Capitolo 26- Scompiglio

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Da quando il Libro è stato rubato, vi sono molti più attacchi da parte degli uomini dagli occhi di ghiaccio.
Le guardie, sulle mura di cinta, sono gradualmente aumentate, e la notte si risentono molte più urla del solito.
Il re è spesso sopraffatto dal lavoro perché molti più umani si lamentano di sentirsi meno protetti e sicuri.
Esmeralda cerca di capire questo repentino cambiamento a fianco del marito, anche se, in quel momento, l'unico che possa dargli una risposta più vicina alla verità è Erik.
Da quando è tornata, il cognato si fa vedere sempre meno in giro.
Forse starà cercando di capire se la cura può riportare tutti alla luce del sole.

Un giorno, nella sala del trono, si presenta un novizio da Feneis, per richiedere udienza al re.
<< Buonasera ragazzo! Dimmi, per caso porti buone notizie da parte della viscontessa Ignis?>>
Il giovane si inchina difronte ai sovrani.
<<La mia padrona mi ha ordinato di consegnarvi queste lettere direttamente nelle vostre mani>>
Vito gli fa cenno di avvicinarsi per poter prendere la lettera.
Da stranito, il suo sguardo diventa sempre più impaurito, fino a diventare terrorizzato.
Lancia la lettera per terra e si alza di soprassalto.
<<Mando immediatamente degli uomini per recuperare i superstiti!>>
Mentre lancia ordini a tutt' andare ai suoi uomini, Esmeralda recupera la lettera, per capire meglio il cambiamento repentino del marito.

Buonasera mio re,
con questa, le comunico che Feneis è stata attaccata dagli uomini dagli occhi di ghiaccio, cosa che non accade da anni.
Poche notti fa quegli zombie sono riusciti ad entrare nella città.
Ho pensato che sarei riuscita a eliminarli in tempo, ma non è stato così.
Hanno ucciso e trasformato tutta la popolazione umana libera poi, sono entrati nella rocca.
Siamo riusciti ad allontanarli in una notte in un lato del castello.
Ciò che non ci aspettavamo, erano gli infetti che hanno attaccato il restante degli umani della fattoria.
Siamo riusciti a salvare pochi umani, ed ad alcuni siamo stati costretti a dargli la cura.
La città è infestata e ci siamo rintanati nelle segrete al sicuro.
Chiedo dei rinforzi, per salvare quei pochi umani rimasti per nutrirci, e per scortarci al riparo dal sole fino alla capitale.
Cordiali saluti,
Ignis Feneis.

Esmeralda resta inorridita e scioccata dalla Lettera.
Perché stanno attaccando proprio ora? Perché hanno mirato alle città?
Un terribile dubbio s' insinua nella mente.
Dato che nessuno la sta guardando, si mette a correre in cerca di Erik.
Passa da una stanza all'altra inutilmente, finché si scontra con il cognato, facendola cadere a terra.
<<Erik! Cosa sta succedendo? Stanno attaccando ovunque! Miele cosa dice a proposito?>>
Il fratello del re viene invaso dal fiume di domande della regina.
<<Sinceramente non lo so. Da quando abbiamo rubato il libro, ci sono stati molti attacchi! Perfino nei villaggi siamo stati costretti a mettere delle barricate; mentre di notte siamo costretti a nasconderci nel bunker, per non farci prendere.
Neanche Miele capisce il motivo di questi attacchi.>>
Esmeralda si alza da terra pensierosa.
<<Forse stanno attaccando a causa del furto del libro, >>
Erik scuote la testa.
<<Impossibile. Gli uomini dagli occhi di ghiaccio non hanno sentimenti.>>
Sconsolata la regina torna verso la sala del trono.
<<Ah Esmeralda! Tra pochi giorni partorirai. Ti senti pronta? Alessandro è emozionato al pensiero. Vorrebbe essere qui quando accadrà e proverà in tutti i modi per essere al tuo fianco. Fidati!>>
La sovrana sforza un sorriso.
<< Me lo auguro vivamente>>

Gli uomini della guardia reale sono partiti con moltissimi carri poco prima dell'alba.
Benché il viaggio sarà lento, i superstiti potranno viaggiare al sicuro di giorno.
Esmeralda guarda da una delle torri gli uomini allontanarsi quando qualcuno attira la sua attenzione bussando alla porta.
Chiude velocemente le tapparelle e concede il permesso di entrare.
Alessandro è venuto a trovarla, e vedendola, le corre incontro baciandola.
La regina resta paralizzata.
Le labbra del Ribelle sono invitanti e perfette sulle sue.
Dopo qualche secondo di insicurezza, risponde al bacio.
Alessandro l'abbraccia stringendola a sé e accarezzadole la schiena.
Un lungo brivido di piacere invade la ragazza, mentre ogni sua sicurezza sui sentimenti verso il re crollano.
Si separano per respirare.
<<Tra qualche giorno verrò qui per vedere il nostro primogenito nascere. Aspettami ti prego.>>
Lei annuisce e si rabbuia.
<<Come farai con i tuoi uomini? Li abbandonerai agli attacchi degli uomini dagli occhi di ghiaccio per me?>>
Lui scuote la testa.
<<Kevin, il mio vice, mi sostituirà per qualche giorno. Devono imparare che non posso esserci per sempre, e devono sapersi autogestire.>>
Un rumore dall'esterno li mette in allerta.
<<Per ora è meglio che vada via.>>
Si baciano nuovamente per salutarsi e lui scompare dietro la porta da cui è entrato.
Esmeralda è dinuovo piena di dubbi. Quando crede di aver fatto ordine ai propri sentimenti, ritorna Alessandro a scompigliarli.

Alessandro torna al villaggio con Erik, e benché da giorni provano a comprendere il contenuto dei libri, non sono ancora giunti ad una soluzione.
Il capo dei Ribelli, frustato per le ricerche che risultano inutili, lancia i libri dall'altra parte della stanza.
<<Alessandro! Sono fragili quei libri! Vedrai che troveremo una soluzione!>>Lo rimprovera Erik.
Di tutta risposta il ragazzo tira in ulteriore calcio verso il tavolo.
<<Tante fatiche per rubarli, tanti uomini che si sono sacrificati, la donna della mia vita e mio figlio ancora in grembo nelle mani di quell'uomo e per cosa? Per starcene qui e non ottenere alcun risultato!>>
Lo zio raccoglie con cura i libri.
<<Bisogna essere pazienti. Non li abbiamo tradotti completamente. Troveremo la risposta tra breve tempo!>>
Apre con cura la copertina e sente un rilievo sotto di essa.
Cerca un riscontro sull'altro libro ma non c'è.
<<C'è qualcosa nella copertina!>> urla pieno di gioia Erik.
Alessandro subito si scaraventa verso di lui e gli prende il libro dalle mani.
<< È vero, lo sento anch'io! In tutti questi anni non me ne ero reso conto.>>
Lo zio prende un taglierino e solleva la carta dal cartoncino.
<< C'è una specie di lettera>>
La lettera ha un bollo di cera rossa, che un tempo sicuramente era sigillarla.
Erik legge il contenuto ad alta voce.

<< Caro figliolo,
Ho fatto differenti studi a Boston e poi a Roma.
Ho trovato un sistema per poter tornare a vivere alla luce del sole.
Ho sperimentato il farmaco su una donna e ha funzionato. Purtroppo sono stato costretto ad ucciderla in quanto temo che la gente non mi ascolterà più e non mi vorrà più come re.
Sono un bastardo, ma lo faccio per il nostro futuro.
La formula l'ho nascosta in Congo, lì ci sono troppi pochi Vittoriosi per accorgersi della sua esistenza e nessuno potrà trovarla.
Il mio ultimo desiderio è che trasmetti al tuo primogenito, che prenderà il nostro posto da re, il luogo preciso in cui l'ho messa, così che le future generazioni possano avere il coraggio che a me manca.
Sebastiano. >>
Il silenzio cala nella stanza.
<< Quindi la formula c'è; peccato che soltanto una persona conosce il luogo in cui è nascosta, che guarda caso ti odia.>>
Alessandro sbuffa
<<Puoi chiederglielo te!>>
Erik scuote la testa
<< No! Capirebbe che sono un Ribelle>>
<< Bene. Vorrà dire che andrò personalmente a chiederglielo>>

La Regina e il RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora