Guardai Aveline impietrito mentre lei si crogiolava nella fama che le davano. Il suo sorriso trionfava sul suo volto mentre i capelli venivano spostati dal vento. Le varie sfumature di viola creavano un effetto rilassante. Seguii i capelli fino alle punte e solo all'ora mi accorsi della figura che era immobile alle nostre spalle. Sobbalzai e feci un passo all'indietro. La figura in questione era un ragazzo poco più alto di me con la pelle di un grigio molto chiaro. Aveva gli occhi gialli e sulle braccia aveva tanti simboli molto simili ai simboli che gli omini azzurri avevano lungo tutto il corpo. Le orecchie erano leggermente a punta e nella mano sinistra impugnava saldamente uno scettro. Capii che quelli esserini non erano in ginocchio per Aveline, ma bensì per quell'uomo che in quel momento si stava avvicinando pericolosamente. Tirai un colpetto ad Aveline che mi guardò male
"Scendi dalle nuvole sognatrice. Abbiamo un problema..."
Le dissi mentre si voltava piano. Quando vide il ragazzo non ne fu spaventata. Effettivamente non era tanto minaccioso, ma la sua presenza mi inquietava comunque. Deglutii nervosamente
"Sei delicato, non durerai un giorno qui"
Mi disse Aveline tenendo gli occhi fissi davanti a se. Il ragazzo ci osservò un attimo poi disse qualcosa a uno degli omini che afferrò la borsa di Aveline e se la mise in spalla.
"Che fai cosetto?! Non toccare!"
Gli disse lei cercando di prendere la borsa ma qualcosa le bloccò le braccia. Un omino le stava bloccando i polsi con una corda e subito dopo fecero lo stesso anche con me. Il ragazzo sorrise spocchiosamente poi strattonò via la borsa di Aveline da quel povero omino,che cadde a terra.
"Si, ma stai calmo"
Disse Aveline guardandolo da testa a piedi. Le lanciai un occhiata di rimprovero e lei alzò le spalle indifferente. Sentii un qualcosa di appuntito scivolarmi lungo la schiena e iniziai a camminare. L'uomo gettò la borsa a terra, attese che qualche suo servetto la raccolse e poi iniziò a camminare davanti a noi. Gli omini che guardavano tutta la scena da dietro i cespugli scomparirono. Ci inoltrammo in un piccolo vicolo e lentamente la nebbia si fece molto più fitta. Gli alberi nodosi intrecciavano i rami con le liane scure. Guardai Av che era persa cercando di guardare il cielo che era completamente coperto.
Camminammo per ore. Mi voltai e guardai Aveline. Aveva gli occhi stanchi e camminava a fatica. I rami in quel tratto di strada erano spogli e si potevano vedere spezzoni di cielo. Strisciavo i piedi tenendo la testa alta e guardando le stelle, mi faceva ricordare di papà che quando ero piccolo ogni sera mi faceva guardare il cielo dal suo telescopio. Sentii un forte peso sul petto che venne brutalmente interrotto da un tonfo. Mi voltai e vidi Aveline per terra.Teneva gli occhi aperti a fatica. Mi inchinai vicino a lei ma uno degli omini mi spinse brutalmente via. Aveline borbottò qualcosa a riguardo me era troppo stanca anche per parlare."Permettimi di aiutarla..."
Dissi rivolgendosi a quello che doveva essere il capo. Lui mi guardò, ma non rispose.
"Per favore, non vedi che non ce la fa più"
Uno degli omini gli disse qualcosa, lui si volto verso di me e storse il naso, poi fece un cenno con la testa.
"Puoi aiutarla"
Disse l'omino con voce stridula e accento che poteva sembrare un misto tra russo e giapponese. Mi liberarono dalle corde e fecero lo stesso con Aveline. Mi avvicinai a lei e la mossi lentamente. Lei mugugniò e mi afferrò la mano. La alzai e me la caricai sulla schiena.
"Ahah...ha-hai anche l'odore di una principessa"
Disse lei a voce bassa. Io risi e le risposi.
"Ora dormi"
"No...io non ho son..."
Non fece in tempo a finire la frase che si addormentò sulla mia schiena. Gli omini mi circondarono di lance assicurandosi di non lasciare neanche uno spazio da dove io possa uscire e scappare. Sentivo il fiato di Aveline sul collo e per la prima volta mi sembrò così fragile. Camminammo ancora per molto tempo, si riuscivano a intravvedere le luci dell'alba. È disumano camminare ininterrottamente per così tante ore, ma loro non sembrano affatto stanchi. Arrivammo davanti ad una cascata
"Dovete entrare"
Disse l'unico omino in grado di parlare italiano.
"La dentro?"
Lui non rispose e mi spinse direttamente sotto l'acqua ghiacciata che mi bloccò il respiro. Attraversai la cascata e scossi la testa per cercare di vedere dove ero sbucato. Vidi un tunnel non molto lungo e una luce in fondo. Lo attraversati velocemente e non posso neanche descrivere la felicità di quel momento: finalmente il villaggio.
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Karthasia
FantasyNoah è un ragazzo che si é appena trasferito in una nuova scuola per cercare una vita normale. Appena entrò in classe si sedette nel l'unico posto che c'era ovvero quello vicini ad una ragazza dai capelli viola: Aveline. Noah capì subito che Aveline...