Mortal intention (Wattys2016)

14 RITORNO AL PASSATO

L'enorme apertura che si formò non lasciava intravedere niente. Ormai Rose era diventata quasi egocentrica nei confronti di Will, fece così il primo passo ed entrò nel buio. Non si aspettava prati e fiori colorati, ma di certo il vuoto la colse alla sprovvista. Precipitò giù e la sensazione era quella di cadere da un grattacielo senza basamento, come se non avesse un fondo; quindi non era delle migliori.
Cosa fece William? Beh ovviamente vide Rose cadere e senza esitare si buttò per salvarla, nonostante le incomprensioni e i litigi nel suo cuore c'era spazio solo per lei.
Purtroppo però dall'altra parte del muro lui trovò prati e fiori colorati.
Attonito, cercò invano Rose. Tutto quello che ottenne fu la visuale di un bellissimo panorama. Ma a rovinare tutto c'era sempre quella casa che si ergeva nella sua imponenza tra il giardino ben curato. Eh sì, al posto di macerie e vegetazione selvaggia c'era una casa stabile, quasi perfetta con un giardino impeccabile. Will sussultò non appena udì una voce alle sue spalle. Si voltò, ma scorse solo il prato. Forse la voce non era dietro ma dentro di lui.
Caro William, ora non abbiamo molto tempo ma devo dirti tante cose...
Il ragazzo sussultò: di fronte a lui apparse Karol, ma non la Karol tetra e spettrale che ben conosceva, ma un'anziana signora con i capelli grigi raccolti in un dolce chignon e lo sguardo benevolo; alcune rughe delineavano il volto, specialmente gli occhi, e la pallida carnagione era in contrasto con la bocca rosea.

Rose invece continuava a cadere, per fortuna però venne distratta, una voce indirizzò i suoi pensieri da un'altra parte.
Rose, non spaventarti, so che questo viaggio non sta andando per il meglio ma devi tenere duro ed aspettare che William riesca nel suo intento, ora devo dire una cosa ad entrambi, prestate attenzione...

Posso immaginare quello che vi starete chiedendo, perché ora mi presento sotto quest'aspetto o non ho più quella parte di me che mette i brividi? Ora ragazzi dovete sapere una cosa, la verità. Il fantasma che per tutto questo tempo avete temuto, per tutto questo tempo avete evitato, non ero io. O meglio era una copia di me stessa. Io non sono mai stata così, infatti l'unico ad essere pazzo in famiglia era mio marito: Clark. È stato lui ad architettare tutto, l'omicidio e il suo suicidio alla sera dell'inaugurazione. Clark era venuto fuori con quell'idea folle del parco, ma ormai non aveva l'età per portare avanti un progetto del genere e per di più era malato. Io volevo solo passare gli ultimi anni della mia vita con lui in tranquillità; ma lui fraintese tutto e così mi rese lo zimbello di tutti. Fece capire alla gente del villaggio che ero io quella che dovevano temere. Così, solo dopo che si tolse la vita diede sfogo a tutte le sue emozioni. Divenne ancora più indomabile ed iniziò girovagare per la casa come uno spettro, infestandola. Prese le mie sembianze e fu da lì che iniziò la sua vendetta. Il mio nome verrà ricordato per l'eternità in questo paese. Karol, colei che uscirà al crepuscolo in cerca di vittime. Alcune ce ne furono di vittime, tutto grazie ai suoi bigliettini nascosti nelle case del villaggio. Ma non tutta la gente era così coraggiosa o stupida, i pezzetti di carta venivano bruciati. Io però con la speranza che questa storia potesse finire nascosi anche gli orologio e le chiavi. Uniti formano i raggi del sole e la luce è e sarà sempre un punto debole per gli spiriti. Infatti in voi ho notato una scintilla di speranza e so che sarà solo colpa mia se questa storia andrà male. Ma è per questo che ora vi sto aiutando, sono anch'io in pericolo adesso. Voi dovete farcela. Siete finiti in un altro suo tranello, ora sta tutto nelle tue mani, William, dovrai salvare te stesso e la tua amica uscendo dal campo fiorito. Vi ho detto anche troppo, vorrei aiutarvi maggiormente ma non posso fare di più, a presto cari ragazzi.