5.

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Il telefono squillò per un po' prima che lui rispondesse.

"Alvaro sei un coglione...fine della storia! Pronto?"

Anna sorrise. Quei due erano ormai inseparabili e litigavano peggio di due comari.

"Ciao Simone."

"Ciao bellezza. Non hai ancora risposto al messaggio. Non hai più voglia di vedermi?"

Ecco...e adesso? Un classico. Come faceva a non far crollare la propria determinazione adesso?

"Non lo so Simone...ci devo pensare..." rispose a lei, mettendosi a ridere.

"Ah beh...fai come credi. Intanto lunedì pomeriggio vengo sotto casa tua e mi metto a urlare fino a quando non mi apri."

"Una scena degna di un manicomio."

"Direi che hai proprio bisogno di me. Sei addirittura più acida del solito."

"Grazie per avermelo fatto notare, gentiluomo da strapazzo."

"Come stai? Mi fa piacere sentire la tua voce dopo tanto tempo..."

Evviva. Adesso si metteva pure a fare lo sdolcinato. Anna si rese conto di non avere scampo. Non in quell'occasione almeno.

"Anche a me fa piacere...ehm...Simone...va bene per lunedì."

"Sono irresistibile....Alvaro! Ma che cazzo!! Non è valido neanche se vuoi! Adesso rifacciamo tutto! Scusa Anna...ma io e Alvaro stiamo giocando a Fifa...e chi perde ha una penitenza. Metti in pausa cazzo! Non vedi che sono al telefono?!"




Lo stadio era pieno di gente. I tifosi urlavano e cantavano per la loro squadra: in una partita importante come quella ci voleva tutto il fiato che si aveva in corpo. Pur non appartenendo alla tifoseria nero verde, le vennero i brividi per l'intensità della passione di quelle persone. Giulia la guidò verso i loro posti in tribuna centrale: erano nella posizione perfetta.

"Come hai fatto a procurarti questi biglietti, Giulia?"

"La fortuna di avere un piccolo contatto nella squadra," le rispose l'amica con un occhiolino.

Le squadre entrarono in campo per iniziare il riscaldamento. Domenico, Nicola e Simone stavano facendo dei passaggi tranquilli quando le videro sugli spalti e le salutarono. Sui volti dei calciatori si leggeva solo concentrazione.

Dopo un po' le squadre si avviarono verso gli spogliatoi per prepararsi.

"Come fanno ad essere così tranquilli? Io ho l'angoscia per loro!" sbuffò Anna, cercando di farsi aria con le mani.

"E' il loro lavoro, pupa."

Sembrava che il tempo si fosse fermato. Sciarpe nero verdi ovunque. Lo speaker annunciò le formazioni e lo stadio andò in delirio, urlando i nomi degli eroi di casa. Le squadre entrarono nuovamente in campo, questa volta pronte a darsi battaglia.

Sassuolo-Milan fu una delle partite più emozionanti che Anna avesse mai visto. La tripletta di Domenico non lasciò scampo ai rossoneri e le ragazze si ritrovarono a fine partita ad essere senza voce e tutte sudate.

A partita terminata, attesero che lo stadio si svuotasse un po' e sgattaiolarono verso gli spogliatoi per congratularsi con i loro amici, passando davanti ad un agente della sicurezza. Lui non fece domande e loro fecero finta di niente.

"Certo che la sicurezza in questo posto lascia un pochino a desiderare," constatò Anna, appoggiandosi al muro e lasciandosi scivolare a terra sfinita. Si prese la testa fra le mani, chiudendo gli occhi.

"E' perché l'avevamo avvisato che sareste arrivate."

Anna riconobbe subito quella voce antipatica. Alzò lo sguardo trovando Simone, inginocchiato di fronte a lei. Quella vicinanza la metteva a disagio, ma per una volta non rispose. Si stava completamente perdendo in quegli occhi profondi e marroni che la guardavano divertiti. La squadra al completo passò loro davanti, senza che nessuno dei due accennasse a spostarsi.

Simone si alzò, offrendole la mano per aiutarla.

Anna la prese senza battere ciglio e a quel contatto provò un brivido che non riuscì a spiegarsi. Si alzò in piedi, liberando velocemente la mano dalla presa del calciatore.

"Non pensavo saresti venuta," disse Simone.

"Una buona partita di calcio allo stadio non si rifiuta mai," rispose Anna, imbarazzata. Cercò Giulia con gli occhi, ma l'amica era impegnata a complimentarsi con Domenico per l'eccellente partita.

"Ah...quindi non sei venuta per vedere me?"

"Perché avrei dovuto?"

Simone sorrise. Quella ragazza iniziava davvero a piacergli. Gli teneva testa, non aveva paura di una sua reazione. E non gli capitava spesso che una donna non lo sopportasse. Lo intrigava. 

Giulia li raggiunse, interrompendo la loro conversazione.

"Ragazzi, ho parlato con Domenico per stasera. Ci troviamo al pub, come ieri e poi decidiamo dove andare, ok?"

"Ah per me va benissimo...sempre che Anna non abbia qualcosa da ridire," la stuzzicò Simone.

"Certo che no, tranne il fatto che mi toccherà sopportarti per il resto della serata,"gli rispose a tono la ragazza.







Ciao! Lo so che è più corto rispetto al solito, ma sto già lavorando sul prossimo capitolo che spero di riuscire a postare entro domani. Come sempre fatemi sapere che ne pensate! Besos!

Non è mai semplice/ Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora