente una ragazza, jeans sbiaditi le fasciavano i fianchi, aveva i capelli umidi e scompigliati, ma mi regalò un sorriso che mi scaldò il cuore. Corsi ad abbracciarla, ma mentre la stringevo mi accorsi che mancava qualcosa ... o per meglio dire qualcuno. Erano sempre state due le sirene che abbracciavo e che chiamavo "sorella", per questo ora era così strano avere solo Sarah accanto a me, avere solo lei dalla mia parte.
Mi sciolsi dall'abbraccio guardandola negli occhi.
-Dobbiamo andarcene in fretta. - disse dolcemente.
Mi voltai a guardare Hanon e Isabelle. -Visto, lo dice anche lei?- feci in tono infantile, per alleggerire la tensione che era diventata palpabile.
Lorenzo sorrise e mi si avvicinò, mettendomi un braccio intorno alla vita mi attirò a se con una mossa decisa e gentile.
-Ciao Sarah.- la salutò con un tono forzatamente cortese. -Ti ringrazio per essere venuta ad aiutarci.-
Sarah lo fissò inarcando un sopracciglio, poi scosse la testa. -Non so quale sia il tuo problema ma fattelo passare!-
Lui la fissò in cagnesco e io gli diedi una gomitata allo stomaco. -Smettila!-
-Dobbiamo andarcene prima che vi raggiungano, quindi fate subito i bagagli. Avete un furgone da qualche parte? O una macchina per portare tutti?- disse mia sorella prendendo le redini della situazione.
-No, abbiamo due famigliari però, dovrebbero bastare!- disse la prof, forse avrei dovuto iniziare ad identificarla con un nome.
-Si, basteranno.-
-Bene, Hanon, Elle, io e Rioko prendiamo la Ford. Tu poi prendere la Volkswagen con gli altri.- annunciò prendendomi in braccio e portandomi praticamente di corsa alla macchina, ci sistemammo sul sedile posteriore. Elle e Hanon arrivarono quasi subito e Hanon si mise alla guida, mentre Lorenzo mi stringeva a se con più forza, appoggiai la testa alla sua spalla e lo guardai furtivamente mentre lui fissava davanti a se con aria indifferente.
La macchina partì lentamente mentre la strada scorreva. Tanto per dire esattamente dove stavamo andando? Non ne avevo idea! Penso nemmeno loro.
-Dove stiamo andando?- domandai a Hanon sfiorandole la spalla con una mano per farle capire che parlavo con lei.
-Verso l'Inghilterra.- rispose tirandomi un occhiata dallo specchietto retrovisore, mi sembrò che guardasse più Lore che me.
Mi allontanai da Lorenzo per guardarlo e lui si voltò automaticamente verso di me e mi sorrise con un luccichio negli occhi un po' birichino.
-Cos'hai contro Sarah?-domandai inclinando un po' la testa.
D'improvviso si irrigidì.
-Niente di niente.- disse seccamente con un carta irritazione. 
-Lorenzo andiamo! Dimmi la verità!- lo incitai con un occhiata perforatrice, o con quella che voleva essere un occhiata perforatrice.
-E' solo geloso!- rispose Elle al posto suo, con un tono molto divertito.
-Geloso?- domandai confusa. -Ma Sarah è una ragazza! È mia sorella!- aggiunsi guardando incredula il mio ragazzo che fulminò con gli occhi Elle dal sedile posteriore. Elle si era girata dal sedile anteriore e ci guardava, all'occhiata che gli aveva rivolto si mise a ridere e fece la linguaccia. -Qualcuno dovrà pur dirglielo.
-Elle è un licantropo! So che ti stavi chiedendo che fosse quel lupo enorme che c'era nella foresta due o tre giorni fa! Bèh, era un licantropo ed era Elle.- spiegò incrociando le braccia come un bambino che protesta.
Elle mi fissò di sottecchi un po' preoccupata, io la guardai sorpresa, poi scrollai le spalle con fare  noncurante: era un licantropo , e allora? Io ero una sirena.
-Capisco, ma questo che c'entra con il fatto che sei geloso?- domandai guardando Lore negli occhi.
-Non sono geloso!- si difese seccato, tirandomi un occhiataccia e allontanandosi da me, lo guardai sconcertata e gli afferrai una manica. Lui si chinò per darmi un bacio veloce e mi attirò di nuovo a se.
Appoggiai la testa alla spalla di Lorenzo e gli sfiorai il collo freddo con le labbra. -Perché sei geloso di Sarah?- domandai stringendogli la mano.
Lui sospirò rumorosamente -Non sono geloso.-
-Perché tu ti appoggi sempre a lei, mai Lorenzo .- mi rispose Elle incrociando il mio sguardo, le sorrisi con gentilezza.
-Davvero è per questo?- domandai girandomi verso Lore che stava guardando Elle con un luccichio assassino negli occhi. -Lorenzo ...- chiamai strattonandolo.
Lui si voltò a guardarmi, senza incrociare il mio sguardo: com'era carino! Forse era strano considerare un ragazzo "carino", ma Lorenzo in quel momento mi appariva così, mi faceva tenerezza, tanto che avrei voluto abbracciarlo e coccolarlo.
-Ti ho già spiegato come stanno le cose, no? Non sono abituata ad appoggiarmi troppo agli altri io. A parte Noelle e Sarah non mi sono mai appoggiata a nessuno.- spiegai con gentilezza mentre lui mi lanciava un occhiata per niente felice.
-Lo sai che ti amo! Che bisogno hai di lei? Perché non puoi fidarti di me?- domandò indispettito.
Non resistetti, mi allungai a baciarlo sulla guancia , poi sul mento, tracciando una scia fino alle sue labbra. Lui non disse niente e mi lasciò fare, poi senza preavviso mi sollevò abbastanza da mettermi a cavalcioni sopra di se, sentii la mia testa sfiorare il tettuccio della macchina per un attimo. Arrossi incrociando il suo sguardo e mi allontanai da lui appoggiando le mani alle sue spalle per stare in equilibrio e balbettando un incoerente -Ma.. ma.. ma...-.
-Rioko se davvero ti fidi di me, perché non mi permetti mai di proteggerti?- domandò guardandomi negli occhi, io continuavo a sentirmi a disagio.
-Lore posso tornare a posto?- lo pregai tentando di muovermi, ma le sue mani mi imprigionavano con fermezza e dolcezza.
-No, prima rispondimi.- rispose in tono deciso, sembrava un po' un bambino che fa i capricci.
-Mi sento osservata.- bisbigliai fissando lo sguardo sulla mia mano destra appoggiata alla sua spalle, i suoi capelli biondi mi sfioravano appena la pelle.
-Elle, vorremmo un po' di privacy.- disse in tono perentorio, lo guardai in viso notando che guardava oltre la mia spalla.
-Non ne dubito!- rispose Elle, il solito tono scherzoso ed entusiasta di chi si sta divertendo un mondo.
Sentii Julie ridacchiare dietro di me.
-Elle, voltati!- scandì Lorenzo che stava iniziando ad arrabbiarsi. Accennò un movimento e io gli finii praticamente addosso, le mie guance che stavano tornando normali ritornarono rossissime, appoggiai una mano sul suo torace per tirarmi indietro, ma non feci nemmeno in tempo ad aprire la bocca per scusarmi che lui mi circondò la schiena con il braccio destro.
-Oh, per favore!- pregò lei con voce da ragazzina. -Siete meglio dei romanzetti rosa che leggo!-
Sentii un rumore strano e quando guardai vidi che Lorenzo aveva allungato un braccio oltre al mia spalla.
-Mi stai facendo male, smettila! Se continui così mi spezzerai l'osso del collo.- protesto Elle.
-Promettimelo!- ribatté scherzoso Lore.
-D'accordo, d'accordo, mi giro!>> acconsentì alla fine, anche se con un certo malcontento nella voce.
-Bene.- disse compiaciuto. Il suo braccio tornò a circondarmi la vita, mentre sprofondavo con la testa sulla sua spalla sentii Lorenzo bisbigliare al mio orecchio -Torniamo a noi: stavamo parlando di fiducia.-
-Io so badare a me stessa, Lore.- dissi a voce bassissima.
-Non mi sembra proprio.- ribatté prontamente, allontanandomi per fronteggiarlo.
-E cosa te lo fa credere?- domandai.
-Tanto per dirne una il fatto che hai dormito nella stessa stanza con un vampiro per un mese senza rendertene conto.- iniziò Lorenzo
-Non tirarmi in mezzo alle tue paranoie!- protestò Hanon
Lorenzo le tirò un occhiataccia, poi si concentrò di nuovo su di me. -Non mi permetti mai di prendermi cura di te.-
-C'è un doppio senso?- domandò maliziosamente Elle.
-Io sto cercando di chiarirmi con la mia ragazza!- protestò Lorenzo seccato.
Ridacchiai rilassandomi almeno un po', mi lasciai scivolare addosso a lui, appoggiando piano la testa sulla spalla. Lo sentii sospirare mentre la sua mano mi scorreva sulla schiena.
-Se stai cercando di distrarmi, funziona.- bisbigliò con una nota di depressione nella voce.
Inclinai la testa guardandolo confusa, poi la sua faccia sprofondò nell'incavo della mia spalla, sentii il naso scorrere lungo il mio collo, subito sostituito dalla lingua. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, trovavo difficile respirare. Che diavolo stava facendo? Eravamo in macchina con Hanon e Elle! Che gli prendeva?! Era impazzito?
Un istante dopo sentii i suoi denti tracciare una linea leggera sul mio collo. Mi irrigidii mentre i suoi canini mi sfioravano la pelle. Rimasi immobile, tesa e un po' spaventata: che accidenti stava succedendo?
-Lore?- lo chiamai ansiosa.
Si fermò con i denti alla base del collo, il suo respiro tiepido mi sfiorava la pelle, non ebbi bisogno di voltarmi per vedere che sia Hanon che Elle ci stavano osservando.
-Ti fidi di me?- chiese in un bisbiglio.
Feci un respiro profondo e mi rilassai, appoggiando la fonte al suo petto chiusi gli occhi, senza dire niente, senza muovermi. I suoi denti erano proprio sopra una vena, sentivo il mio cuore battere forte e non solo di paura, ero anche certa di non essere l'unica a sentirlo. Il fatto è che era così vicino, il mio cuore era impazzito e il mio respiro accelerato. Trovavo confortanti le sue braccia che mi stringevano con forza, immobilizzandomi; il suo respiro sulla mia pelle mi elettrizzava e anche se la graffiante pressione dei suoi denti mi spaventava, questo sentimento era perso in mille altri e si perdeva come un tubetto di colore nell'acqua ...
-Ti fidi di me?- ripeté Lorenzo
-Sempre.- risposi con una voce che , giuro, non mi sembrava la mia: strozzata, roca, quasi eccitata. Sentii le sue labbra posarsi sulla mia vena, poi più niente. Con "poi più niente" non intendo dire che persi i sensi o che lui mi morse, intendo dire che non fece niente a parte allontanarsi da me. Mi depositò con dolcezza sul sedile accanto a lui, poi si inclinò per appoggiare la testa alla mia spalla mentre io rimanevo immobile per riprendere il controllo di me stessa.
-Come? Neanche un bacio?- domandò Elle con una nota di delusione nella voce.
-Fatti gli affaracci  ...- iniziai a dirgli seccata. Cavoli! Per chi ci aveva preso? Per i personaggi i una soap-opera? Ma non riuscii a terminare la mia brillante frase perché Lorenzo mi catturò le labbra con un bacio che si fece ogni istante più profondo. Le sue labbra si muovevano sulle mi con forza mentre mi stringeva il volto tra le mani quando dischiusi le labbra per respirare sentii la sua lingua scivolare dentro la mia bocca. Aprii gli occhi di scatto afferrando con le mani le maniche della felpa, mentre la sua lingua esplorava la mia bocca: non me l'aspettavo! Non mi aveva mia baciato così!
Lore si allontanò piano interrompendo il bacio, il lo fissavo imbarazzata con la bocca semi spalancata, tentando di farfugliare qualcosa. Lui sorrise molto divertito.
-Era la prima volta che qualcuno ti baciava così?- chiese divertito.
Richiusi la bocca e iniziai a farfugliare qualcosa, non ho idea nemmeno io di che cosa, frasi inarticolate e insensate
-Posso baciarti di nuovo?- domandò divertito dalla mia reazione, nei suoi occhi una scintilla che prima non avevo visto.
Non mi diede il tempo di rispondere, mi prese il volto tra le mani e ricominciò a baciarmi, stavolta con lentezza, una lentezza quasi studiata, la sua lingua mi accarezzò il labbro inferiore prima di scivolare nella mia bocca. Mi stinsi a lui cercando di ricambiare il bacio anche se in modo maldestro, la mia lingua sfiorò i suoi canini mentre tentavo di baciarlo nel modo giusto, ma forse ero troppo tesa e lui se ne accorse . Si allontanò da me piano mentre io lo fissavo di sottecchi. Lui si allungò a depositarmi un bacio sulla fronte prima di stringermi forte.
Il silenzio nell'auto non durò che pochi istanti, poi sentii Julie gridare "Fuori!" e prima che me ne rendessi conto mi ritrovai sdraiata sull'asfalto, con Lorenzo sopra di me che mi proteggeva con il suo corpo da un esplosione.
L'esplosione dell'auto per l'appunto.
Alzai gli occhi quel tanto che mi permise di vedere Thanatos stagliarsi sulla luce incandescente dell'esplosione, come un ombra davanti al sole, una nuvola, un eclissi che fa sparire la luce.
Mi alzai lentamente appoggiando i palmi delle mani sull'asfalto, mentre i miei occhi erano incollati sull'alta figura che ci fissava con la fredda indifferenza dei suoi occhi scuri.
-Thanatos, come hai fatto a trovarci?-domandai. Lorenzo mi si affiancò all'istante, penso non avesse distolto lo sguardo da me nemmeno per un secondo: iperprotettivo! Avrebbe fatto meglio a preoccuparsi per se stesso!
Thanatos si voltò e dietro di lui apparve come dal nulla Hanon, atterrò con eleganza, non so da dove fosse scesa, si voltò verso di noi. Lorenzo fece un passo avanti e mise un braccio davanti a me, come per proteggermi: cosa dovevo fare con lui?!
-Piacere di rivederti Noelle.- disse Lore con tono velenoso. Perché non gli piacevano le mie sorelle? Bè, per Noelle in fondo era pure comprensibile, ma alla fine avremmo dovuto parlarne perché così non andava bene, certo sempre se ne avessimo avuto modo, cosa difficile visto il susseguirsi dei vari ostacoli.
Moelle puntò il bastone verso di noi, una sfavillante luce azzurra brillava sulla punta, non mi ci vollero che pochi istanti per richiamare le mie armi, lo feci senza nemmeno pensarci, una cosa assolutamente automatica ormai. Hypnos si avvicinò al fratello con eleganza, i capelli argentei raccolti in una cado bassa.
C'era una strana quiete, un silenzio assoluto, solo il vento e il rumore della macchina che bruciava sembrava alterare questa quiete. In quel momento mi accorsi che eravamo in un posto isolato, sperduto nel nulla, dove non c'era nemmeno una casa, eravamo circondati dagli alberi, sentivo da lontano lo scorrere di un fiume. La strada asfaltata attraversava i boschi serpeggiando tra le montagne, le fiamme arrivarono agli alberi iniziando a incendiarli.
Mi sentivo tesa, più il tempo passava più sentivo un rumore riempirmi la testa, le parole delle persone cominciarono ad arrivarmi attutite, la loro discussone era come uno sfondo sullo scrosciare dell'acqua che mi rimbombava nella testa. Le immagini iniziarono a svanire davanti ai miei occhi, era come se mi facessero vedere una macchia blu che si espandeva.
Sentii qualcuno gridare il mio nome, poi una luce azzurra ci avvolse sommergendoci, una forza che non sapevo da dove arrivasse mi scaraventò contro il tronco di un albero. Gli scivolai addosso come se fossi acqua, improvvisamente mi accorsi che era proprio così, ero diventata "acqua".
Sarah mi afferrò, o afferrò la mia essenza, sentii il mio corpo ricomporsi, riprendere consistenza, una lama fendette l'aria e un albero cadde a poca distanza da me.
-Co ... cosa è ...?- provai a chiedere, la mia voce era alterata, suona roca e innaturale, mentre prima tutto di me era limpido, come l'acqua che scorre. Mi sentivo cristallina e libera, incontenibile.
-Sei ancora troppo sensibile per restare vicino a delle forme di potere  contenute nell'acqua, è molto pericoloso, rischi di disgregarti come è appena successo.- spiegò mentre mi attirava a se circondandomi le spalle con un braccio e appoggiandomi una mano sul volto.
Un sibilo strano riempì l'aria, seguito dal rumore di qualcosa di grosso che finiva a terra. Non mi ci volle molto per rendermi conto che parte degli alberi erano stati tranciati.
-Dov'è Lore?- domandai preoccupata, mentre Sarah mi aiutava ad alzarmi e a camminare. Prima che potesse rispondere mi trovai davanti a uno spettacolo raccapricciante: Lorenzo era inginocchiato, varie ferite erano impresse sul suo corpo, dalle quali usciva del denso liquido nerastro.
Mi misi a correre dimenticando il resto, i sai stretti nelle mie mani, evitai all'ultimo momento il fendente di Thanatos e con un colpo veloce gli conficcai il sai nella spalla, poi lo estrassi velocemente e scivolai alle sue spalle mentre lui grugniva per il dolore. Corsi da Lore, mi inginocchiai accanto a lui orripilata e preoccupata per tutte quelle ferite, dopo pochi istanti Julie era lì accanto a me.
-Va tutto bene ...- bisbigliò Lorenzo , che esausto era crollato a terra.
Mi voltai infuriata verso Thanatos che stava combattendo con Sarah, non avrei saputo dire chi dei due stava vincendo, il loro viso era a pochi centimetri l'uno dell'altro, le armi incrociate. In un lampo, con uno stridore di spade, si allontanarono. Sarah scivolò all'indietro con agilità, appoggiando la mano a terrà per fermare l'arretramento, si fermò accucciata, con la schiena rivolta verso la foresta e gli occhi fissi su Thanatos. Mi voltai a guardarlo, lui era in piedi e la fissava con uno sguardo divertito e brillante, affascinato probabilmente dal modo di combattere di Sarah.
Mi voltai di scatto verso la mia sinistra, avevo sentito dei passi avvicinarsi, mi trovai davanti a Noelle che si avvicinava con eleganza, i capelli biondi raccolti in una treccia che si muoveva con il vento. Indossava dei semplici jeans e questo mi sorprese perché lei non indossava mai i jeans! Il suo sorriso era freddo.
-Credo te la dovresti prendere con me per lo stato del tuo ragazzo.- disse calma. -Anche se visto il tuo grado di disgregazione dovuto alla tua incapacità di controllare il tuo potere non ti converrebbe provare ad attacc...-
Non fece in tempo a terminare la frase, non le diedi modo di terminare quello che aveva da dire, mi scagliai contro di lei che parò i miei colpi. Le nostra armi si incrociarono, le lame esterne dei sai e quelle medie erano a cavallo del bastone. La punta del bastone si illuminò di energia pura, che la percorse. Feci un balzo all'indietro e lanciai un sai che le parò con agilità mentre lame azzurre partirono dal tridente, ferendomi i bracci e lo stomaco. Sentii un dolore acuto e finii per terra, ma mi rialzai subito facendomi forza.
L'arma che era finita a terra si trasformò in una scia d'acqua che si diresse verso di me solidificandosi e trasformandosi in una sorta di pugnale di ghiaccio. Mentre si dirigeva verso di me trapassò a Noelle la spalla da dietro. Lei, colta di sorpresa, rantolò per il dolore e per lo choc , si mosse impercettibilmente per voltarsi, il pezzo di ghiacciò uscì dalla spalla con uno schizzo di sangue e si diresse verso di me riprendendo la forma di un arma.
La afferrai guardandola, era sempre la solita: liscia, fredda al tatto, le lame di un metallo trasparente e infrangibile, macchie del colore del sangue. Era strano, ma le trovavo in qualche modo dissonanti su quell'arma, come se non c'entrassero. Ricordavo con chiarezza il primo giorno in cui toccai quelle armi, tra i molti ricordi, quello era il più vivido. La sensazione di quell'arma tra le mie mani, il suo peso, l'equilibratura, la lama non troppo spessa e affilata, il materiale che ricordava un cristallo che da un bianco opaco diventava trasparente.
Un molo d'acqua mi sommerse, ma io non mi ...  "disgregai" ... stavolta., quindi non ero stata io farlo. Almeno penso. Ci ritrovammo lungo una strada lastricata di pietre sconnesse. Ho detto "ci" perché non c'ero solo io, e meno male! Corsi da Lorenzo che era ancora a terra, Hanon era accanto a lui e si guardava intorno, nemmeno lei sembrava sapere che fine avevamo fatta. Tempo pochi istanti e il posto fu "riempito". Con una scia d'acqua apparvero tutti quanti, Sarah aveva fatto un ottimo lavoro, ci aveva portato qui grazie all'acqua delle pozzanghere. Devo dire che la cosa aveva un che di disgustoso, ma era anche geniale!
Dopo la loro apparizione sembrò quasi che l'acqua fosse evaporata, che non ce ne fosse più. Forse era così che si chiudeva un passaggio, era molto probabile, ma non avevo idea di come fare, io non ci sarei mai riuscita. Senza contare che visto quello che era successo poco prima farlo era anche pericoloso, avrei potuto non tornare più come prima, perdermi nell'acqua per sempre. Non mi sembrava una brutta cosa, non era doloroso, non era brutto, era come se tutto si disperdesse, come se ci fosse solo il vuoto.
-Dobbiamo ripararci da qualche parte.- disse Isabelle guardandosi attorno, aveva delle brutte ferite.-Se qualcuno ci vedesse sarebbe un problema.-
In effetti quasi tutti erano feriti e le ferite si stavano rimarginando molto velocemente, ma gli abiti restavano macchiati di sangue o di sostanze strane, nere e appiccicose.
-Andiamo lì.- propose Hanon puntando il dito su quella che sembrava una chiesa abbandonata.
Adrian si caricò Lorenzo , praticamente privo di sensi, in spalla e andammo tutti verso quella chiesa che sembrava totalmente abbandonata. Le porte erano sigillate come delle assi di legno inchiodate, la porta principale era di legno, i vetri delle finestre erano rotte.
-Potremmo entrare da lì.-propose Elle facendo un cenno con la testa.
-Io non arrivo così in alto.- la informai, guardandola con sorpresa.
La prof fece un salto, un salto praticamente impossibile per un comune essere umano, e distrusse totalmente quello che rimaneva della finestra. Dopo di che Adrian fece un balzo e la seguì oltre la finestra, pregai con tutte le mie forze Lorenzo non si facesse male. Isabelle la seguì, insieme a Francesca, Dave e poi Hanon mi prese in braccio e insieme "scavalcammo" la finestra. Fu un attimo, non me ne accorsi nemmeno, poi Hanon mi mise a terra, sul pavimento lastricato di pietre, dietro di me sentii il rumore di Elle che atterrava.
Sentii tuonare e ringraziai il cielo che ci fossimo riparati, sentivo che quel temporale non era naturale, che c'era di mezzo Noelle, percepivo nell'aria la sua energia. Probabilmente dalla prima volta che avevo usato in modo vagamente coretto i miei poteri ero diventata più ricettiva, più sensibile. Mi allontanai da Hanon per guardare meglio il cielo attraverso il vetro rotto della finestra: grandi nuvoloni grigi si stavano addensando. Scossi la testa e mi voltai: io e Noelle dovevamo fare quattro chiacchiere prima o poi, la sua ossessione nata dal niente era preoccupante.
Mi guardai intorno: la chiesa era semi distrutta, il soffitto vicino alla guglia era rotto, raggi di luna e gocce di pioggia entravano a tratti passando tra le poche tegole rimaste. Le panche di legno per sedersi erano buttate a terra, alcune erano a pezzi, le pareti un tempo bianche avevano ora un colore scuro e in alcuni punti mancava l'intonaco. I candelabri erano stati capovolti e le statue intaccate e distrutte. C'era qualcosa di agghiacciante in quello spettacolo, qualcosa che non riuscivo ad accettare. Mi voltai verso la porta di legno che Julie aveva chiuso con il chiavistello. Mi ricordai che era inchiodata, ma pensai che non sarebbe certo bastato questo a fermare Thanatos e Noelle.
-Credo sia meglio barricare al porta con ciò che resta delle panche.- le proposi.
Dave ne sollevò subito una e la portò davanti alla porta appoggiandola a quello scuro legno consumato. Isabelle seguì il suo esempio mentre Francesca cercava di curare Elle meglio che poteva: la maggior parte delle ferite però si erano richiuse, degno di un licantropo! Quelle più profonde si stavano rimarginando, ma lei stava perdendo parecchio sangue. Mi chiesi contro chi avesse combattuto, persa in quel marasma non l'avevo proprio vista, il mio unico pensiero era Lorenzo .
Adrian mi mise una mano sulla spalla. -Stai bene?- stai bene domandò gentilmente.
Feci un cenno d'assenso, lasciando che il mio sguardo vagasse.
-Sei sicura?- domandò di nuovo. -Stai sanguinano-
Abbassai lo sguardo sul mio corpo: avevo diversi taglia ai braci e alle gambe e una ferita un pò profonda allo stomaco, ma niente di irreparabile. Posai le mani sulla ferita usando quel potere che solo di recente avevo scoperto di possedere in quantità e di essere in grado di controllare almeno in minima parte. In un attimo la ferita scomparve.
Adrian mi lasciò per andare ad aiutare sua sorella, lanciandomi però uno sguardo preoccupato. Fissai le mie mani che erano momentaneamente diventate blu e che stavano lentamente riprendendo il loro colore "umano". Almeno stavolta non mi ero disgregata!
Mi feci coraggio e mi voltai verso Lorenzo che continuava a sanguinare copiosamente dalla ferita infertagli da Noelle.
-Come sta?- domandai alla mia ex professoressa.
Lei sorrise con gentilezza. -Non troppo bene. Se la caverà, ma ha bisogno di sangue e subito.-
Mi avvicinai piano e mi inginocchiai cautamente accanto a lui, le sue pupille erano chiarissime. Gli sfiorai la guancia con le dita della mano, la sua pelle era così chiara che quasi pensavo di riuscire a vederci attraverso. Lui emise un ringhio o un gemito, non avrei saputo dirlo.
-Può prendere il mio.- proposi senza distogliere lo sguardo da lui: guardarlo mi faceva sentire ancora più in ansia, ma non riuscivo comunque a distogliere gli occhi.
La sentii irrigidirsi e intorno a noi scese uno strano silenzio irreale, avevo la sensazione che tutti mi stessero fissando e non mi piaceva.
-Il sangue di una sirena è velenoso, Rioko. Potresti ucciderlo.- mi informò Hanon posandomi con delicatezza una mano sulla spalla. -Non preoccuparti troveremo un altro modo.-
-Il sangue di una sirena non è velenoso.- la informai a mezza voce. Era una leggenda, ideata soprattutto per proteggerci, perché se sapessero che assorbire in qualche modo anche una sola parte della nostra essenza rendeva immortali dubito fortemente che ci avrebbero felicemente lasciate stare.
Mi avvicinai ancora di più e presi in volto di Lorenzo tra le mani, i suoi occhi erano socchiusi, mi fissava con sguardo spento e interrogativo. -Lore, mi senti?-chiamai.
Lui chiuse gli occhi in quella che speravo fosse una risposa. Mi avvicinai al suo volto e gli baciai con leggerezza le labbra, quando mi allontanai notai che aveva dischiuso e lebbra e mostrava i canini affilati.
-Lorenzo non vorrebbe, Rioko. - tentò ancora di fermarmi Hanon.
Scossi la testa. Non c'era altro da fare. Mi voltai un attimo per lanciarle quello che speravo fosse un sorriso rassicurante, era comunque il più rassicurante che riuscii a racimolare.
-Andrà tutto bene.- promisi ancora sorridendo, sperando di non sbagliarmi. Hanon mi mise una mano sulla spalla e io la allontanai. -Andrà tutto bene.- ripetei. Avvicinai il volto di Hanry al mio collo e chiusi gli occhi. Le sue labbra si appoggiarono sulla pelle, con dolcezza, ma fu tutto ciò che fece. -Lore, ti prego, bevi il mio sangue. TI prego.- bisbigliai con voce disperata.
Le sue braccia mi circondarono, inizialmente con gentilezza, poi con forza, mi premette contro di se. Mi sentii imprigionata da una prigione bellissima e indistruttibile. Rimasi ferma mentre i suoi canini affondavano nella pelle, sentii un dolore acuto,  poi un rumore strano. Lentamente iniziai a sentirmi più debole, e al contempo ero entusiasta, avevo la certezza che nessuno avrebbe più fatto del male a Lore. Ora, mentre beveva il mio sangue, freddo come l'acqua del mare, avevo la certezza che Lorenzo sarebbe diventato immortale in tutti i sensi del termine. Avrebbe avuto quell'immortalità che solo il sangue di una sirena poteva dare.
Il mio sangue non era caldo come quello di un essere umano, mi era sempre sembrato freddo, ma forse a lui sembrava tiepido. Immagino avesse un buon sapore o forse lo speravo. Speravo che Lorenzo mi amasse incondizionatamente qualunque cosa fosse successa, speravo di piacergli sempre, di stare con lui sempre. Forse la verità era che avevo paura perché se lui si fosse allontanato, se mi avesse lasciato io sarei morta. Non perché ero una sirena. E non era la morte a spaventarmi. Era un sollievo, io sarei morta. Senza di lui sarei morta e questo mi consolava, perché quel dolore mi avrebbe logorato e sarebbe stato peggio della morte.
Lentamente i miei pensieri si fecero incoerenti e alla fine tutto divenne buio, l'ultima cosa che sentii era la mano di Lorenzo che mi accarezzava con dolcezza a testa. Io ero felice.

||•Mermaid Vampire•||♡Lorenzo Ostuni♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora