If this world makes you crazyand you've take all you can bear
you call me up because you know I'll be there
ABBIE
Il suono della sveglia partì all'improvviso stordendomi. Alex invece si limitó a mugugnare e si voltó verso di me avvolgendomi la vita con il braccio e accoccolandosi per dormire ancora. Inarcai un sopracciglio non capendo come riuscisse a resistere a un tale frastuono, ma poi ogni pensiero fu cancellato dal ricordo della notte precedente e arrossì per poi sorridere compiaciuta tra me e me. Era da tempo che io e il biondo non avevamo una conversazione così lunga e seria; da tempo che io e lui non avevamo il tempo di raccontarci un po' e ritrovarci.
Sorrisi pizzicandogli appena le guance e mi chinai su di lui per baciarlo tra i capelli e soffiargli addosso cercando di svegliarlo, come facevo quando eravamo piccoli.
Lui si coprì il volto rigato dal cuscino con la mano, indispettito:- Smettila- brontoló senza ottenere ascolto.
Realizzando che, probabilmente, non lo avrei lasciato in pace tanto preso, si arrese e, con uno scatto improvviso, il biondo si alzó trascinandomi al centro del letto e bloccandomi con il suo peso.
-Smettila - mi ripetè, fissandomi torvo da sotto le sopracciglia folte:- Se non vuoi finire con il culo per terra- minacciò.
Miagolai come un gatto mentre la sua stretta si allentava sui miei polsi e si sdraiava nuovamente, ma ora addosso a me, schiacciandomi sotto il suo peso.
Ridacchiai, sebbene con quel peso non indifferente che mi opprimeva il petto e avrei voluto giocare e scherzare ancora con lui, ma erano ormai già le nove e entrambi dovevamo andarcene.
Le nostre vite aspettavano impietose fuori da quella camera, noncuranti del nostro bisogno di restare insieme. C'era David là fuori pronto a tormentarmi e Alex aveva la partita dove rischiare la sua vita come i nostri padri avevano fatto prima di lui.
-Alex, sono le nove- lo informai prendendo un profondo respiro mentre cercavo di spingerlo via:- Io devo andare e voi avete la partita- gli ricordai. A quelle parole, evidentemente lo ridestai perché, con un sbuffo, il biondo si alzò e, recuperando biancheria e vestiti dall'armadio, si avviò sbadigliando verso il bagno.
Ci preparammo in silenzio, come se fossimo in lutto e un po'era così.
Uscimmo assieme nel corridoio e Pitt ci salutò con uno sbadiglio, infilandosi in bagno, prendendo il posto del fratello.
-Vuoi fare colazione con noi?- mi propose il più piccolo dei Dunham, aprendo il frigo, ma io mi strinsi il cappotto già indossato addosso e sospirai, con un piccolo sorriso.
-No, io... Vado- lo tranquillizzai con un sospiro. Mi voltai appena verso l'ingresso, intercettando il mio riflesso nello specchio e cercai segni delle ultime dieci ore il quell'immagine, ma non ce n'erano. Erano tutti dentro la mia mente scombussolata.
Alex mi si avvicino, sfiorandomi appena una spalla:- Va bene, ma sta attenta...- rispose semplicemente il biondo:- Potrebbero già esserci degli Zulus qua attorno. Tieni la testa bassa, indossa il cappuccio e non fermarti per nessun motivo al mondo- mi raccomando e, constatato che avevo capito ogni sua parola, mi rivolse un sorriso sbilenco:- Ci vediamo sta sera al Boleyn-.
Annuii appena con un sorriso, mentre la mia mano stringeva la maniglia della porta in una stretta spasmodica. La inclinai e in un attimo uscii da lì, affrontando la strada con la consapevolezza che nulla sarebbe più stato come prima.
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Stand your ground
RomanceQuando Judith inizia a lavorare al Boleyn Pub non immagina in che guaio si sta cacciando e neppure Abygail, che é sempre vissuta nel quartiere, si rende conto di quanto quel piccolo cambiamento stravolgerà la sua vita. Le vite delle due ragazze s'i...