Avevo freddo ed ero impaurita.
Juan se ne accorse e spostò la stufa più vicino a noi.
Poi uscì dalla stanza.
Dove era andato?
Ma come, io ero venuta in cerca di aiuto e lui spariva?
Tornò poco dopo, con una tazza di thè caldo, versato probabilmente da un thermos che aveva in un'altra stanza.
Con Juan mi accorsi che non servivano tante parole.
Lui sapeva esattamente quello di cui avevo bisogno.
Provavo una sensazione strana.
Era come se ci fossimo conosciuti da bambini, in un tempo lontano, quando, seduti sulla riva di un fiume, la mia testolina cercava conforto sulle sue piccole spalle infantili, ma rassicuranti, fin da allora.
Mi aiutò a togliermi il cappotto, gelato e mi mise sulle spalle il suo, che, essendo stato vicino alla stufa, era caldo ed avvolgente, perché di diverse taglie più grande della mia.
"Va meglio ora?".
Annuii con il capo, stringendo il thè caldo e sorseggiandolo.
"Dai, dimmi qual'è il motivo che ti ha spinto a venire a trovare il tuo professore di storia.
Raccontami tutto fin dall'inizio.".
Mi disse, con un sorriso rassicurante.
Prese una sedia e la avvicinò di fronte alla mia.
Sedendosi, appoggiò i gomiti sulle ginocchia, incurvando leggermente le spalle robuste, per non perdere una sola parola di quello che stavo per dire.
Potevo distinguere bene, attraverso la camicia ed il maglione aderente, i suoi forti bicipiti.
Mi sentivo protetta, ora e, finalmente, al sicuro.
"Bhè, da dove posso iniziare?".
E mi portai una mano alla fronte più per cercare di distrarre il mio sguardo, che non riuscivo a distogliere da lui, che per riordinare le idee.
Credo che se ne fosse accorto, come se fosse in grado di intuire i miei pensieri, perché mi osservava, compiaciuto.
Ed i suoi occhi, profondi e scuri su di me, erano quasi socchiusi, come le sue labbra.
Non comprendevo come mai stessi provando quei sentimenti così nuovi, eppure così familiari.
Come un deja vu.
Mi rimproverai, mentalmente.
"Torna in te, Angie, mio Dio, speriamo che non sia così evidente quello che sto provando!".
Mi schiarii la voce.
Dovevo pur fare qualcosa per cacciare quelle idee.
Andiamo, avevo davanti a me Juan, non Gabriel!
Il guaio è che non era più quel Juan che ero abituata a vedere, era diverso.
Splendidamente diverso.
Presi lo zaino e tirai fuori il libro.
Glielo porsi, dicendo:
"Mi serve la tua scienza, professore.".
"Oh!".
Esclamò, prendendolo con cura.
"Un libro antico, ma che meraviglia!
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Antiqua - Nihil est infinitum 1° libro della saga di "Antiqua"
Fantasy1° vincitore assoluto 2017 nella categoria "Fantasy" del concorso Italian Writers Awards, (vedi "And the Winner is" in "Believe magic award", capitolo dedicato a MDChiery, con intervista. 84° in classifica "Fantasia" il 24/12/2016 e 91° il 22/0...