XLVI - La fattoria dei politici

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Interrompiamo le trasmissioni per una notizia straordinaria: per la prima volta dopo tanti anni, si sono potute fare le elezioni: il nuovo presidente del consiglio è Jonathan Mona, con il 2% dei voti. Jonathan Mona è un italiano che nacque in Australia da padre veneto e mamma australiana, che ha deciso il nome come potete notare. Perciò lui parla due lingue: l'inglese ed il dialetto veneto. Il suo slogan nelle varie campagne elettorali in giro per l'Italia è stato: "Votème, ve prometo che fasso tutto pa' i schei". Probabilmente ha vinto per 2 motivi: il primo è che la maggior parte dell'Italia non ha capito quello che ha detto, il secondo è che il suo avversario politico era una vacca. Ma non in senso dispregiativo, per intendere una troia oppure una stronza, era proprio una vacca. Quando le hanno chiesto quali erano i suoi programmi per risanare l'economia, quella ha risposto "Muuuuuu". Dunque ha vinto Jonathan Mona, pur avendo ammesso più o meno esplicitamente che fa tutto per i soldi. Incredibile ma vero, è l'unico politico della storia che ha mantenuto le sue promesse. Non è né di destra, né di sinistra, sempre se è mai importato qualcosa nella politica degli ultimi anni. Ha sempre detto di essere più "da basso, ciò". I cittadini ormai rassegnati sperano più che altro che non peggiori ulteriormente la situazione, perché ormai è insalvabile. Avvia subito un progetto per fornire un alloggio decente ai clandestini, ossia una roulotte o un ponte, perché proprio non possono stare negli hotel. Il progetto si chiama "Da qualche parte dovremo pur infilarli, sti negri!", che ha richiesto 50 milioni di euro prelevati dall'Unione Europea. Subito dopo ha lanciato un progetto antimafia, di nome: "Se ti chiedono il pizzo, vallo a dire alla maestra", che ha richiesto altri 25 milioni di euro sempre all'unione europea. Infine ha avviato il terzo ed ultimo progetto: "Sul mio 75 pollici di TV non si vedono le partite di champions league del Milan, casso!", che ha richiesto 60 milioni di euro dalla Cina per comprarsi le TV cinesi in modo che trasmettano solo in casa sua. Jonathan Mona ha una laurea di validità europea presso la 'ndrangheta, che non gli è costata neanche tanto. Prima di fare il presidente del consiglio lavorava come spazzino nella villa di Don Antonio, mentre in Australia faceva il veterinario, specializzato in particolare nell'adozione da parte di coccodrilli omosessuali. L'ultimo provvedimento che ha preso è stato quello di licenziare il ministro dell'interno, Fido, che ha abbandonato la sala abbaiando, trascinato dalle guardie. Mona ha rinunciato all'auto blu in favore di una gialla. È stato sorpreso a guardare un porno tra cavalli durante la conferenza per salvaguardare i patrimoni culturali del paese. Insomma, con lui l'Italia direi che è in buone mani. Ai muratori della banda rimasti a Padova viene un'idea: "Questo qui magari approverà la compravendita in nero di metalli pesanti". Ci pensa Raúl il paraguaiano ad andare a proporre la legge. Non avendo il cellulare, frega la Golf del maniaco per andare a Roma a proporre questa legge a Jonathan Mona. Praticamente gli sta chiedendo di approvare una legge che favorisca gli scambi di metalli pesanti in nero, non so se mi spiego. Ma non si sa mai, dopotutto.

De Mattonibus Vol. 1 (anzi, I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora