"Sono innamorato di te"
Il silenzio che in quel momento li stava avvolgendo era già un brutto segno per André. Tra loro non c'era mai stato silenzio: le parole non avevano mai avuto molta importanza, ma erano i loro corpi a parlare. Era sempre bastato così, i loro corpi riempivano il vuoto che le parole e gli sguardi lasciavano, ma entrambi sapevano che questo non sarebbe potuto continuare per sempre. O almeno avrebbero dovuto saperlo. André lo sapeva, per questo ora era davanti a John, con il suo cuore adagiato su una mano che batteva timido. Il tempo scorreva viscoso come il miele e tutto sembrava avvolto in una patina. Poi John ruppe il silenzio con una risata e in ogni secondo il cuore di André veniva pugnalato: il sangue che ne scorreva fuori era nero e denso, gonfio di una malattia che lui chiamava amore. La risata di John copriva in parte un suono che solo André riusciva a sentire: il suo cuore che cadeva a terra e che si infrangeva come il vetro. Non avevano più importanza tutte le parole che adesso gli venivano dette, non avrebbero comunque riempito quel vuoto che il ragazzo si sentiva addosso e che lo stava divorando nel silenzio. Non aveva più senso rimanere lì. I suoi passi si mossero piano, immersi nel catrame; stava portando un peso nel petto che gli faceva male ad ogni passo, al posto del cuore ora c'era una pietra nera. Quando John provò ad afferrargli un braccio lui si divincolò ed incespicando prese a correre verso la sua camera.
Il buio all'interno della camera rispecchiava perfettamente come si sentiva. Solo il vuoto ora lo stava cullando. Senza rendersi conto si ritrovò seduto contro la porta, con le gambe strette al petto e le braccia rilassate e pallide. Sentiva che le lacrime bruciavano lungo il suo viso e nei suoi occhi, facendo uscire tutto il fuoco della passione che fino a quel momento lo aveva travolto; si sfiorò una guancia con le dita, per cancellare via le tracce del dolore, ma la trovò arida come il deserto. Si guardò a lungo le dita, cercandovi una risposta, come se fossero insensibili a tutte le lacrime che lui sentiva scendere incessanti e impetuose, ma anche nella semi ombra di quella stanza vedeva con esattezza la verità: nessuna lacrima aveva solcato il suo volto, ma solo la sua anima e ancora continuavano a scendere. Il dolore dentro di lui stava crescendo troppo in fretta e André avrebbe voluto farlo uscire tutto, ma dalla sua bocca non usciva neanche un suono e il suo corpo era ormai abbandonato come un fantoccio contro una parete. Si addormentò, stremato da tutti i singulti che lo facevano sobbalzare e dalle lacrime invisibili. Era un sonno travagliato, che lo riposò pochissimo, lasciandogli al risveglio solo una sensazione di intontimento e desolazione, sapendo che ora un pezzo di lui era stato strappato via e non lo avrebbe più riavuto indietro.
Era rimasto lì immobile forse qualche ora, tra il sonno e la veglia, con gli arti intorpiditi e abbandonati come se non gli appartenessero. Nel silenzio totale che avvolgeva la stanza sentì da oltre la porta un piccolo tintinnio e un corpo che si adagiava seduto con la schiena appoggiata sulla porta, nella stessa posizione che lui aveva, solo dall'altra parte. Solo un muro li divideva e André sapeva benissimo chi era quella persona. André non sentì alcuna parola provenire da Alba, solo dei sorseggi educati e leggeri di una bevanda che l'uomo immaginava essere tè; ne stava apprezzando la presenza silenziosa, vuota di tutte quelle inutili parole che scheggiano il cuore. La verità era che solo poche parole curano il cuore, magari non lo guariscono, ma ti fanno sentire bene: quelle parole avrebbe potuto dirgliele solo John in quel momento. Le parole però fluirono dalle sue labbra come una liberazione da un peso.
"Non mi avevano mai detto che l'amore fosse così doloroso, non l'avevo mai visto negli occhi degli innamorati questa sofferenza; c'erano gli sguardi complici, i sorrisi spontanei, le litigate solo per fare pace con l'amore serbato nel cuore... e poi c'erano quei baci, appassionati e violenti, ma allo stesso tempo dolci e attesi e le lacrime fatte di zucchero. Invece io provo un dolore tanto immenso eppure un amore così incondizionato che mi dilania il cuore, prosciugando ogni mia forza in questa lotta tra titani. E muoio mille volte - Andrè si sfiorò il petto con i polpastrelli e incise dei profondi graffi nella carne, che prese a sanguinare abbondantemente - eppure sanguino ancora" le dita si erano impregnate del suo stesso sangue e tremavano.
"Nonostante tutto penso a lui ancora: alla sua pelle, al suo profumo, ai suoi occhi e a come mi guardava quando credeva che io non potessi vederlo. Mi faceva sentire come se noi due soli bastassimo a ricucire i nostri errori. Teneva insieme tutti i miei pezzi. E io lo amavo, lo amo"
La sua voce si ruppe, facendo piombare quel momento nel silenzio. Era come se il mondo, il loro piccolo mondo, si fosse di colpo scolorito.
"Non pensavo di potermi sentire così solo pur amando"
Ed allora le lacrime iniziarono a scorrere, silenziose eppure impetuose, lasciando André senza fiato mentre si toccava le guance. Le piccole gocce cristalline lavarono via il sangue dalle mani di André rendendolo nuovo, di nuovo innocente.
La donna al di la della porta aveva ormai finito di bere il suo tè e l'unico suono che si sentì uscire dalla sua bocca fu un sospiro leggero, prima del fruscio del suo abito mentre si alzava e se ne andava via. André rimase ancora qualche minuto con la testa contro la porta, lasciando le lacrime scorrere lungo le guance come un medicamento per l'anima. Poi, muovendosi piano, si alzò ed aprì la porta. A qualche centimetro dall'uscio c'era una piccola tazza di porcellana, con un delicato piattino di vetro posto sopra per non dissipare il calore del suo contenuto: André prese in mano la tazza e richiuse la porta dietro di sé. Si sedette sul bordo del letto e tolse delicatamente il coperchio dalla tazza: il contenuto era ancora caldo e fumante; André ne prese un lungo sorso. I colori della stanza in tutto quel tempo si erano sciolti ed erano svaniti lentamente, lasciando al ragazzo solo un'infinta serie di tonalità di grigio.
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Sin Hotel
FantasyQual è il nostro limite? In che modo si sfugge al peccato? Esso si infila tra gli abiti come un amante segreto e poi ti pugnala appena non stai guardando.