Non ti ho perdonato

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Carolina indossava dei jeans attillati e un giubbotto di pelle, quella domenica il tempo era bello anche se l'aria di maggio era ancora fresca.
Quando lui arrivò era serena e rilassata, il sorriso di lui aperto, indossò il casco e lo abbracció stretto stretto.
- Pronta?
- Prontissima! È una vita che non faccio un giro in moto.
Era vero, Carolina amava andare in moto ma ci era salita solamente con lui.
Era bellissimo poter stare così vicini senza dover parlare, la testa vuota, ciò che conta è solamente la strada, il vento sul viso.
Gianluca mantenne un passo costante, accellerava solamente quando la sentiva staccarsi da lui, voleva che lo stringesse forte. Purtroppo anche se allungò il tragitto arrivarono a destinazione troppo presto.
Entrarono nell' edificio e passarono le seguenti due ore immersi nella contemplazione di quadri e opere d'arte, questo riportò indietro nel tempo Carolina, quando era poco più di una bambina e Gianluca pazientemente le mostrava quadri e li commentava come se stesse raccontando una bellissima storia, Carolina da adolescente che bocciava ogni commento che lui faceva e la Carolina innamorata che visitava le mostre per condividere con Gianluca il suo mondo ed ora una Carolina e un Gianluca adulti che esprimevano giudizi e commenti capaci di confrontarsi e parlare la stessa lingua. Il mondo dell' arte in ogni sua forma li aveva sempre avvicinati.
- Come mai non hai portato Lara? Non gli piacciono le mostre?
Gianluca la guardó un attimo incuriosito.
- No, lei oggi è fuori con Riccardo, andavano via per un lavoro.
- Perché non sei andato con loro?
Lui sorrise.
- Perché volevo venire qui con te. Non ci vedo nulla di strano.
Se lo diceva Gianluca, Carolina pensò che faceva bene Lara ad essere gelosa, anche lei lo sarebbe stata al suo posto.
- Le piace andare in moto?
- A Lara molto. Quando l'ho conosciuta c'è stato un periodo che ci muovevamo solo in moto. Ora molto meno.
Carolina si accorse che era bello stare con Gianluca, non era più l'uomo che era una volta come lei non aveva più diciotto anni, ma era comunque un uomo molto affascinante che faceva voltare le donne, e sinceramente le sembrava più giovane di quanto se lo ricordasse, anche solo nei modi di fare, di comportarsi e ora che era con lei non aveva più nemmeno quello sguardo malinconico, ma forse era merito di Lara.
- Vieni a Cattolica con noi a giugno?
La sua domanda fece quasi sorridere Carolina, Gianluca aveva continuato imperterrito ad andare ogni estate al mare a Cattolica con i suoi genitori, mentre lei non ci era più stata.
- È una vita che non vado. Ma non so se il mio capo mi darà le ferie.
Lui rise per poi fare la faccia fintamente seria.
- Mmmm se vuoi posso parlarci io.
- Beh se me le da forse potrei pensarci di venire con voi.
- Penso si possa fare.
Pensandoci bene aveva voglia di stare un po' con i suoi e un po' con Gianluca, solo che l'idea di stare con loro tutti insieme forse non era il massimo.
- Ho davvero voglia di stare un po' con i miei. E tu? Non hai voglia di stare un po' nella tua città, nella tua casa?
Erano seduti ad un bar a sorseggiare un caffè ed ecco comparire un velo di tristezza in lui, Carolina si pentì quasi di averglielo chiesto, ecco che l'uomo sensuale e sicuro non c'era più.
- No, non ci sono ancora riuscito a tornare a casa, quella casa mi parla di te, di un noi che non c'è. Ancora ci sono i tuoi pigiami che poi erano i miei. E altre cose.
Gianluca aveva deciso di parlare sinceramente, magari era venuto il momento di dirle quanto aveva sofferto anche lui.
Carolina aveva ascoltato, ma non sapeva cosa rispondere iniziava a capire un po' del suo dolore e che la sua fuga non era stata facile, ma non poteva comunque perdonarlo. Si era arreso troppo presto. L'unica cosa che si sentì di fare, fu stringergli la mano. Lui la prese e la guardó con una intensità che la fece trasalire.
Restarono ad accarezzarsi le mani per un po' un contatto che parlava di un passato e di un presente.
- Non ti ho perdonato!
Le disse infine Carolina, le parole le uscirono senza che lei potesse fare nulla per trattenerle.
Lui sospirò.
- Lo so.
Si alzarono, si incamminarono verso la moto e Gianluca era diventato silenzioso, Carolina lo seguì consapevole che il momento di magia si era interrotto e un po' era colpa sua.
A lei non le restava che stringerlo nel ritorno a casa, seduta dietro la sua moto.
Sotto l'appartamento di Alice lei si tolse il casco e lui glielo riprese ma quando stava per salutarla si sorprese a desiderare di toccarla e senza resistere le accarezzo' il viso, lei si appoggiò a quella mano con dolcezza.
- Grazie per il bellissimo pomeriggio.
Disse lui.
- Grazie a te.
Lei gli diede un bacio sulla guancia al lato della bocca, un bacio leggero che le fece mancare un battito del cuore fino a quando lui la sciolse dal suo abbraccio.
- Ci vediamo domani Carolina.
- Certo.

UN'ESTATE INFINITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora