De Mattonibus Vol. 1 (anzi, I)

LVII - La mamma dei mafiosi è sempre incinta

Se ancora aveste dubbi, dentro al maggiolino c'erano József ed Andrej. Andrej ha lasciato Don Antonio perché ormai non ha più potere, e si mettono in 2 contro Don Luigi perché ormai anche lui non ha più potere, a forza di scontrarsi con la mafia russa. Non perché la mafia russa sia più forte, proprio perché sono alla pari. Edoardo paragonerebbe i mafiosi a 3 galli in un pollaio. Poi però paragonerebbe la mafia in generale agli insetti: ne fai fuori uno e stai sicuro che ne nascono altri 100. 2 minuti dopo, sentono le sirene della polizia. "Ma come, la polizia in Italia?". Eh, sì, Andrej. O no? Vediamo. 3 uomini scendono dalla volante, pesantemente armati (e già questo dovrebbe far insospettire). "Lei ha una calibro 50 sul tetto" "E allora?" "Non si può" "Siii certo come no, valla a raccontare agli americani questa frottola. Pff... non puoi neanche caricare una calibro 50 sul tetto della macchina, non si può più fare niente al giorno d'oggi". I "poliziotti" caricano le armi, i due est-europei scappano in autostrada. Come ho già accennato, non sono poliziotti, la polizia in Italia non esiste. József sale alla mitragliatrice, i camorristi sulla volante si rifiutano di inseguirli, non a torto, perché sarebbe da idioti. Non soddisfatti, i due est-europei fanno un giro enorme e ritornano per crivellare la volante degli uomini di Don Luigi, e lo fanno. Successivamente scapperanno in Brasile e si divideranno negando di essersi mai conosciuti. Si salutano quindi come da consuetudine, con una coltellata nel femore. Il figlio di uno dei due diventerà un calciatore nella serie B brasiliana. Potete immaginare il temperamento, se ha preso qualcosa dal padre, insomma: non conviene fargli un tunnel. Questo capitolo è abbastanza inutile, serviva solo a dire che per la prossima settimana non ci sarà la mafia a Padova. Oddio, non è una gioia esageratamente fantasticamente fantastica.