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Anna girovagò per casa, curiosando qua e là. Alvaro e Simone erano partiti alla volta del Centro Sportivo di Vinovo per gli allenamenti. Simone l'aveva salutata con un bacio che le aveva fatto dimenticare perfino il suo nome. La ragazza arrossì al solo pensiero.

Come era possibile che dopo essere stati insieme solo un paio d'ore, Simone le mancasse già così tanto?

Dopo essersi cambiata e aver indossato qualcosa di più comodo, si lasciò cadere sul divano e accese la televisione. L'adrenalina provocata dalla presenza di Simone stava lentamente abbandonando il suo corpo e Anna, dopo aver cercato invano di concentrarsi su un noiosissimo telegiornale, si lasciò vincere dalla stanchezza.



La svegliò il suono del campanello, qualche ora dopo. Controllò l'orologio del suo cellulare: 20.30. Da quello che le aveva detto Simone, sarebbero andati subito in hotel dopo gli allenamenti.

Forse ha dimenticato qualcosa, pensò Anna, alzandosi per andare ad aprire.

Girò la chiave nella toppa e, aprendo la porta si trovò davanti una ragazza. Le due si squadrarono, l'una più stupita dell'altra.

"Simone?"

"E' fuori," rispose Anna con un tono piatto, analizzando la sua interlocutrice.

Era una ragazza normale, tutto sommato carina ma vestita decisamente poco per i gusti di Anna. Indossava in tubino nero che le copriva a malapena il sedere, con una scollatura che non lasciava spazio all'immaginazione. Tacchi vertiginosi e calze velate nere completavano il look.

"E quando rientra?" continuò la sconosciuta. Il suo tono di voce era acuto e irritante.

"Non saprei. Dovresti chiederlo a lui," disse Anna, chiudendole la porta in faccia.

Appoggiò l'orecchio alla porta, curiosa di sentire la reazione di quella gallina tutta tirata.

"Simone! Non hai idea! Sono andata a casa tua e una tipa stranissima non mi ha fatta entrare. Almeno la prossima volta che vai via, lascia detto alla tua donna delle pulizie quando torni!"

Donna delle pulizie??? Anna stava per aprire la porta e dirgliene quattro a quella sgualdrinella mal vestita, ma il rumore dei tacchi a spillo si stava già affievolendo. Decise di rinunciare: avrebbe chiesto spiegazioni al diretto interessato.

Andò in cucina e si versò un bicchiere di acqua. Si sentiva la gola secca, la sensazione che aveva prima di lasciare casa sua più viva che mai. Perché le cose non potevano essere più semplici?

Perché Simone doveva giocare così con i suoi sentimenti? Non era giusto. Era da vigliacchi comportarsi così.

Il telefono squillò, e Anna già sapeva chi la stava chiamando.

"Dimmi"

"Ti giuro che c'è una spiegazione. È' una pazza con cui uscivo un po' di tempo fa; niente di serio..."

'Come al solito' pensò Anna, mentre Simone continuava con la spiegazione.

"...quando ho iniziato a sentire troppo la tua mancanza, le ho detto che non la volevo più vedere e che era finita...ma continua a seguirmi e a venire sotto casa mia. Anche prima che mi ha chiamato al telefono, le ho detto di nuovo di lasciarci stare e che tu non eri la donna delle pulizie."

Anna non sapeva cosa pensare.

"E perché le hai risposto? Ormai dovresti conoscere il numero di una che non ti lascia in pace, no?" chiese lei, al limite dell'isteria.

Non è mai semplice/ Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora