15 IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE

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La voce era sparita e William si era visto svanire Karol davanti ai suoi occhi. L'immensa distesa fiorita si estendeva davanti a lui e la casa era sempre lì, nel suo antico splendore.
Si avviò così davanti al pomello della porta; fece per aprirla ma sentì una mano sulla sua spalla.
"Che posto è questo?"
Davanti a lui era apparsa una faccia fin troppo familiare.
I capelli biondi erano stranamente disordinati e raccolti in una coda fatta al momento. La giacca in pelle sopra un abito estivo color verde acqua, in tinta con gli occhi. Dalla sua espressione si capiva che era spaventata.
"Katie, che ci fai qui?!"
"Ho convinto i miei a venirti a trovare, mi annoiava stare a casa da sola..."
"Ma tu non avresti potuto attraversare il muro!"
"Sono arrivata tardi stasera e sono venuta a cercarti, sapevo che non sarei riuscita a dormire, quindi ho pensato che con un po' della tua compagnia sarei stata meglio"
Si avvicinò pericolosamente al ragazzo e lo abbracciò.
"Tranquilla ora usciremo da questo posto"
Aprirono con cautela la porta d'ingresso e si ritrovarono una casa perfetta. La grande scalinata centrale non era più mal ridotta: luccicava alla luce del sole, come i salotti e gli antichi mobili, che anche allora abbondavano di fotografie.
D'un tratto ogni balcone si chiuse, la porta sigillata e le luci spente.
Katie si strinse al ragazzo, lui la accolse tra le sue braccia. Erano così vicini che potevano sentire il battito dei loro cuori viaggiare all'impazzata, in quel buio spettrale.
Ed ecco che il peggio arrivò, una grande scossa percosse il suolo e i ragazzi si trovarono a terra doloranti. Tutt'intorno si mise a tremare e il pavimento si squarciò. La diramazione delle crepe raggiunse i ragazzi che si sollevarono di scatto e si misero a correre. Ormai l'ingresso della casa non esisteva più. Il terremoto stava divorando tutto, era come dare ad un leone una grossa fetta di carne: dopo due secondi non sarebbe rimasto più niente.
E loro non volevano fare la fine della carne. Will guardò di sotto e vide che non c'era niente. La parte crollata finiva nel nulla, e molto probabilmente lì sotto c'era Rose. Per un attimo gli venne in mente di buttarsi, poi pensò che c'era anche Katie con lui... Katie... L'ultima persona che si sarebbe sognato d'incontrare. Lei era la tipica ragazza snob di città, la più carina e popolare della scuola che stranamente aveva messo gli occhi su di lui. E questo per Will era un problema. Non faceva per lui quel tipo di ragazza e in più ora il suo cuore apparteneva a Rose. I suoi pensieri vennero infranti dall'urlo di Katie. Furono costretti a fermarsi: tra poco la casa finiva, ma non era per questo che la ragazza si terrorizzò. Di fronte a loro si materializzò il bagliore sovrannaturale di un fantasma. Questa volta però non era Karol, ma Clark. Indossava dei pantaloni lunghi che nascondevano le scarpe, le maniche della maglia invece nascondevano le mani. Il volto era coperto da rughe, i baffi ricadevano sulle labbra superiori e le folte sopracciglia erano bianche. I radi capelli crescevano sulla parte inferiore della nuca.
William e Katie dovevano scegliere se gettarsi a capofitto nell'oblio oppure affrontare il più terribile degli spettri.

Mortal intention (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora