Un bacio può essere un disastro?

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Le vacanze a Cattolica scorrevano da anni sempre secondo il solito programma: giornata in spiaggia, sole, mare, relax, partite a Beach volley, passeggiata tra donne, aperitivo degli uomini e serata tra shopping e locali. L'unica che trovava stretti questi schemi era Carolina che faceva ormai come le pareva, sua madre Giulia la lasciava libera di gestire le sue giornate e più o meno anche le serate. Il fatto era che da quando aveva 15 anni Carolina prendeva una stanza singola e questo implicava meno controllo da parte dei genitori ma non di Gianluca che proprio non riusciva ad andare a dormire prima che non l'avesse sentita rientrare la sera. Quell'ultimo anno, però, si stava dimostrando più duro del previsto, infatti la piccola strega rientrava ogni sera più tardi. E lui non sapeva se dirlo a Michele o sopportare i musi lunghi di Elisabetta.
- Non mi meraviglio che dormi tutto il giorno sul lettino in spiaggia. Di notte la passi a fare il baby sitter. Ma lascia che se ne occupino i suoi genitori scusa.
- Tu non ti intromettere. So io cosa devo fare.
Quella sera sarebbe successa la stessa cosa e Gianluca sentendo le parole di Carolina alzò gli occhi al cielo.
- Mamma stasera posso tornare un po' più tardi? Con gli amici andiamo in un locale verso Gabicce. Tranquilla senza auto.
- Non più tardi delle 2 ok?
Carolina stava per protestare infondo era sabato ed era insieme a tanti amici e poi c'era Mirco. Sicuramente si sarebbero baciati, lei ne era certa!
Quella sera si era vestita con più cura del solito, jeans a vita bassa, un top carino dai colori vivaci che però esaltava bene le sue forme. I capelli lisci di piastra, un po' di trucco, insomma, si sentiva proprio carina.
- E come si chiama questo locale? Magari ci facciamo un salto pure noi.
Aveva chiesto Gianluca. Anche lui indossava dei jeans chiari e una camicia bianca, era casual ed elegante, veramente qualsiasi cosa indossasse lo faceva apparire elegante, anche una tuta da ginnastica, pensò Carolina.
- Magari non stasera però ok? Che figura ci faccio altrimenti. Si chiama la "LUNA DI MEZZANOTTE".
Elisabetta disse che aveva ragione Carolina e così ebbe via libera. Alle 22 arrivò direttamente Mirco a prenderla. Gianluca lo squadro' bene dai piedi alla testa, mentre Michele gli strinse la mano e iniziò a scherzarci su. Qualcuno doveva pur essere geloso, infondo i ragazzi a quell'età erano pericolosi, Michele doveva saperne qualcosa, invece sembrava non preoccuparsi affatto di Carolina. Li vide partire e restò pensieroso.
- Amico mio i figli crescono. Purtroppo non possiamo farci nulla. Lo capirai anche tu se ti sbrighi a deciderti. O guarda che ti invecchi.
- A 30 anni? Ah Ahah ancora sono un ragazzino.
I due si diedero una pacca sulle spalle e raggiunsero le loro donne. Giulia come Elisabetta era molto bella, le due andavano d'accordo e di questo ne era felice Gianluca. Ormai che Carolina andava per i fatti suoi i quattro erano liberi e giovani di divertirsi come volevano.
Arrivarono all'albergo che era mezzanotte, si fermarono a bere un'altra birra e poi salirono in stanza tutti eccetto Gianluca. Lui si mise seduto come al solito fuori, con una birra e un giornale a leggere e aspettare. Arrivarono le due ma di Carolina nemmeno l'ombra, e così anche le due e trenta e poi le tre. Allora Gianluca che non aveva mai provato ansia iniziò a farlo e si disse che non sarebbe mai diventato genitore, non faceva per lui. Poi finalmente da lontano vide due ragazzi che camminavano sulla spiaggia e li riconobbe, era Carolina con quel Mirco. Non era suo padre e non poteva andarla a prendere per un orecchio, ma le avrebbe detto che le due erano passate ormai da un pezzo e che non si faceva così. Poi vide che lui la salutò ma lei restò li sulla spiaggia, anzi si sedette. Era troppo, pure sola alle tre di notte voleva restare.
Lei nemmeno si accorse che Gianluca era arrivato alle sue spalle.
- Cenerentola guarda che i topi e la zucca sono tornati a casa da soli da un bel pezzo. Ma lo sai che ore sono?
Lei non rispose, allungo' una mano e lo tirò giù, seduto vicino a lei.
- Ma che fai? Carolina! Carolina hai bevuto?
- Si, sono ubriaca di gioia! Ahah è stata una serata stupenda. Mi sono divertita da morire.
Carolina gli si accocolo' addosso appoggiando la testa sulla spalla. Gianluca sorrise e improvvisamente la rabbia svaní insieme all'ansia che aveva provato nel non vederla tornare all'ora stabilita.
- Su dai andiamo a dormire è tardissimo.
Gli disse mentre l'aiutava a rialzarsi.
- Non lo dirai al babbo vero?
- Vedremo! Intanto racconta dove sei stata.
Il broncio che aveva accennato svaní come se non aspettasse che quella domanda. Allora il viso le si illuminó
- Allora il locale era molto carino, c'erano un sacco di ragazzi molto fighi.
Gianluca storse il naso più per l'espressione usata che per ciò che stava raccontando Carolina.
- Allora io e Bea siamo andate a ballare mentre gli altri stavano al bancone del bar.
- Hai bevuto?
- Noooo. Cioè si, solo una birra. Ma lascia stare mi fai raccontare o no?
Carolina era incredibile, ora faceva lei l'arrabbiata. Poi iniziò a muoversi, a ballare come se stesse ancora ascoltando la musica. Gianluca restò a guardarla, incredibile non era più una bambina, ma aveva quasi una donna davanti a sé che si muoveva con fascino e sensualità.
- Ho capito che ballavi e poi?
Quasi disturbata da quell'interruzione riprese a raccontare.
- Poi mi si è avvicinato un ragazzo bellissimo e più grande! Ha iniziato a muoversi vicino a me. Mi guardava e mi sorrideva.
E ci credo se ballavi così, avrebbe voluto urlare Gianluca improvvisamente di nuovo geloso.
- Allora stava sempre più appiccicato, quando è venuto Mirco. Mi ha preso per mano. Ha iniziato a ballare lui con me, così. Mentre parlava prese una mano di lui e se la mise sui fianchi, le si avvicinò e iniziò a ballargli sempre più vicina. Il contatto con quel corpo giovane lo turbó. Eppure l'aveva presa in braccio milioni di volte, si ma da bambina e ora non era più affatto una bambina. Lei le mise le braccia attorno al collo e gli sorrideva.
- Poi ho sentito che Mirco era eccitato.
Gianluca si staccò da lei.
- Caro non voglio nemmeno sapere come hai fatto a sentirlo.
- Ero così! Appiccicata a lui, impossibile non accorgermi.
Gianluca era di nuovo a disagio con quel corpo così vicino al suo, di certo non era un ragazzino e certe cose era capace di controllarle, forse, ma non riuscì ad evitare che Carolina lo abbracciasse di nuovo.
- Era geloso, glielo leggevo negli occhi e poi....e poi ha fatto così.
A quelle parole Carolina accostó la sua bocca a quella di lui, posò le sue labbra sulle sue che erano calde ed umide. Iniziò un bacio leggero, poi inclinó la testa per approfondire il bacio allora lui protestó.
- Cazzo Carolina ma che fai?
Lei lo guardó senza smettere di sorridergli, lui non si era mosso e i due corpi aderivano perfettamente.
- Sshh! Ti faccio solamente vedere.
Lei si accostó di nuovo e questa volta con un sospiro lui si sciolse in quel bacio, assaporó quelle labbra, incontrò la lingua di lei, trasportato da emozioni che l'avvolsero e gli fecero perdere il controllo. Le sue mani si mossero sul corpo di lei, salirono sotto la maglietta in cerca del reggiseno. La barba di lui era morbida e piacevole sul suo viso, improvvisamente si sentì umida ed eccitata perdendo ogni ritegno si abbandonò completamente a quel corpo e quella bocca.
- Carolina basta! Cazzo.
Lui la lasciò li, improvvisamente il mondo riprese vita attorno a lei. Che era successo? Che aveva combinato questa volta? Era grave, lo leggeva negli occhi spaventati di lui, nella sua espressione d'angoscia.
- Non è successo nulla Gianluca. Ti ho solo raccontato la mia serata.
Lui la guardó, gli stava dando una via di fuga o veramente pensava che non era successo nulla? Era così ingenua da non riconoscere una simile passione?
- Insomma non direi proprio nulla. Non c'era bisogno di essere così realistici.
Lei gli sorrise di nuovo e prendendolo sotto braccio si incamminó verso l'albergo.
- Ok! Mettiamoci una pietra sopra.
Restarono in silenzio fino alle porte delle rispettive stanze. Poi Carolina si voltò e lo chiamó parlando sottovoce.
- Gianluca?
- Che c'è?
- Se entri in stanza ti racconto della prima volta che ho fatto l'amore.
- Caroo.
La sua espressione era veramente spazientita.
- Ma sto scherzandooo!
Gli sorrise
- Non vorrò mai più sapere nulla.
Detto questo entrarono in stanza ma nessuno dei due riuscì a dormire quella notte.

Ps. Grazie perché siete ogni giorno di più a seguirmi solo vi chiedo qualche feedback. Vi piace la storia e come è scritta?

UN'ESTATE INFINITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora