Ok, Anna...calma e sangue freddo...devi studiare tutto il programma...concentrati!
Seduta al tavolo della cucina, sommersa da vari libri e appunti, beveva con calma una tazza di tè. Aveva spento la tv, in modo da riuscire a concentrarsi al massimo. Non avrebbe buttato anni di studio all'aria per un po' di confusione sentimentale. Per una volta, aveva deciso di dare ascolto alla sua parte razionale. La laurea prima di tutto; poi avrebbe pensato al resto, nel caso le fosse avanzato del tempo. Non sarebbe stato così semplice, dato che Simone continuava a mandarle messaggi audio di Alvaro che cercava di parlare correttamente in italiano, con scarsi risultati. In più le mandava continuamente messaggi su quello che stava facendo e sui programmi dei prossimi giorni. Era amareggiato: non sarebbe stato titolare nell'ultima sfida contro la Sampdoria. E le voci sulla sua situazione in Casa Juve non facevano che aumentare i mormorii di mercato: molti lo davano ormai in partenza per la Premier League, altri ormai prossimo a firmare un contratto con la Roma. Anna non si sarebbe preoccupata fino a che non avesse saputo qualcosa dal diretto interessato. Simone doveva concentrarsi sugli Europei prima di tutto.
Dopo essersi resa conto di aver riletto per la quinta volta la stessa riga senza aver capito di cosa si trattasse, decise di concedersi una pausa e chiamare il suo uomo.
Le rispose dopo neanche uno squillo, quasi si aspettasse una sua telefonata.
"Ma ciao, studentessa perennemente impegnata nonché amore mio. Come procede lo studio?"
"Che scemo che sei. Procede a rilento. Sono letteralmente sommersa dai libri. Non so più da che parte girarmi. Tu come stai? Come procedono le lezioni di dialetto di Alvaro?"
"Lo sto facendo impazzire. Pensa che a un certo punto si è messo un sacchetto in testa e ha iniziato a urlare!"
Anna scoppiò a ridere, sentendo l'eco della risata potente di Simone dall'altro capo del telefono.
"Povero Alvaro! Gli allenamenti?"
"Abbiamo ripreso oggi, con una sessione abbastanza tranquilla. Il pesante sarà tra giovedì e venerdì, quando andremo in ritiro pre-partita."
"Bene dai. È quasi finita Simo. Sei contento? Dopo potrai guardare agli Europei con la mente sgombra."
"Lo so. Da un lato è un sollievo. Ma sono anche un po' triste per Alvaro. Se ne andrà quasi sicuramente. Lui non lascia trapelare nulla nemmeno con me, ma certe cose ormai le capisco. Evita l'argomento, quindi è quasi sicuro di partire. Sa che la sua volontà conta fino ad un certo punto, ma non si metterebbe mai contro la volontà del Real."
"Non è detto che vi perderete di vista, Simone. Siete grandi amici. Sono sicura che riuscirete a mantenere i rapporti. E poi, tu sei abituato con i rapporti a distanza ormai," ridacchiò Anna, cercando di alleggerire la situazione.
"Sono un assoluto specialista!"
"Mi manchi Zaza. Ci sentiamo dopo cena?"
"Certo Anna, anche prima se riesci. Mi manchi anche tu. Ti amo."
"Ti amo anch'io."
Anna chiuse la telefonata, concentrandosi nuovamente sui libri di fronte a lei.
Lo scompartimento era tutto per lei, nessuno nei paraggi. Avrebbe potuto studiare in pace, finalmente. Il treno viaggiava rapidamente, portandola sempre più vicina al suo obiettivo. Ora che aveva preso una decisione, si sentiva più determinata, la concentrazione momentaneamente sui libri. Non si accorse della persona che era entrata e che occupava il posto di fronte a lei; poi la sentì parlare al telefono.
"...certo lo so, tesoro. Ma mica lo posso costringere...si...lo so, ma...."
Anna cercò di non ascoltare la conversazione: non le piaceva farsi gli affari degli altri. In effetti, non amava nemmeno usare i social network. Le servivano solo per tenersi in contatto con gli amici che aveva in giro per l'Italia; non postava mai foto su Instagram ed erano mesi che non utilizzava più l'applicazione. Ma poi...
"Ho capito, caro...ma stiamo parlando della Juve...non posso mica lasciarmi scappare un'occasione del genere...insomma...nessuno dice di no a me..."
La Juve?
Proprio nel momento in cui Anna si voltò per guardare in faccia la ragazza che stava parlando al telefono, il treno si fermò e lei scese in fretta, portandosi dietro un minuscolo trolley.
Cercando di riordinare le idee, Anna scrutò fuori dal finestrino, sperando di scorgere di nuovo quella persona. Ma nulla. La stazione di Milano era piena di gente che correva di qua e di là, turisti con enormi valigie e ragazze giapponesi vestite in modo improponibile.
Si rassegnò all'idea di non sapere mai di cosa stesse parlando quella ragazza. Fece spallucce e si lasciò scivolare sul sedile, aprendo il libro di storia e ricominciando a leggere.
"Prossima fermata: Torino Porta Nuova"
La voce meccanica interruppe la concentrazione. Era arrivata.
Si affrettò a scendere, trascinandosi dietro con fatica la valigia e lo zaino dei libri. Le sembrava di avere il mondo sulle spalle.
"Anna?"
La ragazza si voltò, notando un viso famigliare tra la marea di persone.
"Alvaro! Ciao!"
"Che ce fai qui? Simone lo sa? Y porquè no me ha dicho nada, el cabròn?"
"Ahahahah...no no...non lo sa...gli voglio fare una sorpresa. Gli avevo detto che non sarei riuscita a venire per lo studio; invece, mi sono organizzata...ed eccomi qui.."
Lo spagnolo le sorrise euforico, abbracciandola stretta. La spontaneità di quel ragazzo la fece sorridere.
"Sono davero contento de vederte, Anita!"
Poi si guardò alle spalle, facendo segno alla ragazza dietro di lui di avvicinarsi.
"Anna? Posso presentarte mi novia? Alice."
Le due ragazze si strinsero la mano con un leggero imbarazzo.
"Alvaro e Simone mi hanno parlato tantissimo di te, Anna."
"Ah...davvero? Beh spero solo cose positive."
Alice era davvero una bella ragazza: i lineamenti delicati le davano un'aria gentile e il suo sorriso era contagioso. Presto si persero nella conversazione, ignorando completamente Alvaro, che cercava continuamente di attirare la loro attenzione.
"Beh, Anna," disse alla fine, sovrastando il chiacchiericcio delle due ragazze. "Se vuoi te diamo un passaggio da Simone, asì non devi perdere tiempo a cercare un taxi."
"Grazie davvero, Alvaro. Ma non vorrei disturbare."
"Nessun disturbo, Anna," rispose Alice, prendendola sotto braccio e trascinandola verso l'uscita.
La lasciarono davanti casa di Simone, con la promessa che presto sarebbero andati a cena tutti e quattro insieme. Alvaro le fece un occhiolino molto eloquente, prima di dare un bacio sulla guancia di Alice e partire sgommando.
Camminando verso il portone, Anna si sentiva nuovamente tranquilla, l'ansia che l'aveva accompagnata durante il viaggio quasi completamente dimenticata.
Fece un respiro profondo e suonò il campanello.
Ciao!! Scusate sia gli errori che il ritardo!! Spero vi piaccia! Un bacione!
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Non è mai semplice/ Simone Zaza
Romantizm"Perchè vuoi rendere le cose più complicate di quello che già sono?" le chiese Simone, fissandola dritto negli occhi. "Perchè è più semplice di quello che sembra..e quello che sta complicando tutto sei tu."