Capitolo 15.

22 4 0
                                    

"D'amore?! Certo! Se mi segui dentro ti faccio vedere ogni tipo di pozione e aroma"

disse girandosi. Entrai dentro alla piccola carrozza iniziai a guardare in torno per vedere se trovavo da qualche parte delle chiavi ma cercare una chiave la dentro era come cercare un ago in un pagliaio. Lei si mise a rovistare dentro un cassetto pieno zeppo di fiale di ogni tipo  e io notai che le chiavi erano legate sulla gonna giallastra della ragazza, capii all'istante che sarebbe stato impossibile raccattarle. Subito dopo la ragazza di colore si voltò poggiando rumorosamente un piccola fiala a forma di goccia sul bancone, poi disse

"Vuoi altro?"

nella mia mente rilessi velocemente tutte le note sugli schiavi che avevo letto nelle pagine del taccuino. socchiusi gli occhi e mi concentrai principalmente su una parte

il codice sul fianco dello schiavo che veniva usato per assegnarle un padrone.

"Quindi?"

gli occhi neri della ragazza mi fissavano così attentamente da mettermi in imbarazzo

"Cècile"

Sentii la ragazza sobbalzare dietro le mie spalle

La mendicante alzò il sopracciglio per poi sbottare in una rumorosa e sguaiata risata.

"Quinti TU vorresti la mia sguattera? Oh tesoro, non credo che tu te la possa permettere"

tolsi fuori dalla tasca due monete. Vedendole la donna me le strappò velocemente dalla mano per poi sorridere compiaciuta

"Se ne sei proprio sicuro. Dammi il tuo braccio"

confuso glielo porsi e lei vide subito la cicatrice della scritta comparsa sul mi polso sulla valle innevata

"Forestiero? Ma certo dovevo capirlo"

non dissi nulla. In silenzio la ragazza fissava attentamente il mio braccio che lentamente cominciava a bruciarmi. Comparvero delle lettere che contemporaneamente stavano scomparendo dal braccio della donna

XK4790 

Diceva la scritta  rossastra sulla mia pelle. La donna si tolse la chiave dalla gonna e stacco le catene di Cècile dal carretto malandato per poi porgerle a me.
"Prego" 

mi disse 

"due cose:

É muta, le ho tolto le corde vocali, parlava davvero troppo. Poi, non toglierle le catene, non so che strano potere lei abbia, ma non mi piace. É scappata un paio di volte quindi le ho stregato le catene, così ogni volta che prova a fare qualche stregoneria non solo viene bloccata, ma prova anche un orribile dolore lungo tutto il corpo."

Detto questo Cecil si alzò e si posizionò lentamente dietro di me. La ragazza di colore accennò un inchino per poi ritirarsi all'interno del suo piccolo carretto. Voltai l'angolo, mi assicurati che la mendicate non ci stesse guardando per poi inchinarmi davanti ad Cècile, visibilmente confusa

"Sei libera"
Le dissi togliendole le catene e buttarle nel cespuglio più vicino, poi mi rialzai  per guardare il suo viso ancora più confuso

"Non sopportavo l'idea di andarmene da li senza averti aiutato, soprattutto dopo aver visto come ti trattava"

Lei sorrise. Io continuai

"Quindi ora ,se vuoi, puoi andare"

Le porsi l'ultima moneta che mi era rimasta

"Con questa riuscirai a comprati degli abiti e del cibo"

Ma lei non si mosse e non prese neanche la moneta

"Non vuoi andare?"

Lei scosse la testa

"Resti con me?"

Annuì sorridendo e io ricambiati il sorriso. Ci incamminammo tra le bancarelle, mancava ancora molto prima di incontrarci con Aveline quindi pensai che se adesso Cécile non era più una schiava aveva bisogno di vestiti degni di una ragazza libera. Mi avvicinai ad un chiosco di vestiti che vedevo in lontananza.

"Scegli quello che vuoi"

Le dissi indicando i vesti di ogni varietà e colore

Lei si guardò un po' intorno poi mi mostrò entusiasta un semplice vestito azzurro leggermente stretto in vita e un mantello blu scuro con un cappuccio e un pellicciotto lungo il bordo.

"Ottimo vestito quello, su di te starebbe proprio bene"

Disse l'anziana avanzando verso di noi con passo tremolante.

"Ti mette  a risalto gli occhi, mia cara"

Disse la signora, poi si voltò verso di me allungando le sue dita nodose

"Fanno 23 denari, 33 se volete pure le scarpe"

Feci un cenno a Cècile verso il chiosco, lei  si voltò, si inchinò e prese delle semplici ballerine sempre nei toni del blu

"Sono perfette per te"

Disse la vecchia con un sorriso di plastica sul volto mentre insisteva con la mano sempre tesa verso di me, io le diedi l'ultima moneta che avevo. La vecchia con gli occhi spalancati si avvicinava, ciondolante, alla cassa per darmi il resto. Prese un paio di monete e poi ritornò da noi. Cècile guardò diffidente le monete luccicanti nelle mai della vecchia poi si avvicinò veloce a me,mi afferrò il braccio aprendo di scatto l'altra mano. Un alone verdastro passò quasi impercettibile su di noi. In tutta la piazza regnò il silenzio.

KarthasiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora