• 17 • Sorrisi

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Eren aveva di fronte le dita i tasti del piano. Li sfiorava, esitando qualle delle tante scelte prendere.
Aveva paura, sentiva l'ansia pesargli il respiro. Anche se, provava a raccogliere più aria che poteva. Ma la presenza di Levi non aiutava. Teneva lo sguardo fisso su di lui.

-Andiamo moccioso! Non è così difficile!- brontolò spazientito

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-Andiamo moccioso! Non è così difficile!- brontolò spazientito. Si sedette sullo sgabello, alla sua destra.
Posizionò le dita sulle note più alte del piano. -Metti le mani come le metto io... sulle stesse note!- gli guardava le mani, attendendo che il suo ordine venisse applicato. Ma lo sguardo di Eren era concentrato su ben altro.
Gli guardava il polso, avvolte da delle fasce banco neve, che si mimetizavano quasi sulla sua pelle.
Il braccio di Levi si scansò dalla sua visuale, nascondendosi. A Levi non piaceva che vedesse quelle fasciature.
-Basta così... abbiamo fatto abbastanza- sussurrò tenendo lo sguardo basso. -Hai fame?- si alzò in piedi guardandolo con la coda dell'occhio in modo saccente. In quel momento qualcos'altro rispose al posto di Eren. Il suo stomaco.
Levi non commentò, limitandosi a voltarsi e camminare da un'altra parte.
Si sentì un suo sospiro preceduto dal silenzio. Eren lo guardava, imbambolato e confuso dagli strani sentimenti che da poco erano scoccati.
Chissà se lui, prova lo stesso... Si chiese, arrossì ancora per i suoi pensieri strani e in parte patetici. Perché dovrebbe pensare a uno come me in quel modo? Sono un uomo, e... Lui mi considera un ragazzino...
Se potesse, se ne avesse una valida ragione... Mi odierebbe?
Eren si rattristò per quel pensiero. Avrebbe preferito torture pur di non ricevere odio da quell'uomo. Levi, nonostante tutto era perfetto. Anche i suoi difetti lo erano.
I difetti che tutti vorrebbero avere... Bisbigliò nella sua mente, in modo malinconico e disperato. Levi non era un esempio, non sentiva gratitudine nei suoi confronti. L'unica cosa che provava era amore. Forse l'amore che nessuno ha mai trovato o provare davvero.
Sospirò senza saperlo, guardando i tasti ancora assenti davanti a lui. Mise le mani, nelle posizioni che Levi gli aveva imposto, ed iniziò. Quella che fu, non era una melodia che ti fa innamorare. Ma semplici note lente e lussuose, che vagano nella stanza che li percepisce.
Quelle note, seppur a caso, l'armonia, i sentimenti che Eren provava, erano cose trasmesse e sincere. Semplici tocchi, semplici note, la semplicità delle sue mani, di quei tasti.
Tutto era distante ma collegato.
Tutto era perfetto e imperfetto.
Tutto era per Levi.

Un Levi che Eren sapeva che non avrebbe mai avuto.

Abbandonò quella sinfonia all'improvviso.
Realizzato che, non avrebbe mai avuto la felicità oltre quello. Oltre lui.
-Non fermarti...- una voce sottile richiamava le sue note. Eren alzò lo sguardo sorpreso. Levi lo stava guardando, gli era vicino. Eren era riuscito a fargli capire che tutto quello era per lui? L'aveva attirato... Doveva... Dire ciò che provava?
I loro occhi si univano, la compassione del corvino e la speranza del castano.
Il più piccolo distolse lo sguardo. Non posso farlo! Si disse a se stesso.
Tornò a guardare Levi, gli sorrise nel miglior modo che riuscì a fare -ho una gran fame! Che dici se cucino io?- chiese alzandosi dallo sgabello e camminando il più velocemente verso la cucina. Una volta che Levi non poté vederlo, quel sorriso si tramutò in tutto l'opposto, diventando una liberazione per l'amarezza del ragazzo.

Uɴ Sᴇᴍᴘʟɪᴄᴇ Tᴏᴄᴄᴏ || 𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 || ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora