La settimana passò in fretta e Will non riuscì più a contattare Rose. Avrebbe voluto riabbracciarla e dirle che l'amava ed anche se lei non avesse ricambiato lui non avrebbe mai smesso di dirglielo. Purtroppo però lei era tutto il giorno via, suo fratello diceva che andava lontano quando Will bussava alla sua porta. Katie invece si faceva sentire, oh sì se si faceva sentire. Ogni giorno si presentava davanti alla porta di casa sua. Almeno gli dava una mano nel trovare una soluzione a quella storia horror in cui erano finiti. Ma pareva che ormai di indizi non ce n'erano più e la situazione si faceva sempre più misteriosa.
Arrivò lunedì e Will sapeva che cosa significava: non avrebbe più avuto Rose per sé. I suoi amici sarebbero arrivati a momenti e lui sarebbe rimasto a casa con Katie. Avrebbe dato di tutto per avere Rose al suo fianco, per sentire quel senso di sicurezza che gli trasmetteva.
Erano le nove di mattina, Katie era appena entrata in casa ed abbracciò Will con un po' troppo affetto e si fiondò sul divano seguita da Will. I suoi genitori erano usciti per vedere il porto e i ragazzi poterono discutere liberamente sul da farsi.
"Forse dovremmo tornare lì" propose Katie
"Ma se sei morta di paura l'altra volta!" Scherzò l'altro.
"Non che tu sia meglio. Ma pensaci, mi hai detto che l'ultima volta Karol ti ha rivelato tutta la verità; magari questa volta ci dirà come distruggere Clark."
"Ma io ti ho anche detto che non ci può più aiutare" sbuffò il ragazzo, quella situazione cominciava a stancarlo. Finché il telefono produsse un leggero squillo, seguito da un secondo che fece illuminare lo schermo. Gli occhi di Will scintillarono alla vista di quel nome: Rose gli aveva finalmente scritto. Katie puntò gli occhi sul soffitto, scocciata. Ignorandola, lesse il messaggio a voce alta: "Ti aspetto a casa, ho trovato qualcosa. Porta anche l'altra se proprio devi."
"Ma come si permette, lo sa vero che ho un nome!?" Il ragazzo le scoccò un'occhiata che la fece zittire all'istante. Così mise il telefono, l'orologio e la chiave in tasca e in men che non si dica arrivò a casa di Rose. Bussò tre volte, impaziente. Ad aprire fu suo fratello, che subito gli disse di correre in camera. Evidentemente Rose gli aveva detto di starsene alla larga perché il piccoletto se ne stava lì a giocare con i suoi giochi, tutto solo, in salotto.
Aprì la porta della camera, seguito dalla bionda. Evidentemente interruppero una discussione perché tutti si zittirono e li guardarono. La maggior parte erano sguardi amichevoli, mentre Rose squadrò dalla testa ai piedi Katie e non guardò nemmeno Will. Erano tutti seduti in circolo sul tappeto, ai piedi del letto. La prima a parlare fu una ragazza dagli occhi castani, i capelli mossi dello stesso colore legati in una coda.
"Piacere, io mi chiamo Sofia. Tu devi essere Will e tu Katie. Rose ci ha raccontato tutto, io e i miei amici siamo a conoscenza di quello che vi è successo e siamo pronti per aiutarvi."
Will annuì a quelle parole e si sentì confortato ad avere una nuova squadra. Ora erano tre in più; Sofia, un ragazzo dai capelli castano chiaro, corti, con un ciuffo leggermente all'insù e gli occhi nocciola con sfumature verdi che da quanto capì si chiamava Brian ed infine un'altra ragazza, gli occhi grigi e i capelli neri come la pece e lisci, che a Will ricordavano tanto la pioggia in una giornata d'inverno una volta esposti ai riflessi della luce.
"Bene ragazzi" Disse Rose a tutti loro "ora che ci siamo tutti posso mostrarvi quello che ho trovato. Questi giorni sono andata a trovare indizi nel posto più scontato: Clark's forest."
~ma certo! La foresta di Clark, come ho fatto a non pensarci!~
Con tutte quelle avventure Will si scordò di un luogo indispensabile da lui ancora inesplorato.
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Mortal intention (Wattys2016)
Mystery / ThrillerWilliam è un diciassettenne che si è trasferito per le vacanze in un paesetto californiano. Tutto cambia quando scopre che di fronte a casa sua una villetta abbandonata custodisce un segreto. Durante queste avventure potrà trovare il vero amore?