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Ciao! Lunedì sono in città..ti va se ci vediamo?

Ormai era la prassi. Ogni volta che capitava in zona, le inviava un messaggio del genere. Un innocente messaggio nel quale le chiedeva di incontrarsi. Ed era diventato un circolo vizioso. Lei non sapeva dire di no... non a lui.

Per fortuna erano poche le occasioni in cui si vedevano, altrimenti sarebbe stata perduta per sempre.

Il calcio lo teneva lontano. Poi c'erano le cene della società, le varie conferenze stampa, i ritiri, le cene con gli amici, le uscite con altre ragazze.

Anna non era ingenua. Grazie al cielo si riteneva abbastanza intelligente da sapere che Simone faceva questo giochetto non solo con lei. Quello che la scandalizzava era che non riusciva a darci il giusto peso.

A lei importava solo che, anche solo per poche ore, lui fosse solo suo. E di nessun'altra.

Ed era innegabile che Simone ci sapesse fare. Non era il classico bel ragazzo, quello che ti fa voltare per strada. Ma quando sorrideva si apriva tutto un altro mondo: era forse la cosa più bella che Anna avesse mai visto. Se poi, ad un sorriso da svenimento si aggiungono simpatia e un bel fisico è difficile rifiutare l'offerta. E Simone sapeva giocare bene le sue carte.

Tuttavia, questa volta, Anna era indecisa se rispondergli o meno. Non che non avesse voglia di vederlo. Anzi, era da mesi che aspettava quel messaggio. Le noiose giornate all'università passavano solo grazie a qualche sporadico messaggio che la faceva sorridere.

Proprio per questo era sbagliato: Anna si rendeva conto sempre di più che le giornate con Simone erano diventate le sole cose importanti. E non se lo poteva permettere. Non con la laurea finalmente in vista.

Avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi; avrebbe dovuto dirgli che non ne poteva più di quel tira e molla.

Doveva ricominciare a costruirsi una vita e di sicuro il continuo protrarsi di quella situazione non le avrebbe fatto bene.

E la soluzione migliore era scegliere: o bianco o nero. O lui l'avrebbe lasciata in pace, o si sarebbe deciso a portare avanti una quasi-relazione. O perlomeno si sarebbe impegnato a non andare a letto con altre.

Pensare a quella futura conversazione le fece venire i brividi: avrebbe sicuramente significato perderlo. Simone non avrebbe mai accettato.

Si riteneva troppo giovane, libero e con tutte le porte aperte per volersi legare a una persona che, in ogni caso, non avrebbe comunque potuto vedere ogni volta che voleva.

La distanza era tanta per un calciatore che ha un giorno libero una volta ogni morte di papa.

Torino-Ravenna. L'Italia a dividerli. Che immagine poetica.





Ciao! Nuova storia, questa volta su Simone!

Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate! besos

Non è mai semplice/ Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora