Erano passati più di venti minuti, e a Eren facevano male le braccia. Avevano pulito quel pianoforte circa 50 volte e Levi non era ancora soddisfatto. Eren gli lanciava sguardi di soppiatto, giusto per osservare quell'assurda energia che aveva, e anche i muscoli delle braccia che erano evidenziati dalla canottiera nera che aveva addosso. Il ragazzo deglutì a fatica, tornando al suo lavoro. Eppure gli sembrava pulito. Ci avrebbe mangiato anche sopra. Guardò ancora una volta Levi accanto a lui, si era fermato, e lo stava fissato. Eren si sentì paonazzo, mentre si chiedeva da quanto i suoi occhi erano su di lui.
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-C-che... che c'è?- balbettò il ragazzo in ansia per quella situazione, Levi distolse lo sguardo senza dargli risposta. Si alzò in piedi e camminò verso la cucina. -È pulito, puoi anche smettere- sussurrò, e il castano si mise in piedi ripercorrendo i passi del corvino. Arrivò in cucina, notandolo seduto su una sedia. -Come mai la occhialuta non c'è?- chiese accavallando una gamba sull'alta. Era evidente che si riferiva a Hanji, l'aveva sentito chiamarla in quel modo il primo giorno in cui lo aveva incontrato. Hanji, mentre tornavano a casa in macchina, gli aveva raccontato che Levi, non aveva alcuna intenzione di fargli da tutor. Ma improvvisamente, aveva cambiato idea. -Lei è... è uscita con mia cugina. Credo che torneranno fra due giorni o tre...- sussurrò intrecciando le dita delle mani. -Mmh... quindi sei solo...- constató osservandolo, Eren annuì in silenzio. -Levi...- richiamò la sua attenzione con un sussurro, -mmh?- mugugnò lui incuriosito, -perché hai cambiato idea sul farmi da insegnante?- domandò, lasciando che la sua curiosità prendesse il sopravvento. Levi sospirò -te l'ha detto Hanji... vero?- sussurrò guardando in basso, prese un profondo respiro, per poi alzare lo sguardo e incrociare i loro occhi -all'inizio mi sbrava assurdo, Hanji che ti elogiava, credevo che esagerasse come suo solito. E poi... io non ho mai fatto da insegnante a nessuno da anni... l'ultima mia alunna è stata Petra...- le sue parole erano fredde ma la malinconia non mancava. -Ero deciso a non farlo. A sbattervi fuori di casa senza esitazione... non volevo insegnare a nessuno!- aggiunse rivelando quali erano le sue intenzioni in quegli attimi. Eren si sentì stupido, una piccola speranza, una scintilla che sperava sarebbe diventata fiamma. Si stava illudendo. -Ma poi ti ho visto ...- il cuore del ragazzo batteva più forte di prima, -eri lì, con davanti il pianoforte... l'espressione esitante ma di chi ne sapeva più di tutti. Il desiderio di sfiorare almeno quei tasti era visibile e... mi ricordavi tanto me...- sussurrò appena l'ultima frase. Gli occhi del castano si spalancarono sorpresi. Alzò lo sguardo, guardando Levi che si era appena alzato -forza andiamo a...- venne interrotto da una stretta attorno a lui. Eren, teneva le braccia attorno al suo corpo e lo stringeva a se. -Grazie...- sussurrò il ragazzo vicino al suo orecchio.
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-Non ho fatto niente...- rispose il corvino confuso da quel gesto. Per Levi quello era niente, ma per Eren... per lui era tutto. Era toppo. Lo strinse di più a se, assaporando quello che doveva essere il suo profumo. Uno splendido profumo. Avrebbe voluto rimanere lì fino a quando non si sarebbe stancato, l'avrebbe lasciato andare. Ma non sarebbe mai successo.