XXXIX - From Napoli with amore

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  "Maa... come lo svuotiamo adesso?" "Boh". Mentre Franz ed Onzi parlavano, Vincent, uomo di risorse, è andato a prendere la spranga arrugginita che aveva preso dalla fabbrica abbandonata. Sbrega il serbatoio dal basso con violenza, ed esce tutta la benzina. 2 centimetri più in là c'era il tappo. Lo riparano con il nastro isolante, perché il nastro isolante ripara tutto, e questa volta buttano dentro il metano. Certo, non era molto resistente questo serbatoio se viene facilmente sbregato da una spranga. Prima di partire, Onzi fa scorta di nastro isolante. I soldi spesi per il nastro isolante non sono mai spesi male. Appena ripartono, il camion non va più a 120: evidentemente aveva drogato il metano con non so che cosa, il nostro piccolo chimico. Poco prima che stessero passando di là, esplode un ponte e cade una Bentley abbastanza costosa, e dalla Cadillac poco prima del ponte emerge dal finestrino una testa con un M4A1. Non c'è dubbio: è József. Ma cosa ci fa in Bosnia? Glie lo chiedono mentre lui sta sparando ai rivali mafiosi russi nella Bentley che sono ancora vivi. Un interprete risponde ai 3: andatevene a fanculo, vi parlo dopo. Un bazooka puntato sulla macchina fa capire ai 3 che forse è meglio tagliare la corda. Prima che la macchina esploda, József fa in tempo a scappare, e si rifugia dentro al tir, dove c'era ancora la copertura di mattoni che aveva costruito Vincent. L'M4A1 si scarica, i caricatori li aveva lasciati in macchina. Fortunatamente, anche il bazooka si scarica. Tuttavia il rimorchio (e per fortuna non il motore) viene crivellato da una mitragliatrice calibro 50. Nonostante il calibro enorme, pensate che spara più proiettili in un ora di quante stronzate io riesca a sparare in un minuto. Incredibile ma vero, József è ancora vivo. Ha quel culo tipico dei cattivi dei film d'azione, poco prima che si scontrino con il Rambo di turno. La mitragliatrice proviene dai 4 dalla seconda Bentley, quella che non era stata travolta dalla caduta del ponte. Qui interviene indirettamente l'abilità muraria di Vincent: è grazie a quella che József si salva: non un solo proiettile perfora il muro. József inizia a giocare a bowling con le granate. Strike. Ci rimangono in due, gli altri risalgono sulla Bentley. Cala il silenzio, oltre che la notte di un giovedì, come dire, rilassante, all'insegna della briscola e del tè inglese. Non viene creato nessun intralcio o coda, perché nella Bosnia del 2030 nessuno ha i soldi per permettersi una macchina, tanto meno per pagare l'autostrada, che costa di più. Adesso l'interprete di József, quello che traduce dall'ungherese all'italiano, è stato colpito da un proiettile vagante e quindi è in balia delle cure di un rumeno nel retro della Cadillac. Tutto ciò che hanno a disposizione adesso è un interprete che traduce dall'ungherese al giapponese, che parla ad un altro interprete che traduce dal giapponese all'italiano. La madonna, sembra il gioco della fiera dell'est che facevo da bambino. Seppur con molte difficoltà, gli interpreti riescono a spiegare tutto, e per fare questo Vincent deve corromperli con un mazzo di papaveri da oppio che aveva fregato e sperava di spremere in faccia a Franz mentre guidava: non avendo più un cazzo da fare in Italia (vi ricordo che József adesso lavora per Don Luigi), perché non andare un po' a rompere i coglioni in Bosnia? Solo che a metà strada tra una città ed un'altra hanno incontrato i proprietari del territorio: la mafia russa. "Il gioco è mio, il gioco è mio", è iniziata la guerra. I buchi che ha fatto la calibro 50 sul rimorchio del tir sono così grandi che ci passa un mattone. Li riparano tutta la notte, quasi finendo il nastro isolante. Meno male che Onzi aveva deciso di farne scorta. Franz rompe il silenzio: "Secondo me in questo momento Lucia se la sta facendo con un pakistano". "Ed io in questo momento me la sto facendo con tua figlia". Riparato il camion, di venerdì mattina, József chiede di andare nel territorio più vicino appartenente alla camorra di Don Luigi, vale a dire l'Ungheria. Glie lo chiede gentilmente (strano a dirsi): "Potreste portarmi in Ungheria?" "No, non c'abbiamo voglia, dobbiamo spostare il culo in Austria, che è dall'altra parte dell'Europa praticamente" (ovviamente attraverso gli interpreti, tralasciando la loro cultura geografica) József glie lo richiede: "Scusate, non sono stato abbastanza cortese, potreste gentilmente portarmi in Ungheria?", e questa volta glie lo chiede puntando l'M4A1 sulla testa di Franz. "Beh, dai, in fondo non è poi così male l'Ungheria, che ne dite ragazzi?". Ho l'impressione che non abbiano molta scelta.  

De Mattonibus Vol. 1 (anzi, I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora