"Simone..."
La voce di Anna dall'altro capo del telefono gli fece venire il panico. Stava piangendo. Che cazzo era successo in tre ore per farla piangere? Ma soprattutto, chi l'aveva fatta piangere. Si sentì ribollire di rabbia.
"Amore mio...cosa succede?"
La sentì sospirare. Riusciva ad immaginarsela seduta sul divano, avvolta da una coperta nonostante fosse metà maggio, con una tazza piena di gelato in mano.
"Anna...mi stai facendo preoccupare..."
"Andrea..."
Solo sentire quel nome gli fece andare il sangue alla testa. Che cosa voleva ancora da lei quel pallone gonfiato? Anna gli aveva raccontato tutto su come l'avesse lasciata per seguire la sua carriera nell'esercito. E adesso era sbucato fuori dal nulla. Che cosa diavolo voleva dalla sua ragazza?
"Che ti ha fatto?". La voce gli tremava per la rabbia. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di avere tra le mani quel disgraziato. Gli avrebbe fatto passare la voglia di disturbare Anna.
"E' passato a dirmi che mi rivuole. L'ho trovato che mi aspettava sotto casa; ma all'inizio non sembrava avere cattive intenzioni, così l'ho fatto salire e gli ho offerto un caffè. Abbiamo parlato di come procedevano le nostre vite. Poi mi ha chiesto se frequentavo qualcuno e mi ha detto che Marco gli aveva fatto una soffiata sul fatto che uscivo con un calciatore. Quindi non ho negato niente. Gli ho detto che esco con te...e lui ha iniziato a dirmi che mi lascerai e che non è la vita per me...e mi ha detto che vuole tornare con me e che aspetterà al varco...ho paura Simone."
Aveva parlato quasi senza prendere fiato.
"Paura, amore mio?"
"Si...ho paura che abbia ragione. Che ti stuferai di me, come ha fatto lui..."
Anna. La sua Anna. Era la prima volta che si sfogava così apertamente con lui delle sue paure.
"Stammi a sentire. Ho già fatto l'errore di lasciarti andare, e sono stati i giorni più vuoti da quando ti conosco. Non riesco a sopportare neanche l'idea di stare troppo tempo senza di te. Già in treno avevo l'angoscia...pensa te come sono preso...mi sento un ragazzino.."
Questo riuscì a farla ridacchiare.
"Mi manchi, Simo.."
"Anche tu, acidella mia. Hai sentito il tuo tutor per la tesi?"
"Si...mi ha detto che è perfetta e che, se voglio, posso discuterla già la prossima settimana, in anticipo su tutti."
La prossima settimana. Non avrebbe potuto assistere. Non avrebbe potuto partecipare alla sua festa di laurea. Mister Allegri non gli avrebbe mai concesso un giorno libero extra.
"Bene, Anna. Dopo tutto quel lavoro mi sembra il minimo. Sono sicuro che andrà alla grande."
"Mi dispiace di averti fatto preoccupare; avevo solo bisogno di sentire la tua voce...hai fatto un buon viaggio?"
"Senza alcun problema. Alvaro mi aspettava in stazione e mi ha fatto un interrogatorio degno di un poliziotto. Non vede l'ora di rivederti...così può sommergere anche te di domande."
La sentì ridere. Voleva solo stringerla a sé, senza preoccupazioni. Sarebbero mai riusciti ad avere un po' di tranquillità?
Dopo aver parlato con Simone, Anna si sentì meglio. Solo il suono della sua voce era riuscito a calmare l'agitazione dovuta all'incontro con Andrea. Si lasciò cadere sul divano, prendendo in mano la tesi e iniziando a rileggerla. Ormai se la ricordava a memoria: sapeva ogni singola virgola. Se glielo avessero chiesto, avrebbe discusso quel rompimento di balle già il giorno dopo. Esausta dal viaggio in treno e dalle emozioni delle ultime ore, si addormentò.
Si svegliò la mattina dopo, con il torcicollo, in preda all'ansia e in un bagno di sudore. L'incubo era ancora impresso nella sua testa: lo rivedeva chiaramente, anche con gli occhi aperti. Il vuoto. Non c'era nulla. Lei in un labirinto di edera, alla ricerca di qualcuno. Ma non c'era nessuno, e man mano che scendeva la notte, le pareti attorno a lei diventavano più strette, soffocandola.
Non aveva ancora svuotato la valigia che le aveva preparato Giulia. Mise in lavatrice i vestiti sporchi, ne infilò di nuovi in valigia, si vestì in fretta e uscì di casa diretta alla stazione dei treni.
"Anna? Che ci fai qui?"
Giulia la osservava perplessa; non era da Anna fare una visita improvvisata. A lei piaceva programmare tutto nei minimi dettagli. Non aveva mai amato le sorprese: diceva che le mettevano ansia.
La fece accomodare. Il bar era vuoto in quel momento, e Giulia si concesse una pausa, prendendo posto accanto alla sua amica.
"Innanzitutto volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e Simone. Non potevo trovare una persona migliore di te."
"Sono contenta che sia andato tutto bene. Anche perché gli ho giurato che mi sarei presa le sue palle e le avrei vendute su internet se avesse mandato ancora tutto in vacca."
Anna sorrise, iniziando a raccontarle tutto, tralasciando i particolari più intimi. La sua amica gliene fu grata.
"Ema come sta?"
"Solito stupidone. Abbiamo litigato sodo ieri sera per le solite cazzate: lui non si sente soddisfatto di quello che fa, spera sempre che dando il massimo le cose vadano come vuole lui...invece non è sempre così. Ed è una cosa che non riesce ad accettare."
Continuarono a parlare delle rispettive situazioni sentimentali, quando Giulia le fece notare quanto sembrasse strana.
"Andrea è passato a trovarmi. Vuole che torniamo insieme e pensa che Simone non sia in grado di darmi la vita che merito. Come se lui potesse avere voce in capitolo, dopo il modo in cui mi ha lasciata "
Giulia non sembrava sorpresa dalla notizia.
"C'è qualcosa che mi devi dire Giulia?" le chiese Anna.
"Quando tu eri a Verona con Simone, Andrea è venuto qui, chiedendomi di dargli il tuo numero di telefono e il tuo indirizzo. Non ho ceduto ovviamente, ma penso che abbia le sue fonti per tenerti d'occhio..."
"Marco," intuì Anna. "Simone non gli piace: la pensa come Andrea su di lui. Non ho proprio voglia di parlargli, né di dirgli che si deve fare gli affari suoi. Sono cose che dovrebbe capire da solo, visto che mi conosce da quando siamo bambini...sono cose che mi mandano fuori di testa..."
"Quando vi rivedrete tu e Simone?" chiese Giulia, notando la scintilla di panico apparsa nello sguardo della sua amica.
"Non lo so proprio...Ruggero mi ha chiamata e mi ha detto che posso discutere la tesi già mercoledì prossimo, il che vuol dire che mi sono letteralmente fottuta questa settimana. Poi Simone deve preparare la finale di Coppa Italia e il 24 parte per Coverciano. Non penso che riuscirò più a vederlo prima che parta per la Francia..." rispose Anna, prendendosi la testa tra le mani e soffocando un lamento.
"Con lo studio come sei presa?"
"Bene. Conosco la tesi a memoria e so per certo di poter portare la discussione dove voglio io.."
"E allora cosa aspetti, asina che non sei altro? Vai da lui...usa questi ultimi due giorni come ripasso, poi muovi quel tuo bel culo sodo e sali su un maledetto treno per Torino."
Anna abbassò lo sguardo. Ovviamente ci aveva già pensato, ma era da pazzi. Voleva dire rischiare di mandare all'aria anni di studio e di lavoro solo perché non riusciva a controllare le sue emozioni. D'altro canto, però, aveva bisogno di mantenere una certa sanità mentale, e sapere che probabilmente non avrebbe più rivisto Simone per un mese e mezzo la stava già facendo impazzire.
E il problema era sempre quello: cuore o ragione?
Ciaoooo! So che non è molto lungo, ma ho avuto una settimana critica al lavoro! Ho bisogno estremo di ferie! Fatemi sapere!! Bacio
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Non è mai semplice/ Simone Zaza
Romance"Perchè vuoi rendere le cose più complicate di quello che già sono?" le chiese Simone, fissandola dritto negli occhi. "Perchè è più semplice di quello che sembra..e quello che sta complicando tutto sei tu."