Proprio quello che ci voleva

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Essere a Milano la faceva sentire spaesata. Non aveva voluto essere accompagnata dai suoi genitori ne' da Giacomo . Ormai era una donna, Carolina aveva ventinove anni si era laureata in architettura a Firenze e aveva fatto esperienza in un rinomato studio della città ma ora si sentiva pronta a fare il grande salto.
Carolina era molto sicura di sé e ambiziosa, e così aveva chiamato Gianluca per dirgli se era possibile fargli vedere dei suoi lavori e progetti.
- Che sorpresa Carolina. Ma certo che mi interessa vedere i tuoi lavori. Non dirmi che vuoi venire a Milano.
- E invece si. Non ti nascondo che Firenze mi comincia a stare stretta. Ho bisogno di nuovi stimoli e naturalmente il tuo studio è il massimo.
Sentire la sua voce era sempre piacevole, nel corso degli anni si erano rivisti e parlati diverse volte, certo Carolina non aveva più voluto nessun tipo di rapporto amichevole con lui, ma era sempre la figlia di Michele e così era stato inevitabile frequentarsi.
Quando aveva saputo che lei aveva scelto architettura all'università ne era stato molto felice ed era presente alla sua laurea. Anzi ricordava l'emozione che aveva provato anche solamente vedendo la gioia dei suoi genitori e aveva visto anche lo sguardo freddo di Giacomo quando lo aveva visto e lei che l'aveva abbracciato per primo dopo aver saputo di essersi laureata con 110 e lode. Ora lei lo aveva chiamato, voleva venire a Milano, magari lavorare con lui.
- Quando pensi di venire?
- Il prima possibile. Anche la prossima settimana.
Gianluca senza motivo era contento di rivederla.
- Benissimo. Ti aspetto. Se hai bisogno di un posto per dormire...
- No tranquillo. Ho già sentito una mia amica. Non ci vediamo dall' università ed è felicissima di rivedermi.
- Perfetto. Allora chiamami quando sei qui è ci accordiamo per incontrarci.
- Ok grazie!
Ora Carolina era a Milano, pronta per fare vedere quanto aveva imparato e come fosse in gamba. Era davanti uno splendido ufficio, e sentì lo stomaco chiudersi, non sapeva se fosse più agitata per il colloquio di lavoro o per il fatto che avrebbe rivisto Gianluca.
Fece un respiro profondo, si guardò che tutto fosse in ordine ed entrò.
Lo studio era davvero enorme ed elegantissimo. Ad accoglierla c'era una sorridente segreteria.
- Buon giorno! Posso esserle utile?
- Salve sono la signorina Carolina. ..
- Ah buon giorno.
Non la fece nemmeno terminare di parlare che sembrò riconoscerla.
- Il signor Gianluca la stava aspettando. Ci ha dato delle precise disposizioni. Un attimo prego.
La segreteria fece una chiamata e poco dopo arrivò una ragazza vestita elegantemente. Le porse la mano e si presentò.
- Salve sono Lara. Lavoro in questo studio.
- Piacere Carolina.
Lara? Quella Lara?
- Gianluca mi ha chiesto di scusarlo perché è un po' in ritardo. Ma intanto mi ha chiesto di farti vedere tutto lo studio. Possiamo darci del tu vero?
- Si, certo!
Lara l' aveva messa a disagio con il suo sguardo indagatore, la sua voce e i suoi modi erano gentili ma c'era qualche cosa di ostile in lei. Le camminava davanti e le spiegava ogni cosa di quello che la circondava, lei poteva ammirare l'eleganza dei suoi modi e dei suoi vestiti.
Quando finalmente sentì qualcuno che la chiamava e si voltò.
- Carolina!
- Gianluca.
Lei non poté evitare di sorridergli e andargli incontro. Si diedero un bacio leggero e restarono a guardarsi. Gianluca era sempre un bellissimo uomo, indossava una camicia chiara e la giacca, portava i capelli leggermente più lunghi di quanto ricordasse. Gli occhi erano sempre magnetici e inquieti.
- Finalmente a Milano.
- Si. Non lo avrei mai detto nemmeno io.
- Bene. Ti hanno offerto un caffè? Lara?
- No Gianluca non ancora.
Solo allora i due si erano accorti di lei e Lara provò quasi un'istantanea antipatia per Carolina, lei non era mai riuscita a fargli illuminare così lo sguardo.
- Ci penso io. Puoi andare ora!
Lara uscì da quella stanza e Gianluca la portò nel suo studio che era immenso.
- Accidenti! Il tuo studio è enorme. Più grande di tutta la mia casa.
Lui sorrise, Carolina aveva in quel momento l'espressione meravigliata di quando era bambina. Solo che ora non era davvero una bambina. Ma una bellissima donna, i suoi capelli erano lunghi e mossi, il corpo non aveva più nulla in comune con quello dell'adolescente che lui aveva conosciuto, le forme erano morbide e sinuose e il suo modo di vestire era elegante e di buon gusto anche se molto giovanile.
- Bene sono contento che ti piace. Comunque anche tuo padre ha detto la stessa cosa la prima volta che lo ha visto.
E si misero a ridere entrambi.
- Allora vorresti venire a lavorare
a Milano?
- Beh non so, intanto vorrei che tu guardassi i miei lavori e mi dicessi cosa ne pensi. E poi... magari ci fosse qualche opportunità per me.
- Certo che sarò imparziale. Anzi facciamo così. Io guarderò i tuoi lavori insieme al mio socio che non sa chi sei, così sarai sicura che saremo imparziali.
Carolina annuì. Ora però si sentiva molto meno sicura di sé.
Gianluca si fece dare i progetti che aveva con lei e iniziò a guardarli con molta attenzione.
Li girava e rigirava facendo numerose domande, non poteva certo non essere consapevole che aveva accanto a sé Carolina ma era molto concentrato sui suoi lavori e si sentiva quasi orgoglioso di lei e del suo lavoro. Tutto era molto ben organizzato, le forme erano geometriche ma non mancavano spunti originali e alquanto innovativi. Carolina era sicura di poter osare e probabilmente Gianluca si rese conto che era proprio quello che ci voleva per il suo studio .

UN'ESTATE INFINITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora