Capitolo 13.

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ANGOLO DELL'AUTORE:

scusate ho avuto dei problemi con questo capitolo. l'ho modificato e ho spiegato bene diverse cose. scusate.

Arrivammo davanti ad un ruscello cristallino. Il ragazzo appoggiò lentamente Aveline facendo attenzione a non farle male. Lui si sedette vicino a lei e subito la fece coricare. le sfilò il fazzoletto dalla caviglia che era violacea e un po' inclinata verso l'interno.

"Ascoltami Signorina"

disse lui

"Aveline"

lo interruppi io. Lui si tolse il mantello e si voltò verso di me scocciato. Lo guardai, mi sembrava di averlo già visto ma la cose mi sembrava molto improbabile.

"Mi sembra che lei possa parlare, me lo poteva dire lei il suo nome. E poi smettila di guardarmi così sei inquietante."

"Be lei non ha parlato, ma visto che tutti i cristiani hanno un nome sarebbe stato cortese da parte tua chiedere il suo e magari presentarti"

Il ragazzo si alzò di scatto

"Ma magari..."

"MA MAGARI CI SONO COSE IMPORTANTI IN QUESTO MOMENTO"

scattò Aveline indicando la caviglia

"Se vi sto portando con me vuol dire che siete utili, si anche tu Noah anche se in questi due giorni mi stai convincendo del contrario. Io non devo attraversare un cazzo di mondo con due bambini che litigano per le attenzione della ragazza più grande. Sappiate che non ci metto molto ad abbandonarvi in mezzo alla foresta quindi se volete riportare il vostro regale culo sulla terra vedete di non rompere i coglioni. IO sono il capo e VOI fate quello che dico io senza se e senza ma, chiaro?"

Io e il ragazzo sbarrammo gli occhi. Riportare il nostro culo sulla terra? Anche il tipo viene da li?

"Cristallino"

sibilò lui

" Bene quindi prima mi sistemate la caviglia e poi passiamo alle presentazioni così mettiamo fine alle lagne della principessina alla mia destra"

in silenzio ci sistemammo accanto a lei che si accomodò tra l'erba. Il ragazzo avvolse le dita intorno alla sua caviglia. Av era terrorizzata ma non lo voleva farlo vedere, mi strinse la mano e sospirò. Il ragazzo cominciò a spingere la caviglia e lei mi triste la mano così tanto da conficcarmi le unghie della pelle, ma non urlò ,non lasciò tralasciare neanche una smorfia di dolore, se le sue unghie non fossero dentro a mia pelle a procurarmi un dolore lancinante avrei pensato che fosse morta. Appena il ragazzofinì Aveline si sedette.

"Quindi"

disse

"Grazie a Noah abbiamo chiarito che il mio nome e Aveline ,per gli amici Av, quindi per voi due sono Aveline"

"E grazie a questo commento inutile abbiamo capito che il ragazzo qui di fronte a me si chiama Noah"

disse il ragazzo rimettendosi il mantello e spolverandolo un po' dalla polvere

"La tua esistenza in questo pianeta è inutile non i miei commenti. A desso vuoi farci il piacere di presentarti o vuoi continuare a giocare a Cappuccetto blu, il ragazzo dalla sconosciuta identità?"

"Claud..."

Aveline fece una faccia soddisfatta. Poi disse

"Bene. Fermiamoci un attimo per aspettare che i vestiti si asciughino e io devo anche pulirmi dal sangue che mi è schizzato addosso quando Claud ha sparato alla guardia. Dato che non sopporto perdere tempo vi darò dei compiti da fare nell'arco di tempo in cui saremo fermi."

Poi si inchinò e si mise a cercare nella sua borsa, tolse fuori il taccuino di mio fratello, una penna e me lì lanciò:

"Noah tu dovrai tradurre le pagine scritte. Dato che non ho un compito per te, Claud, prepara il fuoco che ci aiuterà ad asciugarci, dovresti esserne capace no?"

Claud alzò un sopracciglio e iniziò a raccogliere alcuni legnetti nelle vicinanze. Io mi misi subito a lavoro, da quando siamo usciti da quel posto Aveline mi sembra molto suscettibile. Passò un'ora io tradussi diverse pagine davanti al fuoco scricchiolante scoprendo così alcune cose riguardo la stregoneria e su diverse specie di draghi che si trovavano in quel luogo. Sfinito voltai pagina e iniziai a tradurre il nuovo capitolo, quest'ultimo trattava di qualcosa riguardante il sangue, pensai subito un capitolo insolito per un posto simile. Continuai a leggere più andavo avanti più la cosa diventava coerente a tutto quello che avevo già tradotto. Spiegava come in quel luogo il sangue si trasformasse in inchiostro. la cosa mi sembrava assai improbabile e pensai se anche agli umani quel luogo avrebbe fatto lo stesso effetto anche agli umani. Continuai a tradurre

"..un corpo estraneo ha bisogno di un tempo variabile da persona a persona (persone come possono essere folletti, ninfe, draghi e tutte le persone entrate in Karthasia da regni più vicini) per abituarsi al cambio di sangue..."

girai la pagina e continuai a leggere, ma le cose che leggevo non erano coerenti alla pagina precedente dato che adesso parlava della moneta base di Karthasia

"Sarebbe meglio incamminarci, perchè entro mezzogiorno dovremmo aver superato il sotto-bosco. Claud hai qualcosa in quella sacca che possa nutrirci oppure dobbiamo arrangiarci con quello che troviamo nella foresta."

"Dovrei avere qualcosa ma non vi prometto nulla."

Spegnemmo il fuoco e ci incamminammo, ero terrorrizato all'idea di rientrarci l'ultima volta che ho messo piede là dentro sono stato chiuso in una cella per due giorni e mi hanno frustato. Camminammo a lungo con gli alberi che ci riparavano dal sole pensavo che trovarci in un posto nel genere fosse stato più interessante invece sembra una foresta come tutte le altre. Ci fermammo per mangiare qualcosa ma per poco. Nella seconda part del viaggio iniziammo a parlare tra noi e io scoprì che anche Claud veniva da dove venivamo noi, e che stava studiando per diventare insegnante di lingue.

Dopo diverse ore mi ritrovai a trascinare le gambe lungo una strada già abbattuta, questo mi fece sperare che fossimo già arrivati. Guardai Aveline camminare arzilla in testa a tutti.

"Av...sei disumana, posso dirtelo? Come fai a camminare a passo veloce per DUE ore?"

disse Claud trascinando la borsa

"Smettila di lamentarti, siamo quasi arrivati"

disse Aveline con il fiatone. giaramo l?angolo e finalmente ci ritrovammo davanti ad un enorme piazza piena di...

persone? si possono definire così?

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