Quella mattina alzarsi dal letto non era certamente facile, Carolina si sentiva ancora eccitata per il sogno, confusa e preoccupata di vederlo realmente. Che effetto le avrebbe fatto vedere Gianluca dopo il sogno di quella notte? Aveva lo stomaco chiuso e decise di fare colazione al bar. Arrivò così in anticipo a studio, Gianluca le aveva detto di vedersi alle 9.00 ed erano ancora le 8,30.
A poca distanza notò un bar accogliente e decise di entrare, il locale era nuovo e ben arredato, Carolina si sedette ad un tavolino, c'era diversa gente al bancone che beveva caffè, poi signori anziani seduti a dei tavoli, alcuni ragazzi che sembrava avessero preso la merenda per scuola e poi c'era lei.
Le si avvicinò un ragazzo che evidentemente lavorava lì, era di origini sudamericane , la sua carnagione era scura in contrasto con i suoi denti bianchissimi, Carolina fu la prima cosa che notò dato che lui le stava sorridendo.
- Buon giorno! Posso portarle qualche cosa?
Lei rimase forse un po' troppo a valutare quel sorriso aperto e quell'accento milanese in chiaro contrasto con le sue origini. Stava facendo la figura della sciocca.
- Si, si grazie vorrei un cornetto alla cioccolata e un cappuccino grazie.
Lui le fece un cenno e si voltò, quel ragazzo aveva un fisico incredibile, dalla camicia si notavano le spalle larghe e la vita stretta, un sedere ben fatto... Carolina arrossì e si vergognò, che le stava succedendo? Era sicuramente colpa del sogno che aveva fatto quella notte. Sinceramente era davvero troppo tempo che non faceva l'amore, aveva sempre pensato che il sesso senza amore non fosse possibile ma forse si sbagliava. Che le stava succedendo? Non fece in tempo a domandarselo oltre che il ragazzo tornò al suo tavolo.
- Theo chiedi alla signorina se vuole del cacao nel cappuccino.
Sentì dire Carolina dalla signora dietro il bancone, allora il tipo doveva chiamarsi Theo.
-Vuole del cacao?
- No, no grazie va bene così.
Ma perché lui continuava a guardarla in quel modo strano? Non era attrazione, era piuttosto. .. ironia? Si la guardava con un misto di divertimento ed ironia. Ma cosa poteva avere di così strano si chiese lei.
Mangiò il suo cornetto e bevve il cappuccino, che era squisito e Carolina se ne intendeva di prime colazioni, da sempre erano il suo pasto preferito. Questo le fece ricordare il bar dove andava sempre con Gianluca e quindi pensò di nuovo a lui. Sbuffò, si alzò e andò verso la cassa a pagare, nel frattempo il ragazzo, Theo, le passò accanto per poi voltarsi di nuovo verso di lei. La stava guardando di nuovo e.... oddio, Theo rivolto a lei, perché solo lei in quel momento era di fronte la cassa, tirò fuori la lingua, la più rossa che lei avesse mai visto e se la passò sulle labbra ammiccando. Carolina sentì un misto di imbarazzo e rabbia imporporargli il viso, senza più guardarlo si voltò e si diresse imperterrita verso l'uscita. Theo la seguì.
- Scusa.
La chiamò, ma cosa voleva pensò infastidita Carolina.
- Non volevo.... insomma prima stavo cercando di dirti che ti sei sporcata le labbra con il cioccolato.
Carolina divenne ancora più rossa in viso e bastò leccarsi un po' le labbra per accorgersi che era vero.
- Hai due bellissimi baffi.
Rise lui e Carolina lo seguì. Che figura che aveva fatto.
- Oddio grazie. Oggi è il mio primo giorno di lavoro, mi hai salvata da una terribile figuraccia.
- Allora in bocca al lupo! Ora sei perfetta.
- Grazie. E crepi il lupo.
Ma in fondo se il lupo era Gianluca non voleva assolutamente che crepasse.
Carolina era pronta per entrare nello studio è far girare bene la giornata nonostante quell'incredibile inizio.
- Buon giorno.
La accolse la solita segretaria con un sorriso.
- Buon giorno.
- Gianluca la sta aspettando nel suo studio.
Perfetto! Il suo studio era proprio il luogo che avrebbe voluto evitare, in effetti non aveva nemmeno indossato più il tailleur che si era prefissata la sera prima.
Bussò e sentì la voce di lui.
- Avanti
Carolina aprì e restò sulla soglia.
- Ciao.
- Carolina ben venuta. Entra.
Lei si sentiva a disagio e senza motivo alcuno, questo non sfuggì a Gianluca.
- Tutto bene?
- Si, tutto ok.
Lui la scrutò restando seduto dietro la sua scrivania, indossava un completo chiaro in contrasto con la camicia blu.
- In versione timida credo di non averti mai vista.
La prese in giro lui, e questo ebbe l'effetto sperato in quanto vide nella sua espressione un moto di rabbia.
- Ho dormito male. Tutto qui.
- Mi dispiace!
Se avesse potuto leggerle nella mente sicuramente non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
- Sei pronta per iniziare?
- Prontissima.
- Bene, seguimi ti mostro il tuo studio.
Lui le passò accanto lasciando una scia del suo profumo.
- Uno studio per me?
- Beh per iniziare dovrai accontentarti di condividerlo con Lara. Il suo è molto spazioso ed è diviso da un separè in due spazi e postazioni lavoro.
- Per me non è un problema se non lo è per Lara.
Invece lo era, quella donna la metteva a disagio ed era certa di non piacerle affatto.
- Tranquilla. Oggi non ci sarà. È fuori con Riccardo. Ti do' un progetto da realizzare così ti metti subito al lavoro.
- Perfetto.
E così il primo momento era passato, Carolina dopo poco si trovò sola in una grande stanza ben arredata ed elegante, dove impossibile era non notare il tocco di Lara, ma era troppo desiderosa di mettersi subito all'opera per prestare troppa attenzione ai particolari.
Le ore passarono senza quasi che lei se ne accorgesse, fino a quando sentì bussare e Gianluca entrò.
- Sei viva? Sono quasi le due. Facciamo una pausa? Andiamo a mangiare qualcosa.
Lei si distolse dal suo lavoro e sinceramente non avrebbe voluto smettere ma una pausa non poteva farle che bene.
- Ma facciamo una cosa veloce. Vorrei finire almeno una prima parte.
- Ok!
Lui sorrise compiaciuto e le fece strada fuori dall'edificio.
- Dove andiamo?
- Non so, io pensavo ad un ristorante qui vicino ma se vuoi fare presto, possiamo anche mangiare qualcosa in quel bar.
Gianluca si riferiva a quello in cui era stata quella mattina a fare colazione.
- Perfetto.
Quando entrarono lei cercò con lo sguardo il ragazzo ma non lo vide e furono serviti da una ragazza simpatica che evidentemente conosceva Gianluca, il suo sguardo era insistente e il suo sorriso ammiccante e come al solito lui sembrava non accorgersene.
- Le porto il solito?
- Si un'insalata mista andrà benissimo.
- Facciamo due allora.
Disse Carolina che in cambio ricevette solamente un sorriso accennato.
- Ci vieni spesso qui?
- Si mi capita. È comodo, è a due passi dallo studio.
Lei era nervosa, tamburellava con le dita mentre Gianluca appariva sereno e rilassato.
-Allora è stata dura venire a Milano?
- Si. Pensavo fosse più indolore. E poi ovviamente mi sento un pesce fuor d'acqua. Ho bisogno di ricrearmi i miei punti di riferimento. Mi ci vorrà un po' ma ci riuscirò. Fortunatamente stare con Alice mi fa bene. Nel frattempo potrò cercare con calma qualche appartamento.
Lui la ascoltava attento ricordandosi come si era sentito lui i primi periodi a Milano.
- Vedrai andrà tutto bene. Quando vuoi io sono pronto ad aiutarti per trovare casa.
- Grazie.
Finito di mangiare tornarono ai rispettivi lavori, Carolina chiamò due volte Gianluca per avere alcuni suggerimenti e consigli. La seconda volta lui era impegnato con una cliente molto bella, sembrava una modella e quando lui gliela presentò lei nemmeno la degnò di uno sguardo. Ma Gianluca continuò imperterrito a richiedere l'intervento di Carolina rendendola partecipe di quel lavoro. Questo almeno fino a quando la signora chiese a Gianluca di seguirlo al bar per un aperitivo. Erano ormai quasi le 19.
- Carolina, ormai è tardi smetti di lavorare. Ti serve un passaggio?
Le chiese Gianluca.
- No. Grazie finisco una piccola cosa e poi vado. Ci vediamo domani.
Lui la guardò e le sorrise prima di uscire con quella bellissima donna. Chissà come faceva Lara a non essere gelosa. Ma quelli non erano affari suoi Carolina uscì stanca ma soddisfatta del suo primo giorno di lavoro.
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UN'ESTATE INFINITA
ChickLitQuando due persone si attraggono non ha importanza l'età, né che lui sia il migliore amico di tuo padre, né che sia l'unico uomo che non potrà essere tuo. Quando tutto ciò che vuoi è lui, quando lui vuole te ma crede che non sia possibile, non resta...