Levi gli offrì la mano, dopo che Eren si era finalmente infilato i pattini ai piedi. Eren la prese timidamente. Entrambe le loro mani erano fredde, ma soprattutto quelle del moro. Eren camminava appena sul ghiaccio, tenendosi dalle ringhiere che circondavano la pista. Levi gli teneva ancora la mano, tenendolo in caso scivolasse. Eren stringeva stretta la mano nella sua, senza accorgersene, per la paura di cadere. Si sentiva quasi assicurato sentendo Levi vicino. Capiva il perché di quel cappello adesso, anche se fuori faceva leggermente caldo, lì dentro l'aria era gelida e faceva fremere ogni parte del corpo del moro. Invece il corvino non faceva una piega, sempre rigido nella sua perfezione. Nulla di scomposto, neanche per sbaglio. Senza che Eren se ne accorgesse, gli occhi di Levi erano puntati di soppiatto verso di lui. -N-non mi hai insegnato ancora niente- sussurrò riferendosi alla musica. La testa del corvino si voltò evidentemente verso di lui, Eren si sentì come soppresso da quegli occhi. Abbassò lo sguardo, mentre Levi stesso gli stringeva la mano -non distogliere lo sguardo- disse a voce bassa, e dalla voce sembrava quasi sotto tortura. Ad Eren gli si fermò il respiro, non sentiva più il cuore battere, e i suoi occhi si era come immobilizzati verso il ghiaccio sotto i suoi piedi. Ma quel ghiaccio non sottraeva i suoi pensieri da Levi, ma gli ricordava i suoi occhi, il suo sguardo. Allora, perché guardare il ghiaccio che gli ricordava lui. Se lui era proprio lì. Gli stava tenendo la mano... Sapeva che la maggior parte dei suoi stra maledetti globuli rossi era sulle sue guancie. E questo gli stava impedendo di alzare lo sguardo. Nel momento stesso in cui alzò lo sguardo, si dovette fermare perché Levi gli aveva lasciato la mano, e con un flebile movimento si era posizionato davanti a lui. I loro occhi erano intrecciati l'uno contro l'altro, l'espressione di Eren sorpresa era tutto l'opposto di quella di Levi.
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(Molto shecsi XD ↑) Le sue guance bruciavano. -Sai qual'è la differenza tra la chiave di violino e quella di basso?- gli chiese alzando un sopracciglio incuriosito, mentre il moro non trovava la forza di parlare. Scosse la testa senza smettere di guardare quel grigio che ti cattura e non ti lascia andare. 'Dio' pensò, e in quel momento era sicuro di amare quegli occhi. Non voleva distogliere lo sguardo, e sperava che lui desiderasse lo stesso. -Sai leggere le note sugli spartiti?- gli fece un'altra domanda, esigente di una risposta. Se avesse potuto, magari avrebbe un tic nervoso come il battere ripetutamente un piede a terra, aspettando. Eren scosse la testa, e poi sussurrò un fragile e appena udibile -no...- sentendosi un idiota. -Le distingui?- gli domandò ancora, e per la terza volta il moro scosse la testa in imbarazzo. Ma non aveva distolto lo sguardo, non lo avrebbe fatto... c'era qualcosa oltre quella freddezza. Qualcosa dedicato solo a lui. Ne era certo. Levi sospirò, in parte per l'esasperazione in parte perché avrebbe dovuto insegnargli tutto ciò che definiva di base. Il brontolio di Eren fu più sonoro di quello precedente, e il moro stesso si vergognò ancora di più. Non solo le sue guance si erano dipinte di rosso questa volta, ma ben si tutto il suo viso. Levi lo osservava. Lo stava studiando come se fosse un animale raro da vedere. Il collo, le guance, il mento, le labbra, il naso, e si soffermò negli occhi. Eren non sapeva più se aveva fame davvero, il suo stomaco era attorcigliato e non faceva altro che contorcersi. Sentiva che se lo avrebbe guardato ancora in quel modo, avrebbe vomitato. E così, a mala voglia distolse lo sguardo. -Andiamo a mangiare moccioso- sussurrò vicino ad un suo orecchio, ed il moro sentì dei brividi lungo la schiena.
Eren e Levi uscirono dalla pista. -Ci ritorneremo- lo avvisò il corvino mentre il moro si toglieva i pattini. Quella frase catturò particolarmente l'attenzione di Eren, 'vuole ritornarci? Con me?' non ci poteva credere, ma forse era solo lui che dava troppa importanza alla cosa. -O-okay...- si morse silenziosamente la lingua per aver balbettato per l'ennesima volta. Non riusciva proprio ad evitare di farlo almeno in presenza di Levi. Levi era a mezzo metro da lui, che lo aspettava in piedi con pazienza. Eren si alzò, guardandolo incuriosito e confuso. -Vieni- gli afferrò la mano, e lo trascinò verso alcuni scalini. Senza che le loro mani si lasciassero andare, il corvino lo condusse verso una specie di bar nello stesso edificio dove avevano pattinato poco prima. 'Quanto diavolo è grande questo posto?' si chiese notando ben altro oltre a quel bar. -Nacios?- gli chiese Levi, Eren lo guardò -che?- gli chiese confuso e frastornato. Nacios? Levi Ackerman che mangia dei nacios? Non ne sembrava il tipo... Levi alzò gli occhi al cielo mostrando un leggero sorriso, stringendogli la mano lo trascinò in un altro negozio. Mentre Eren era nuovamente in trans e scioccato per quel leggero sorriso che gli aveva regalato. Il "ristorante" ritraeva ogni caratteristica del Messico. I colori erano la maggior parte sul giallo e il rosso, ma qualche spruzzata di verde e giallo c'era qua e là. -Ti piaceranno moccioso...- disse Levi entrando e portandosi con se Eren per via delle loro mani unite.
Ho avuto un illuminazione mentre scrivevoh!!! *-* Nacios e Nutella ^-^ Sinceramente non ho mai mangiato i Nacios, ma se un giorno lì proverò saranno con la nutella! :3 Amo la Spagna e il Messico, ma la Nutella li batte (dopo Levi e il Giappone) XD Se avreste Levi Ackerman che vi tiene la mano che fareste? Secondo me un infarto è lecito! Anzi è obbligatorio!! *x*
Ps. Per chi non vuole preoccuparsi, e non vuole avere attacchi d'ansia improvvisi NON legga!
Ho deciso che alla fine vi strapperò il cuore! Ovvero, finale trishte! O quasi (?) Mmh... ma tranquilli che non siamo neanche a metà ;3 Perché... perché Sì. Io essere una pimpa cattiva! Molto molto cattiva! Muahahahaha
