XXXIII - Comfortably dumb

20 2 0
                                    

Al confine con la Bosnia, notano il carico di fucili e granate. Poi però fanno: "Wow, quello è il Monapoli? Se me lo date, vi faccio passare lo stesso". No. Il Monapoli no. Non si trova negli autogrillić della Bosnia. Optano per la soluzione più semplice, ma infallibile: "Scusate, qual'è il vostro cantante preferito?". Come avevo detto, nessuno è una cima in questo racconto. Noo... non se la sono cavata così facilmente. Dopo i 5 minuti che ci hanno messo per accorgersi che non c'erano i Beatles, iniziano ad inseguirli. Le loro macchine, anche se scassate, sono sempre più veloci di un tir enorme. Ci vuole un'idea: il sacco di mattoni che Onzi porta sempre con sé. Dalla sua parte, il finestrino non è abbassabile, perché è fatto di nastro isolante. Lo passano a Franz, non senza una bestemmia. Franz abbassa il finestrino, aspetta che si affianchino e fa cadere un mattone. Gli centra in pieno il parabrezza, spaccandolo e disorientando il guidatore. La macchin aquindi frena. Col rischio di rimanerci secchi, Franz ha attaccato un bigliettino al mattone, scrivendo un insulto che è molto in voga da quelle parti: "Mi scopo tutta la prima fila al tuo funerale". Funerale che ci sarà, perché si è creato un enorme tamponamento a catena dietro, visto che nessuno rispetta la distanza di sicurezza in autostrada. Evvai, il primo vero casino della storia commesso dai protagonisti, stavo cominciando ad annoiarmi. In Bosnia se le accuse ci sono la pena c'è eccome, ma devono esserci. Ora, dei bravi criminali colorerebbero il camion di verde, per esempio, oppure comprerebbero un vetro vero per sostituire il nastro isolante, ma chi ha voglia? E, cosa ancora più importante, non hanno idea di dove recuperare i metalli pesanti. Proseguendo, la risposta viene da sola: dopo aver abbandonato l'autostrada ed essersi imboccati su una statale, riescono a notare, molto dietro ad un enorme campo di grano, una fabbrica abbandonata. Non sanno se ci sono metalli pesanti all'interno, ma l'alternativa è trovare quei pochi mafiosi che li trafficano per chiederglielo, e non mi sembra il massimo; quindi decidono che ne vale la pena di andare fino a lì e prendono una strada distrutta che avrebbe fatto sparare parecchie volte il fucile, se fosse stato carico. A metà "strada"(sempre se quella che stanno percorrendo si può definire strada) notano in lontananza una sagoma di colore nero, non ben identificata perché siamo di mezzanotte. Guardano meglio: è una macchina. Non riescono a distinguerne il modello, ma siccome la storia è mia vi posso dire che è una Cadillac, il che non restringe poi più di tanto il campo perché la Cadillac ha avuto un grande successo grazie ad agenti in occulto sparsi per tutto il mondo e scarsamente pagati per vantarsi con gli amici del fatto che hanno una Cadillac. In realtà solo il fatto che ci sia una macchina a mezzanotte in un posto come quello restringe il campo non di poco: infatti possono essere o maniaci dell'ecologismo o malavitosi. I primi vanno scartati perché non prenderebbero nemmeno inconsiderazione l'idea di usare un mezzo di trasporto a motore. Adesso sì che il campo si restringe. Intanto vanno spenti i fanali, successivamente bisogna tenere conto che 16 metri per 4 di tir, seppur al buio, difficilmente passano inosservati. Certo, potevano prendere un furgone invece di prendere un autoarticolato così enorme. Ma è inutile piangere sul latte versato: devono inventarsi un'idea. E qui interviene la vena artistica di Onzi: prende un foglio e lo attacca con il nastro isolante sullo stesso tubo di ferro che hanno usato per fregare il metano, per creare una sorta di cartello. Poi lo pianta nel terreno, davanti al camion. Con un pennarello ci scrive: "Se oltrepassi questo cartello sei frocio". Non giudichiamo, dubito che voi avreste avuto un'idea migliore, se non quella di sparire al più presto possibile, ma a loro serve il piombo. "Questo dovrebbe tenerli lontani per un po'" ha il coraggio di commentare Onzi. D'accordo che i mafiosi sono per forza omofobi, però alla deficienza c'è un limite, limite che, a dirla tutta, è stato già oltrepassato dall'inizio del racconto. Franz ricarica il fucile Kar98k, quasi a dire: "Ci avranno eccome, ma non da vivi". Onzi pensa subito a Lucia: il suo ultimo accesso su whatsapp è stato alle 21:30 di sera, e questo può voler dire che è morta (oppure a letto, vedere un po' voi). Finito il campo di grano, c'è una grande distesa prima della fabbrica. Non c'è verso, devono proseguire: non si sono fatti 30 ore di viaggio su un merdoso tir, con tutti i relativi rischi, per niente. Questa distesa ha l'erba a tratti alta a tratti diradata, con molti arbusti.

De Mattonibus Vol. 1 (anzi, I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora