• 8 • Riflessioni

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Dopo aver accompagnato il moccioso a casa sua tornò verso la propria.
Non era stato poi così male passare del tempo fuori. Era buffo il modo con cui era arrossito, eppure credeva di non essersi avvicinato troppo. I suoi occhi erano strani, prima verdi e poi azzurri. 'Però era carino tutto rosso...'
Scosse la testa, rinunciando a quel pensiero. Ma ci ritornò poco dopo.
Quel gelato era un ottimo modo per chiedergli scusa, senza usare le parole.
Di nuovo quel viso rosso viaggiò fra i suoi pensieri mentre sbadatamente fece la strada più lunga per arrivare a casa.
Ma il tempo passato in auto non lo sorprese. Non si accorse neanche fi tutto quel tempo sprecato.
"Sprecato" pensando ad Eren.
Quel moccioso aveva qualcosa di particolare. Un luccichio negli occhi.

Strano pensato da lui. Di solito la gente la guarda appena.
Ma, con quel ragazzino avrebbe dovuto passare molto più tempo delle semplici persone che vede per strada.
Doveva solo aspettare il domani. Sarebbe arrivato con i suoi occhioni verdi, e il suo sorriso.
L'unico pensiero del corvino fu cosa gli avrebbe insegnato il giorno seguente.
Non sapeva neanche quanto se ne intendesse di musica. Come posizionava le dita fra i tasti, le scale, le note... se le sapeva suonare.
Il giorno dopo avrebbe trovato risposta alle sue domande, gli avrebbe chiesto quanto ne sapeva, e si sarebbe basato sulle risposte per sapere da dove iniziare.

Mentre attraversava la strada. Vide un grande palazzo, sembrava nuovo di zecca.
Lì, molte persone andavano a pattinare. 'Chissà se quel moccioso sa pattinare...' era la prima cosa che pensò guardando quel posto.
Lo fissò per qualche secondo, per poi tornare a guardare la strada per paura di un incidente. Se avesse rovinato la sua Audi, sarebbe stata la fine del mondo.

Come al solito, fece attenzione a parcheggiare la macchina nel vialetto.
Entrò in casa accolto dal miagolio del suo amato gatto.
-Ciao Hoyd- prese in braccio il gatto grattandogli amorosamente la testolina. Il micio facendo le fusa si accoccolò fra le sue braccia, mentre il corvino si avvicinava alla cucina. La sua solita tazza di te pomeridiana l'aveva saltata per quel moccioso.
Ma non se n'era pentito.
La signora Hun era sistemata su una sedia, mentre l'acqua calda fumava dentro un pentolino. Doveva averla appena spenta.
Levi, senza proferire parola prese fra le tante una tazzina, fra le tante fotocopie di essa. Versò in modo lento l'acqua, e poi, immerse la bustina di te.
Si voltò verso la donna, lasciando la tazzina dietro di se con la bustina in effusione.
La donna leggeva uno dei suoi soliti libri. Quello che teneva fra le mani aveva la copertina di un blu strano, che andava sul verde. Ricordarono al corvino, gli occhi del moro.
Si ritrovò a sorridere lievemente senza un vero motivo, ritrovandosi gli occhi di lei addosso.
Levi, ritornò alla realtà. Spegnendo quel piccolo sorriso che non faceva altro che renderlo come una visione impossibile. Un qualcosa di irraggiungibile. Un bugia, troppo per essere reale.
Ritornò il suo broncio. O per lo meno, il suo viso inespressivo.
Prese la sua tazzina, ed iniziò a sorseggiarla lentamente.

-Non guardarmi così- borbottò bevendo un sorso più generoso del suo te

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-Non guardarmi così- borbottò bevendo un sorso più generoso del suo te.
La donna, finalmente distolse lo sguardo e tornò a concentrarsi sul suo libro -stavi...- iniziò a dire, ma poi so bloccò per la sua incredulità.
Era da così tanto che non sorrideva, dopo Petra...
Lui aspettò che continuasse, ma non insistette quando capì che non avrebbe continuato.
Stava sorridendo. Lo sapeva. Aveva intuito cosa stava per dire.
Bevve ancora un sorso -lo so...- osservava lo sguardo della donna, perso. Non stava leggendo, si era semplicemente persa fra i suoi pensieri.
Levi sospirò -Mary...- la chiamò con la confidenza che usava solo quand'erano soli. Catturò la sua attenzione -so che stai pensando a lei...- sussurrò con leggera amarezza.
Distolse lo sguardo da quello di lei che esprimeva compassione.
-So già cosa pensi- aggiunse, bevve un'altro sorso del suo te, finendolo.
Lasciò la donna che era rimasta in silenzio, e s'incamminò verso la sua stanza.

Un suono all'inizio sembrava come coperto da un cuscino. Distante mentre Levi era ancora nel mondo dei sogni.
Alzò leggermente la testa dal cuscino, mentre il suono della sveglia diventava sempre più forte e si faceva strada nelle sue orecchie.
Provò ad aprire gli occhi, e aguzzò la vista verso quella piccola scatoletta dorata che non faceva altro che suonare senza mai smettere.

Provò ad aprire gli occhi, e aguzzò la vista verso quella piccola scatoletta dorata che non faceva altro che suonare senza mai smettere

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Non era stanco o assonnato. Come chiunque la mattina.
Non gli era mai capitato.
Si alzò senza problemi dal letto, dopo aver fermato la sveglia.
Camminò verso il bagno, i pantaloni del pigiama cadevano in modo indecentemente perfetto sui suoi fianchi mentre si grattava la tartaruga scolpita e scoperta.
Entrato in bagno, fece scivolare via i pantaloni, per poi passare ai boxer.
Si passò una mano fra i capelli corvini, scompigliandoli un po'.
Aprì l'acqua, regolandola per lo più sul freddo. Dopo aver trovato la temperatura che desiderava, ci entrò dentro bagnando la sua pelle pallida.
Si scansò i ciuffi da davanti gli occhi, mettendoli tutti da una parte, mostrando un lato della rasatura.

Shalve shalve! Scusate se sono un rompimento di scatole! Ma non potevo privarvi dinquesta gif

Shalve shalve! Scusate se sono un rompimento di scatole! Ma non potevo privarvi dinquesta gif

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Cioè.... quant'è pucciosa? *-*
Comunque shia..... come vi sembra la storia? Inizia a fare schifo vero? :/
Faccio del mio meglio... sorry

Levi: devo dire una cosa importante....

Me : cosa? :3

Levi: non sono affari tuoi mocciosa...

Me: ma... *moment confused*

Uɴ Sᴇᴍᴘʟɪᴄᴇ Tᴏᴄᴄᴏ || 𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 || ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora