Accostò l'orecchio alla porta, cercando di percepire un qualche movimento all'interno dell'abitazione. Niente. Bussò di nuovo con forza.
Iniziò a preoccuparsi. Prese il cellulare dalla tasca, digitando il numero di Simone e aspettando una risposta. Di nuovo niente. Poi due mani calde, familiari, le strinsero i fianchi con dolcezza. L'inconfondibile profumo del suo ragazzo la tranquillizzò; gli accarezzò la testa mentre lui continuava ad abbracciarla da dietro.
"Mi sei mancata," sussurrò lui, stringendola più forte. Anna si girò, prendendogli il viso tra le mani e baciandogli le labbra carnose da cui ormai dipendeva.
"Mi hai fatta preoccupare," bisbigliò, interrompendo il bacio e guardandolo negli occhi con aria imbronciata.
"Non so perché, ma sentivo che saresti arrivata oggi. Quindi sono uscito per comprarti questi."
Simone tirò fuori dalla tasca della giacca una scatola di cioccolatini artigianali, i preferiti di Anna.
"Oddio...mi sembra passata un'eternità dall'ultima volta che ho mangiato queste delizie," rispose lei, prendendogli il pacchetto dalle mani e guardandolo con gli occhi lucidi.
"Anna...è solo una scatola di cioccolata. Non serve che piangi."
"Te ne sei ricordato. Ti avevo accennato una sola volta quanto adorassi questa marca di cioccolatini, ed è stato mesi fa."
Simone le accarezzò i capelli, tirandola di nuovo verso di sé e facendo unire le loro labbra, in un bacio pieno di amore.
"Io mi ricordo tutto quello che mi hai detto."
Fecero l'amore con tutta la passione e la nostalgia che sentivano l'uno per l'altra, come se potesse essere quella l'ultima volta.
La mattina seguente, Anna si svegliò dal torpore con lo stomaco che ruggiva. Fare attività fisica a stomaco vuoto non le aveva mai fatto bene. Si girò tra le lenzuola, allungando il braccio al suo fianco e scoprendo di essere da sola nel letto. Si alzò, prese una maglietta e un paio di pantaloni dalla valigia e, dopo essersela infilata, corse in bagno a lavarsi viso e denti.
Perlustrò la casa in cerca di Simone, ma di lui non c'era traccia. Poi un bigliettino appoggiato sul tavolo attirò la sua attenzione.
"Caro amore mio,
sono andato a prendere le brioches per la colazione. Torno presto."
Mise giù il bigliettino e preparò il caffè, aspettando l'arrivo del suo ragazzo. Non era riuscita ad arrivare in tempo per la festa Scudetto, ma almeno un paio di giorno di tranquillità con lui li avrebbe potuti avere. Aveva sentito che ci avevano dato tutti dentro con il bere e che Simone e alcuni suoi amici avevano concluso la serata a Milano, dove aveva suonato un famoso DJ per cui il lucano andava fuori di testa.
Simone non tardò a rientrare, con in mano un vassoio ricolmo di brioches ancora calde. Mangiarono in silenzio, guardandosi costantemente negli occhi e sorridendo.
Anna si sentiva al settimo cielo. Ma a quanto pare non era in alcun caso destinata ad essere felice.
"Anna...ti devo parlare..." Simone interruppe il silenzio idilliaco e armonioso della colazione, e il suo tono di voce non lasciava presagire nulla di buono.
La ragazza non rispose, aspettando che fosse lui a continuare il discorso. Il calciatore appoggiò la tazzina di caffè sul tavolo e si passò la mano sulla testa; il solito gesto che faceva quando era nervoso o imbarazzato.
"Allora...sta succedendo un casino. Voglio premettere una cosa. Io ti amo da morire e con te non potrei essere più felice; ma non penso di essere la persona giusta per te. Nel senso....vorrei passare ogni secondo della mia vita in tua compagnia, ma sento che la nostra storia non sarà più possibile. Sai quando ti ho raccontato che avevo trascorso una serata a Milano con Alvaro e Alice? E che lì avevo conosciuto la Biasi?"
Anna annuì, incredula. Ancora quella? Solo sentire il suo nome la faceva arrabbiare.
"Vai avanti, Simone," rispose poi, cercando di mantenere il sangue freddo.
"Beh, per farla breve, quella sera siamo stati insieme. E pensavo fosse finita lì. Ma a quanto pare lei aveva altri piani. Non so come ma è riuscita a fare delle foto mentre eravamo..."
"Ah...ti sta ricattando insomma? Tu mi stai lasciando di nuovo per una sciacquetta da quattro soldi che vale solo i followers che ha in Instagram? Non serve che aggiungi altro Simone. Questa è la più grande cazzata che tu mi possa raccontare."
Anna si alzò dal tavolo, il suo proposito di mantenere la calma ormai dimenticato. Non aveva intenzione di farsi prendere per il culo di nuovo. E tantomeno di farsi ridere dietro e di passare per la povera fidanzata scaricata per la vip di turno. Non lo avrebbe accettato. Non di nuovo. Aveva la laurea su cui concentrarsi, non poteva permettersi di perdere tempo dietro agli assurdi problemi di uno stupido calciatore che le aveva fatto perdere la testa. Non si sarebbe lasciata andare di nuovo all'angoscia.
Nella camera da letto, iniziò a tirare fuori tutti i suoi vestiti dall'armadio e a metterli alla rinfusa nella valigia.
"Anna, ti prego. Non deve finire così per forza. Ascoltami...è l'unica cosa che ti chiedo!"
"No Simone. Hai già chiesto fin troppo. Ho sprecato troppo tempo, troppi soldi, troppa della mia sanità mentale per cercare di stare al tuo passo. Ma non più caro mio. Non farò la figura della donna ferita per l'ennesima volta. Sta volta questo casino te lo risolvi da solo."
Finì di prendere le sue cose, trascinando la valigia verso la porta. Un deja-vù. Solo qualche mese prima era successa la stessa identica cosa. In quella stessa casa.
Si voltò per salutare l'uomo che amava un'ultima volta, quando lo vide in lacrime. Nei suoi occhi c'era solo il dolore più intenso. Lasciò cadere la valigia a terra, colmando con dei grandi passi lo spazio che li divideva. Capì che forse Simone stava dicendo la verità e che quella decisione gli costava molto.
"Non voglio trascinarti nella merda, Anna. Non te lo meriti."
"Shhh, smettila adesso. So che troverai la soluzione. Ma fino ad allora non possiamo continuare a prenderci in giro e fare come se non fosse successo niente," gli rispose Anna.
Guardandolo negli occhi, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Un ultimo bacio. Perché nonostante fosse un disastro e la persona più incasinata del mondo, lei lo amava davvero.
Sperava solo che le cose si sarebbero sistemate prima o poi.
Ma forse non sarebbe mai successo.
D'altronde lo sanno tutti che la vita non è una fiaba, e i nostri miseri sforzi non la renderanno tale. A volte qualcuno ha il proprio lieto fine, ma non sempre succede.
Si sa: non è mai semplice.
THE END ?
Ciao a tutti! Allora, per prima cosa vorrei scusarmi infinitamente per la mia assenza: problemi personali mi hanno tenuta lontana dalla scrittura e non mi hanno permesso di concentrarmi come avrei voluto. Questo è, come avrete capito, l'ultimo capitolo di questa storia. Chiedo in anticipo venia per gli errori che sicuramente troverete. Fatemi sapere se volete o meno che mi metta all'opera sul sequel! Un bacione e grazie davvero per avermi mostrato sempre tanto affetto e appoggio. Siete fantastici!
Elisa.
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Non è mai semplice/ Simone Zaza
Romance"Perchè vuoi rendere le cose più complicate di quello che già sono?" le chiese Simone, fissandola dritto negli occhi. "Perchè è più semplice di quello che sembra..e quello che sta complicando tutto sei tu."