Capitolo XIII ° Eclissi-parte prima

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Juan si alzò di corsa e si mise davanti a me, dandomi le spalle, le braccia leggermente divaricate con i palmi delle mani aperti, rivolti verso il mio corpo, nell'atteggiamento di chi vuole proteggere un bene raro e prezioso.

Cercai di dominare il terrore che sentivo nascere dentro e paralizzarmi.

Da fuori, un rumore di passi circospetti fu sovrastato da una voce bassa e appena soffiata:

" Angie, Juan, siete qui?".

Sopraggiunse Gabriel, in fretta, afferrò per un braccio Juan e decretò con tono perentorio:

"Occorre far presto...".

"Dov'è Isadora?".

Chiesi, trepidamente.

"Ho avvertito la netta sensazione che fosse diretta qui.

Come coloro che non vedono alla luce, ha un olfatto molto sviluppato e, sicuramente, ha avvertito l'odore di qualcosa di antico.

Un oggetto che appartiene al suo tempo.

L'odore del libro, che è stato aperto e letto.".

Poi, rivolgendosi a Juan, gli domandò:

"Allora, che cosa sei riuscito a decifrare ? ".

" Nel libro viene indicato chiaramente che George Linam e Don Luis Alfonso Abre, nell'anno del Signore 1317, approfittarono di una eclissi di sole.".

Ed, aprendo le pagine, in un determinato punto, iniziò a leggere, traducendo dal latino:

" Nel momento in cui la luna offuscò il sole, ogni forma di vita tacque.

Cessò ogni tipo di movimento.

Gli animali si rifugiarono nelle loro tane, credendo nell' arrivo della notte.

Lo stesso fecero gli uccelli, volando verso i nidi.

Fecero il loro ingresso gli animali notturni, pronti alla caccia.

Gli uomini alzarono gli occhi, verso il cielo, guardandosi intorno smarriti ed atterriti.

Immaginarono che fosse arrivata la fine del mondo.

Noi due conquistammo, correndo, la posizione più alta del castello della contea.

Dalla torre dell'ala nord, fummo in grado di distinguere l'ombra della luna, sulla terra.

La osservammo approssimarsi, rapidamente ed inesorabilmente, fino a dominare tutto ciò che era visibile all' occhio umano.

Ci accorgemmo della comparsa di un vento violento e gelido, perché la temperatura si era improvvisamente abbassata.

Una macchia scura venne proiettata sulla terra, simile ad una voragine nera, che sprofondava nel terreno, come un abisso senza fine, celato da un ammasso ingarbugliato di tronchi e di spine, come la bocca fumante di un grande baratro scuro.

Eravamo immersi in una profonda oscurità.

In quello stesso istante, anche il Caos uscì allo scoperto, alzando, arditamente, lo sguardo verso la volta celeste, pensando di aver sconfitto l'ultimo ed il più grande dei suoi nemici: la luce del sole, che avrebbe avuto il potere di renderlo cieco.

Esultò, trionfante, per il motivo che mai più alcuno avrebbe avuto l'audacia e la possibilità di fermarlo e di sconfiggerlo.

E per il tempo che intercorse, in quei pochi minuti, il Caos spiegò le ali, come una nube oscura ed errò sulla materia e sulle genti, confondendo di terrore le loro menti ed incutendo loro lo sgomento più nero.

Antiqua - Nihil est infinitum 1° libro della saga di "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora