1 UN LUOGO DIMENTICATO

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Era un'estate molto insolita, c'era un'aria confusa in quel porto. La foschia copriva ogni cosa, si potevano vedere solo le onde del mare attraverso la luce abbagliante di un faro che sembrava un gigante perfino in confronto agli yacht extralusso attraccati al molo; la loro maestosità non veniva scalfita nemmeno dalla marea, che avanzava lenta ma allo stesso tempo cresceva in un battito di ciglia. William proveniva da una famiglia benestante che aveva appena affittato una casetta in quel paesino sperduto della California ma che alla fine di californiano  non aveva niente. Era un posto molto sinistro, si domandava ancora perché i suoi avessero deciso di passare lì l'estate. Passeggiando per le travi sconnesse, in mezzo alla laguna, pensava a tutto il divertimento che avrebbe potuto passare a casa. Aveva lasciato i suoi amici, il suo paese, le sue abitudini. Purtroppo però i genitori avevano una mentalità diversa di un diciassettenne; volevano in qualche modo scappare dalla monotonia della vita quotidiana per passare almeno un mesetto sulla spiaggia. Certo, se quella si poteva definire spiaggia! Inoltre le abitazioni in  lì erano molto sinistre. Tutto lì era sinistro. Pareva impossibile che nel bel mezzo della California potesse esistere un posto come quello. Comunque non aveva intenzione di passare tre quarti d'estate con le mani in mano, doveva conoscere qualcuno. Quel posto però sembrava deserto e sicuramente non avrebbe potuto fare conoscenza alle nove di sera in un paese che voleva essere dimenticato dal mondo. Così se ne tornò a casa dovendo bussare più volte alla porta d'ingresso prima di poter entrare, era talmente malconcia che non si riusciva più ad aprirla dall'esterno, tant'è che suo padre aveva dovuto scassinarla per poterci accedere.

Salutò i suoi dicendo che se ne andava a dormire

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Salutò i suoi dicendo che se ne andava a dormire. Seduto nel suo letto guardava la sua cameretta stretta e angusta, quasi claustrofobica. Come se non bastasse, per la settimana avevano previsto pioggia e la spiaggia che era tanto bella quanto distante doveva aspettare. Si alzò e guardò alla finestra: l'unica in quel luogo che sembrava intatta. Non una crepa era presente, non un graffio; solo il segno della vernice che lasciava spazio al legno ormai divorato dalle tarme. Nel vetro però ci si poteva specchiare e in effetti, guardando bene, quella parete non sembrava molto arredata. Il letto era riposto di fianco alla porta, alla sinistra, mentre l'armadio a destra. Sembrava che fosse la parte dimenticata, quella più odiata della casa.
Forse quello era un avvertimento, un segno... o più semplicemente il timore di un uomo verso la casa maledetta che dava sulla finestra, nascosta dagli arbusti che crescevano rigogliosi celando il mistero di una lugubre verità.

Mortal intention (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora